[29/09/2011] News

Intrigo atomico internazionale: contrabbando di uranio nello stato-mafia della Transnistria

Secondo l'Associated Press, un gruppo internazionale di investigatori, dopo aver svolto indagini quest'estate in Moldova, ha scoperto che un cartello criminale sta cercando di vendere Highly enriched uranium (Heu, uranio altamente arricchito) di origine russa ad acquirenti in Nord Africa. 

Global security newswire sottolinea che «La notizia arriva dopo che la Russia ha accettato di installare attrezzature di rilevamento delle radiazioni in tutti i suoi posti di frontiera». La portavoce della Procura generale della Moldova, Maria Vieru, ha detto che «Le autorità ritengono che almeno un chilo di uranio altamente arricchito sia ancora nelle mani dei criminali».

Le autorità moldave pensano che l'uranio sia passato per la Transnistria, un piccolo territorio ai confini con l'Ucraina, dichiaratosi indipendente dalla Moldova, che chiede l'annessione alla Russia e che conserva tutta la vecchia simbologia sovietica, ma in realtà è un vero mafia-Stato e un paradiso per i contrabbandieri di armi e droga.

L'Ong norvegese-russo Bellona evidenzia che «Anche se la quantità in generale è una frazione di quanto sarebbe necessario per costruire una bomba, gli investigatori internazionali la indicano come una nuova prova che un mercato nero di materiali nucleari provenienti da siti poco protetti nella ex Unione Sovietica è ancora attivo».

Fonti del governo Usa hanno detto all'Ap che i moldavi stanno aiutando il team di investigatori internazionali nella ricerca di un russo che sarebbe il capobanda e di un nordafricano che si crede sia il rappresentare degli acquirenti e che è fuggito dalla Moldova. Ma la vicenda è ammantata di mistero: nessuno dei sospetti è stato pubblicamente identificato dalle autorità che non hanno voluto nemmeno dire da quale Paese del Nord Africa venisse l'acquirente, si sa solo che è sposato con una moldava.

In un rapporto pubblicato il 27 settembre, il senatore Usa Richard Lugar, senior member del Senate foreign relations committee, si dice preoccupato per i collegamenti col Nord Africa, dato che gruppi terroristici come Al Qaeda del Maghreb islamico operano nella regione: «Se l'esistenza di un intermediario legittimato (o di un intermediario) proveniente da una regione con una storia di cellule terroristiche fosse confermata, allora il caso sarebbe sostanzialmente molto più allarmante rispetto ad altre recenti intercettazioni di materiale fissile, dato che gli agenti ufficiali sono gli unici potenziali acquirenti».

Lugar non è l'ultimo arrivato: ha guidato gli sforzi globali per mettere in sicurezza il materiale nucleare in particolare nei Paesi dell'ex Unione Sovietica. Insieme all'ex senatore democratico Sam Nunn ha realizzato la Cooperative threat reduction initiative (Ctr) controllata dal Pentagono che ha già demolito migliaia di missili nucleari, bombe e sottomarini atomici dismessi. Ma il segnale che arriva dalla Moldova aumenta le preoccupazioni dei funzionari della Ctr che cercano di impedire il contrabbando nucleare che approfitta della corruzione in Russia e dei bassi livelli di sicurezza dello stoccaggio di materiali nucleari.

Secondo l'AP, «Gli Stati Uniti, le Nazioni Unite e la Moldova stanno lavorando insieme sulle indagini sul contrabbando di uranio». A giugno agenti moldavi che erano stato addestrato dagli americani hanno condotto una "sting operation" infiltrandosi nella ribelle Transnistria (che pullula di militari del contingente di "pace" russo, evidentemente in altre faccende affaccendati) ed ha acquistato una piccola quantità di uranio, intercettando così l'acquirente nordafricano. L'operazione ha portato all'arresto di 6 persone e al sequestro di 4,4 kg di uranio che erano stati offerti al prezzo "promozionale" di 600.000 dollari.

Secondo il rapporto Lugar il venditore aveva a disposizione ulteriori 9,9 chilogrammi di Heu, ad un prezzo di 31 milioni di dollari, cioè un terzo dell'Heu necessario per costruire un'arma nucleare. Bellona sottolinea che «Non è chiaro se il gruppo di trafficanti avesse veramente accesso a tale uranio o a molto di più». Quello che si sa è che uno degli arrestati nella sting operation di giugno è un avvocato di Chisnau, la capitale della Moldavia e che la perquisizione della sua abitazione ha trovato in un computer gli elementi che provano che la banda di criminali nucleari aveva cercato acquirenti per l'uranio in Nord Africa. La polizia moldava ha anche trovato le fotocopie dei passaporti di un nordafricano e dei russi ancora ricercati.

L'Onu e gli Usa hanno confermato che l'uranio che è sequestrato è riconducibile a impianti di arricchimento russi, anche se non dicono di quali si tratti. Secondo l'AP, «Un nuclear forensics team analizzerà l'ossido di uranio, il che fornirà una identificazione che potrà essere confrontata con gli stock di uranio esistenti in Russia».

La cosa è molto imbarazzante per i russi e gli americani che hanno firmato accordi per il riprocessamento dell'Heu militare sovietico, ma anche per l'Ucraina che con gli Usa ha sottoscritto lo stesso accordo solo un paio di giorni fa e che è la frontiera orientale della Transnistria, visto che quella occidentale è (teoricamente) blindata dai moldavi che hanno stretto un cordone sanitario intorno alla repubblica russofona ribelle.

Il rapporto Lugar spiega che i voli dalla Transnistria non possono essere controllati e, mentre la sorveglianza ai confini tra il territorio separatista e la Moldova sembra corretta, i confini con l'Ucraina sono "porosi". Inoltre Lugar chiede azioni immediate per migliorare la sicurezza degli impianti nucleari in Russia, cioè quelli che Vladimier Putin pochi giorni fa ha dichiarato «I più sicuri del mondo».

Olli Heinonen, ex ispettore dell' International atomic energy agency, ha detto all'AP che l'uranio potrebbero provenire da reattori di ricerca russi, che sono meno sorvegliati degli impianti militari. Ma le grandi quantità di Heu alle quali sembrano avere accesso i gruppi criminali sembrano suggerire che possono accedere anche agli stock militari, d'altronde già "violati" in altre occasioni dopo il crollo dell'Urss.

La cosa incredibile è che, mentre viene fuori questo giallo atomico internazionale, né il governo russo né il monopolista nucleare di Stato Rosatom società, né il ministro della difesa russo abbiano detto una parola sui dettagli delle indagini che coinvolgono così pesantemente la sicurezza interna della Russia, quella dei suoi impianti nucleari militari e civili e la strana politica estera di Mosca che sostiene uno stato-mafia fantasma come la Transnistria.

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