[29/09/2011] News toscana

Diffida della Lav, la Provincia ritira il piano di abbattimento di gazze e cornacchie

La Provincia di Livorno ha ritirato il piano biennale per il 2011 e 2012 di controllo numerico dei corvidi. Lo rende noto con una nota la Lav, Lega antivivisezione che aveva presentato una diffida contro il piano che prevedeva l'abbattimento di 2.300 gazze e 100 cornacchie.

Il piano era stato emanato nell'aprile scorso e, spiega la Lav, «prendeva spunto da presunti danni provocati all'agricoltura da gazze e cornacchie e, senza fornire alcun dato oggettivo a sostegno della tesi, lamentava una eccessiva presenza di tali uccelli, giustificandone così l'abbattimento 'selettivo'». I legali della Lav, che prima di un eventuale ricorso al Tar avevano spedito una diffida alla Provincia, avevano rilevato, aggiungono dall'associazione, «numerosi profili d'illegittimità che contrastano con le norme nazionali poste a tutela della fauna selvatica». In particolare il piano provinciale avrebbe previsto il ricorso all'uccisione di gazze e cornacchie, senza prima mettere in atto misure incruente di contenimento. «La diffida ha prodotto l'effetto sperato - commenta Massimo Vitturi, responsabile Lav settore caccia - La Provincia di Livorno, per evitare il rischio di un ricorso al Tar, ha opportunamente deciso di tutelarsi ritirando il piano di abbattimento. Auspichiamo che per il futuro la Provincia di Livorno si sottragga definitivamente a questo gioco al massacro, tutelando concretamente gli animali selvatici presenti sul territorio, nel rispetto delle norme nazionali e della richiesta dei cittadini che vede più dell'80 per cento della popolazione contraria alla caccia».

«Con il pretesto dei danni all'agricoltura, del tutto irrisori, ogni anno vengono uccisi migliaia di uccelli, "colpevoli" in realtà di cibarsi anche di specie di interesse venatorio - insiste la Lav - La dieta di gazze e cornacchie, infatti, comprende in minima parte anche uova di vagiani, animali notoriamente di primaria importanza per i cacciatori. E questo è il motivo reale per il quale le Province ne dispongono l'uccisione».

 

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