[29/09/2011] News

Global warming, si sciolgono anche i finanziamenti per gli eco scettici: Bjorn Lomborg nei guai

Tempi duri anche per Bjorn Lomborg (Nella foto), l'autore della bibbia degli eco scettici, "The Skeptical Environmentalist" e icona dei negazionisti del cambiamento climatico in tutto il mondo: il nuovo governo di centro-sinistra danese probabilmente gli taglierà il finanziamento da oltre un milione di euro all'anno che gli aveva generosamente concesso il governo di centro-destra che, mentre finanziava la conferenza Unfccc di Copenhagen e nominava Connie Hedgaard commissario Ue all'azione climatica, trafficava con chi lavorava per demolire quelle stesse politiche. Ma la crisi economica costringe governi ed imprese a scegliere e tra i giochini polico-economici più inutili e rottamabili sembra ci siano i costosi finanziamenti alla manciata di climate change sceptic di "alto profilo" che tengono in piedi il baraccone del negazionismo.

Lomborg non è nemmeno tra i peggiori, nel suo libro del 2001 scriveva che il pianeta dovrebbe adattarsi al global warming, invece che sprecare risorse per evitare l'inevitabile, poi ha accusato gli altri scienziati (la stragrande maggioranza) di esagerare portata ed effetti del cambiamento climatico solo per prendere da governi e imprese i soldi per le loro ricerche... esattamente quel che stava facendo lui.

Il successo di "The Skeptical Environmentalist" ha dato un po' alla testa a Lomborg, corteggiato e citato da tutta la stampa neoconservatrice e portato in giro come la Madonna pellegrina dalla lobby dei petrolieri, e alla fine, in un crescendo di provocazioni, è arrivato a paragonare  il capo dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), Rajendra Pachauri, ad Adolf Hitler.

Il Copenhagen Consensus Centre ha avuto finanziamenti anche da imprese private, come il gigante della birra Carlsberg, ma anche dall'Unione europea, ma questo think tank di eco scettici, che critica l'intromissione dello Stato nell'economia, fino ad ora il grosso dei suoi finanziamenti lo riceveva proprio dallo Stato danese.

Il leader eco scettico sembra non essere simpatico a Helle Thorning Schmidt, la socialdemocratica diventata la prima donna premier della Danimarca e ancor meno alla portavoce del Socialistisk Folkeparti (SF) Ida Auken, data come probabile nuovo ministro dell'ambiente danese,che ha detto a The Independent che Lomborg non potrà più contare sui finanziamenti governativi per il suo Copenhagen Consensus Centre perché «La ragione per la quale ha ricevuto i finanziamenti è stata prima di tutto ideologica. Crediamo che sia sbagliato dare i finanziamenti a specifici ricercatori ideologici». Dell'opinione della Auken il nuovo governo di Copenhagen dovrà comunque tenerne conto, visto che il SF, un partito di sinistra-ecologista nato dal morente Partito comunista danese, è la seconda forza della coalizione di centro-sinistra.

Nel 2004 il Copenhagen Consensus Center aveva messo il global warming in fondo alla lista dei 10 problemi globali più urgenti, poi, alla vigilia della Conferenza di Copenhagen lo aveva portato a metà classifica, dietro alla malnutrizione e alla lotta all'Aids ed alla malaria. Secondo la Auken, Lomborg mischia insieme e confonde settori  che non possono essere paragonati: «Non vedo perché dovremmo finanziare della ricerca fatta in questo modo».

Lomborg è praticamente nel panico dopo che i suoi sostenitori della destra danese sono stati battuti per un soffio alle elezioni e su  The Independent difende i suoi dati: «Siamo delusi che il nuovo governo non intenda continuare a sostenere un centro che ha pubblicato libri pionieristici,  ricerca economica di livello mondiale e che  lavora a stretto contatto con premi Nobel e decision-makers  per migliorare le decisioni per il finanziamento in settori come l'aiuto allo sviluppo». Lomborg ha aggiunto che non intende discutere le possibili motivazioni della probabile decisione del nuovo governo danese di chiudere il rubinetto dei fondi, ma lo staff del suo centro stava già cercando di tamponare la crisi dei finanziamenti, soprattutto quelli privati che erano cominciati a calare non appena era apparso probabile che il centro-destra danese avrebbe perso le elezioni dopo 10 anni di governo.

Ma i toni dello "sceptical environmentalist", come ama autodefinirsi Lomborg, intanto sono cambiati: nell'ultimo libro edito dal suo centro nel 2010, "Smart Solutions to Climate Change", c'è addirittura una prefazione di  Pachauri, che scrive: «Vorrei raccomandare questo libro tanto per il fatto che Lomborg sostiene che siamo "Da lungo tempo passati oltre qualsiasi disaccordo principale riguardo alla scienza del cambiamento climatico" che per la ricca diversità di analisi che presenta una serie di possibili soluzioni».
Lomborg ha negato che questa pubblicazione avallata da "Hitler" Pachauri rappresentati un clamoroso voltafaccia e dice di non essere mai stato un "climate-change denier", un negazionista del cambiamento climatico, ma piuttosto di essere stato ostile alle «Promesse fasulle» dei governi per tagliare le emissioni di carbonio. Il nuovo governo danese ha deciso di non fargliene più di promesse e di tagliargli i finanziamenti, dubitiamo che Lomborg ne sarà contento.

Intanto The Indipendent ricorda perfidamente quanto il leader degli eco scettici scriveva prima dell'ultima virata ideologica: «Il cambiamento climatico non causerà distruzioni massicce o richiederà enormi pedaggi di  morti. In realtà, per il mondo in generale, l'impatto diretto dei cambiamenti climatici nel 2050 significherà un minor numero di morti, e non di piccola quantità. Abbiamo esaminato ampiamente quello che possiamo fare per il global warming. Abbiamo scoperto che possiamo fare abbastanza poco, a costi piuttosto elevati.
Molti altri temi sono più importanti del global warming. Dobbiamo avere una nuova prospettiva».

Poi è arrivato il "contrordine compagni" quando Lomborg si è accorto che i suoi amici/finanziatori conservatori avrebbero perso le elezioni in Danimarca, ma i "compagni" danesi non sembrano disposti ad accettare la sua tardiva autocritica.

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