[05/10/2011] News

Land grabbing, De Schutter (Onu): ĞA rischio la sicurezza alimentare di milioni di personeğ

Dal 17 al 22 ottobre a Roma il Committee on World Food Security (CFS)

L'inviato speciale dell'Onu per il diritto all'alimentazione, Olivier de Schutter, ha avvertito che «La pratica dell'accaparramento delle terre per la produzione di biocarburanti, dei progetti di infrastrutture su vasta scala o altro, minacciano la sicurezza alimentare per centinaia di milioni di persone, mettendo in pericolo i piccoli produttori agricoli. La minaccia dell'accaparramento delle terre ci ricorda l'importanza vitale dell'accesso alla terra per 500 milioni di famiglie nel mondo che non hanno ancora acquisito la sicurezza alimentare». La dichiarazione di de Schutter riguarda i dati che verranno discussi a Roma dal 17 al 22 ottobre dalla trentasettesima riunione del Committee on World food security (Cfs) e l'esperto indipendente dell'Onu ha esortato tutte le parti interessate «a trovare un accordo su delle direttive riguardanti il possesso delle terre e delle zone di pesca. Il diritto alle terre è la questione basilare per la sicurezza alimentare. Senza consenso  internazionale sul modo di trattare la terra, gli interessi dei gestori vulnerabili continueranno ad essere messi in ombra. I cambiamenti climatici e la crescita demografica possono complicare ulteriormente la situazione, esacerbando le tensioni all'interno e tra i Paesi».

Il Cfs a Roma potrebbe adottare delle direttive complete sui diritti dei piccoli contadini, degli allevatori nomadi e dei pescatori che sono tutti minacciati dalle pressioni commerciali sulle loro terre, ma spiega l'Onu «A  condizione che i governi superino le differenze che sono state rilevate durante i negoziati che hanno avuto luogo prima del summit. Le direttive non saranno obbligatorie, ma ogni Paese sarà tenuto a preparare dei rapporti obbligatori sulla loro messa in opera».

De Schutter  sottolinea che «Se i Paesi non sono soggetti ad una sorveglianza internazionale e non sono incoraggiati a condividere i rapporti con la loro società civile, una gran parte del valore aggiunto delle direttive sulla gestione delle terre sarà perduto. Gli Stati non hanno niente da temere. Ci sono dei grandi vantaggi da guadagnare adottando le direttive, soprattutto per regolare i conflitti. Questo potrebbe rovesciare  la situazione attuale in cui i Pesi corrono verso il basso per attirare gli investimenti, smantellando le protezioni delle quali beneficiano i gestori delle terre. Il costo di un fallimento sarebbe elevato. In assenza di un consenso internazionale, i fondi di investimento avranno campo libero, a detrimento dei piccoli contadini. Investimenti nocivi possono essere impediti unicamente con l'aiuto di regole che proteggano il diritto degli agricoltori, dei pescatori e degli allevatori. Gli Stati devono diffidare dei pericoli della speculazione sulla terra e di una concentrazione troppo elevata della proprietà delle terre. Dobbiamo disfarci dell'illusione che gli investimenti su grande scala siano l'unico modo di sviluppare l'agricoltura e di garantire la soddisfazione della domanda alimentare».

Già un anno fa de  Schutter, aveva presentato un rapporto alla Commissione dell'Onu per gli affari sociali, umanitari e culturali contenente  «Un insieme di 11 principi basati sui diritti dell'uomo» e aveva detto che le politiche pubbliche avevano rafforzato la tendenza alle pressioni commerciali sulle terre, facilitando lo sviluppo di piantagioni su grande scala per le colture alimentari e quelle energetiche, come i biocarburanti.

De Schutter aveva criticato l'approccio troppo dirigista dei "Principi direttivi per un investimento agricolo responsabile" di Banca Mondiale e Fao, Uncd e Ifda: «Questi principi non insistono sufficientemente sull'obbligo che incombe agli Stati membri di promuovere il diritto all'alimentazione. Il ruolo degli Stati è essenziale per la protezione dei piccoli agricoltori contro la legge del mercato che,  per natura,  concorre allo sviluppo delle grandi piantagioni».

L'inviato speciale dell'Onu proponeva e continua a proporre «Il rafforzamento dei sistemi fondiari e un accesso facilitato alla proprietà, in particolare per le donne. Purtroppo gli impegni presi durante la Conferenza internazionale sulla riforma agraria e lo sviluppo rurale a Porto Alegre, in Brasile, nel marzo 2006 non hanno avuto effetto.  Anche gli insegnamenti della crisi alimentare del 2007-2008 non sono stati colti».

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