[06/10/2011] News toscana

Caso Isi-Easy green ancora avvolto nella nebbia

Il 10 ottobre si avvicina e la vicenda della Ex Isi (poi Easy green?) non vede dissolvere le nebbie che da tempo la avvolgono. La data è quella prevista per l'asta fallimentare dell'Isi (si parte da una base di 12,6 milioni per ac­quisire marchio, capannone da 25 mila metri quadri e macchinari), ma la partecipazione di Easy green è incerta. Per questo i  consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno lanciato l'allarme alle istituzioni (comune di Scandicci, provincia di Firenze, Regione Toscana) chiedendo il massimo impegno nella vicenda vigilando che non si compiano speculazioni o inaccettabili comportamenti di basso profilo sociale da parte della società, con danni per i lavoratori  «Se nella seduta del consiglio di amministrazione di Easy Green del 29 settembre erano state prese in considerazione due ipotesi possibili, quella di partecipare all'asta e riprendere a pieno titolo la trattativa con i sindacati e quella di non partecipare all'asta e aspettare ‘la seconda chiama' per avere una riduzione del prezzo di partenza, nei giorni scorsi lo stesso organismo avrebbe deciso di optare per la prima ipotesi ponendo però tre condizioni preliminari- hanno informato i consiglieri: accordo con i sindacati per la riassunzione dei lavoratori; concessione di ammortizzatori sociali; fiducia degli istituti di credito e finanziamento del progetto industriale. Lo scenario ad oggi prospettato rimane quello del piano industriale presentato a giugno che prevede la riassunzione di 260 operai, tutti con il contratto da metalmeccanico base, un piano che ridimensiona pesantemente le attese per la piena ricollocazione di tutti e 375 i lavoratori ex Isi rivendicata con forza dai sindacati».

I consiglieri di rifondazione non fanno menzione  del possibile apporto di En-eco, l'azien­da, presieduta da Giorgio Moretti (attuale presidente di Quadrifoglio), che potrebbe essere della partita grazie ad un accordo per realizzare turbine eoliche ad aste verticali e pannelli solari flessibili, di ultima generazione. Bisogna capire però in termini di occupazione, se la cordata En-eco e Solar Light del gruppo Angelantoni, Fedi impianti ed Energy coop (che secondo il Piano industriale di Easy green dovrebbe realizzare impianti fotovoltaici, biomasse, eolico), rappresenta un valore aggiunto per poter riassumere tutti i lavoratori e non solo 260. Le banche pare che non forniscano le adeguate garanzie e Rifondazione comunque non si fida  «Si prefigura una sorta di "ricatto" alle organizzazioni sindacali: accettare la riassunzione solo di una parte dei lavoratori per evitare il rischio della non partecipazione di Easy Green all'asta e quindi il rischio di un azzeramento del percorso fino ad oggi compiuto e l'apertura di scenari inquietanti riguardo all'acquisizione dello stabilimento e di operazioni speculative.

Condividiamo la posizione espressa dai sindacati e dalla RSU che il processo di reinternalizzazione deve avvenire per tutti i lavoratori e le lavoratrici, gli unici soggetti che nella complessa procedura fallimentare e nella composizione-scomposizione degli assetti societari hanno già pagato il loro prezzo in termini di lavoro, salari e redditi» hanno concluso i consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi.

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