[26/09/2011] News

E' morta Wangari Maathai, grave lutto per il movimento ambientalista, la pace e l'Africa

Wangari Maathai, Premio Nobel, fondatrice del Green Belt Movement del Kenya ed ideatrice della Billion tree campaign dell'United nations environment programme (Unep) è morta a Nairobi a 71 anni. Scompare una delle più prestigiose ambientaliste del mondo e una delle colonne portanti del movimento ambientalista e per lo sviluppo sostenibile dell'Africa, riconosciuta a livello internazionale per il suo impegno per la democrazia, i diritti umani e la salvaguardia della natura.

Nato vicino a Nyeri, negli altopiani centrali del Kenya, Wangari Maathai ha studiato in Kenya e negli Usa ed è stata la prima donna dell?africa orientale ad ottenere, nel 1971, un dottorato di ricerca all'Università di Nairobi. Nel 2002 è stata eletta nel Parlamento del Kenya e per un breve periodo è stata Assistant Minister all'ambiente e risorse naturali del suo Paese.

Nel 2009 il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha nominato la Maathai United Nations Messenger of Peace per il suo impegno nella salvaguardia dei diritti umani e della democrazia. Nel 2006 è stata insignita con la Légion d'Honneur francese e nel 2007 con il Nelson Mandela Award for Health and Human Rights e nel 2009 con l'Order of the Rising Sun del Giappone.

Nel 1997 ha fondato il Green belt movement, incoraggiando le donne delle zone rurali del Kenya a piantare alberi per migliorare le loro condizioni di vita attraverso un migliore accesso all'acqua potabile, alla legna da ardere per cucinare e ad altre risorse. Da allora, il Green Belt Movement ha piantato oltre 30 milioni di alberi in Africa e assistito quasi 900.000 donne pere relaizzare vivai e piantare alberi per contrastare gli effetti della deforestazione.

In un comunicato il Green Belt Movement scrive: «La sua partenza prematura è una grandissima perdita per tutti noi che la conoscevano, come una madre, una parente, una collega, una lavoratrice, modello e un'eroina per coloro che hanno ammirato la sua determinazione a rendere il mondo un ambiente tranquillo, sano e un posto migliore per tutti noi».

Nel 2004 la Maathai ha ricevuto il Premio nobel per la pace come riconoscimento per la sua attività per la sostenibilità ambientale e l'emancipazione delle donne, è stata la prima ambientalista e la prima donna africana a ricevere questo onore. Nell'annunciare il premio, il Comitato norvegese per il Nobel disse che la professoressa Maathai era in prima linea «Sul fronte della lotta per promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale ecologicamente praticabile in Kenya e in Africa».

La Maathai è stata l'ispirazione della Billion Tree Campaign, lanciata nel 2006 dall'Unep, con oltre 11 miliardi di alberi piantati fino ad oggi, ed Achim Steiner, direttore esecutivo dell'Unep, ha detto che «Wangari Maathai è una forza della natura Mentre altri dispiegavano il loro potere e la loro forza vitale per danneggiare, degradare ed estrarre profitto a breve termine dall'ambiente, lei ha utilizzato un'altra via: mobilitare le comunità e sostenerle per la salvaguardia e lo sviluppo sostenibile contro la distruzione.

Wangari è stata, come le acacie e l'albero Prunus africana, un'albero che ha combattuto così nobilmente e assiduamente per conservare: un carattere forte e in grado di sopravvivere a volte nelle condizioni più estreme. Era anche ferma di fronte all'ignoranza, alle astuzie al limite della politica e alla sfrenata distruzione ambientale. In effetti ha rischiato la vita e l'incolumità fisica in diverse occasioni nella campagna per coordinare le donne e i giovani, durante il suo lavoro nel Green Belt Movement, donando i suoi messaggi, il suo fascino, il suo umorismo ed ottimismo instancabili, la sua convinzione, onestà e intelligenza dal sua Kenya natale nei più alti dibattiti internazionali sul cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.

Con l'assegnazione del Nobel per la pace, tutto il mondo è coinvolto nella comprensione dell'essenza e la durata di questa persona speciale: e cioè che la stabilità e la sostenibilità ambientale sarà sempre più cruciale per un mondo di pace e che vada oltre la povertà, la disuguaglianza e incontro ai diritti delle donne. Sono lieto che in alcuni dei giorni bui della sua campagna, quando a non tutti piacevano la sua posizione e il suo impegno, Wangari abbia trovato nell'Unep sicurezza e rifugio.

Ritornò con il molteplice sostengono e la protezione dell'Unep in patria e all'estero e, ad esempio, diventando la co-patrona della nostra Billion Tree Campaign. L'Unep ha perso una vera amica e un'icona del movimento ambientalista, ma il suo lavoro e la sua visione vivranno in milioni e milioni di persone, giovani e meno giovani, che hanno sentito che nella voce di Wangari risuonano i suoi scopi e gli ideali e come lei si rimboccheranno le maniche per progettare e definire un futuro migliore per tutti».

In un comunicato il Wwf scrive: «Mancherà a tutto il Wwf l'energia e la concretezza di Wangari Maathai, ambientalista, biologa keniota e prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace, nel 2004, per "il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace". Con il Green Belt Movement da lei fondato ha dato un grosso contributo per fermare la deforestazione in Africa e non solo».

Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia dice: «Wangari Maathai era molto concreta e credeva nell'impegno diretto. Ha avuto inoltre una grande capacità di "connessione". Uno dei grandi problemi che oggi abbiamo è quello di avere una cultura disgiunta, che ci fa vedere le cose come se fossero fra di loro separate. Wangari Maathai è sempre riuscita a mettere in connessione i grandi problemi della battaglia ambientale con la giustizia sociale e soprattutto con la democrazia, riconoscendo prima di altri l'importanza di tenere vivo e in salute l'ambiente naturale per poter mantenere in buone condizioni ed equilibrio anche la popolazione che lo abita. Occorre continuare su questa strada per avere un Pianeta capace di futuro».

Anche il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ricorda l'ambientalista e premio Nobel per la pace: «Wangari Maathai non è stata soltanto la prima donna africana a vincere il Nobel per la pace, è stata anche tra le prime persone a collegare la lotta contro i cambiamenti climatici a quella contro la povertà e l'emarginazione di vaste aree del continente africano. Un'intuizione fondamentale che ha indirizzato tutto il suo lavoro e quello del ‘Green Belt Movement' da lei fondato».

«Il suo contributo alle ragioni dell'ambientalismo è indiscutibile - conclude Cogliati Dezza - Wangari ha portato avanti un lavoro concreto e capillare contro la deforestazione, intrecciandolo con il miglioramento della qualità della vita delle donne e al loro ruolo nelle aree rurali. Entrambi si sono rivelati elementi di rinnovamento profondo e reale».

«Una grande donna, una grande persona della quale quando l'ascoltavi o ci parlavi, percepivi la grande passione, la grande cultura e un senso di responsabilità' nei confronti del suo Paese enormi - racconta Maurizio Gubbiotti, responsabile dipartimento internazionale di Legambiente - Ho avuto il piacere di incontrarla più volte, alcune anche nel suo ufficio a Nairobi, sia quando ricopriva un ruolo istituzionale, era membro del Parlamento Keniota ed era stata assistente ministro per l'Ambiente e le risorse naturali nel governo del presidente Mwai Kibaki fra il gennaio 2003 e il novembre 2005, che da leader ambientalista a capo di Green belt, (cintura verde), e oltre alla sua gentilezza unita ad una risolutezza da persona che aveva pagato tanto in prima persona, ti colpiva anche tutto quell'affetto che la circondava». 

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