[30/09/2011] News toscana

L'ambiente per il lavoro, il lavoro per l'ambiente

La crisi economica è evidente, la respiriamo quotidianamente e la sentiremo ancora di più quando i provvedimenti della manovra del governo che indurranno gli enti locali a tagliare ulteriormente i servizi, diventeranno pienamente esecutivi. In questo quadro che non risparmia nessuna regione (e quindi nemmeno la Toscana) in cui le famiglie sono già in ginocchio, è un dramma perdere anche un solo posto di lavoro.

E invece pare che siano 115 i posti persi per strada (su 375) nella lunga vicenda della Easy green (ex Isi) in base a quanto prospettato dall'azienda ai sindacati e contenuto nel piano industriale. Nulla è ancora certo perché si dovranno aspettare gli esiti dell'asta fallimentare che si terrà il prossimo 10 ottobre, ma se quanto detto si palesasse sarebbe comunque una sconfitta visto che il settore delle rinnovabili è in crescita (nonostante il momento non proprio favorevole) e garantisce buona occupazione in uno degli ambiti della green economy che tutti almeno a parole vogliono sostenere, poiché l'unico che assicura la compatibilità ambientale e sociale dello sviluppo. Creare nuovi posti di lavoro è un imperativo ma all'interno dei confini della sostenibilità, quindi non prescindendo dagli aspetti ambientali.

La vicenda della Laika a San Casciano Val di Pesa invece ci riporta indietro di qualche decennio, dove lavoratori e sindacati si sono schierati contro gli ambientalisti e i cittadini che vogliono tutelare il territorio. L'oggetto del contendere è l'espansione dello stabilimento della Laika in località Ponterotto, luogo non ritenuto idoneo da comitati e associazioni che oltre all'impatto ambientale vedono dietro l'operazione condotta dalla famiglia Hymer (e avvallata dall'amministrazione comunale), più che esigenze di sviluppo industriale quelle di una speculazione immobiliare. Alla vicenda iniziata quasi 10 anni fa, si sono aggiunti recentemente nuovi particolari.

Nel luogo dove il gruppo tedesco che controlla la Laika vorrebbe costruire il nuovo capannone, sono stati trovati reperti archeologici etrusco-romani ben riconosciuti e giustamente valorizzati dal comune di San Casciano (che ha ottenuto anche finanziamenti in merito) che poi però (nell'agosto scorso) lo stesso comune ha deciso di rimuovere scatenando le ire degli ambientalisti che hanno fatto i loro ricorsi. In questa situazione i sindacati (Rsu di Laika), vedendo rimandata la fase esecutiva dei lavori e addirittura messo a rischio l'investimento di Laika, sono insorti contro comitati e associazioni. Legambiente (circolo Il Passignano) Wwf Firenze, Rete dei Comitati per la difesa del territorio, Italia Nostra Firenze hanno risposto che «una soluzione alle esigenze di ristrutturazione aziendale sia opportuna e necessaria e non vediamo alcuna contraddizione tra tutela del paesaggio e dei beni culturali e sviluppo delle attività economiche». Associazioni ambientaliste e comitati hanno inviato una lettera dettagliata al presidente della Regione Enrico Rossi, alla giunta, ai lavoratori e alle rappresentanze sindacali di Laika in cui viene spiegata nel dettaglio tutta la vicenda e anche i dubbi sulle intenzioni della Hymer, che poi forse non è un'azienda proprio in salute, il che fa aumentare le perplessità sulle volumetrie richieste per l'espansione industriale. Gli ambientalisti poi puntano il dito contro l'amministrazione comunale: «non vediamo nel quadro sopra descritto come si giustifichi l'intervento con cospicue risorse del comune di San Casciano (soldi di tutti i cittadini, in un momento di tagli ai servizi) per smantellare un sito archeologico di pubblico interesse, e non comprendiamo come il pur legittimo interesse economico di Hymer possa essere dichiarato automaticamente interesse pubblico». La Regione ora dovrà affrontare la spinosa questione in particolare per quel  che riguarda la tutela dell'interesse pubblico e la salvaguardia di un patrimonio culturale ed archeologico che non dimentichiamo è  anche una risorsa economica, perché, a contrario di come pensa qualcuno, con la cultura si mangia, magari poco ma si mangia. Legambiente, Wwf Firenze, Rete dei Comitati per la difesa del territorio, Italia Nostra Firenze, mettono infine in guardia i sindacati: «invitiamo le rappresentanze sindacali, nel rispetto reciproco di divergenze di opinioni o vedute, a non prestarsi al gioco dell'impresa che mira a mettere in antagonismo il diritto al lavoro e i diritti del lavoro (imprescindibili) con la tutela dell'ambiente e del territorio, che costituisce salvaguardia di Beni Comuni il fondamento di una economia equa e sostenibile che è la sola prospettiva auspicabile per i nostri figli».

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