[23/09/2011] News

Zambia vice Michael Sata "King Cobra", il candidato anti-cinese

Per la prima volta in un Paese africano le elezioni presidenziali sono stata vinte da un candidato dichiaratamente anti-cinese: dopo due giorni di conteggi elettorali, preceduti da scontri di piazza a Lusaka e tumulti nelle regioni minerarie, Michael Sata è diventato presidente  dello Zambia, riuscendo a spuntarla nel testa a testa con il presidente uscente  Rupiah Banda, chiamato "RB" nelle zone rurali che sono la sua roccaforte, sia per le iniziali del suo nome che per la sigla della moneta cinese: il renminbi come viene chiamato anche lo yuan. Crolla così il regime ventennale del Movement for multiparty democracy (Mmd) di Banda, che ha aperto lo Zambia all'invasione commerciale e mineraria cinese, e dopo 4 tentativi il Patriotic Front (Pf)  elegge Sata, che aveva perso le elezioni del 2008 per solo 35.000 voti, fra accuse di brogli che avevano scatenato sommosse nelle roccaforti urbane Pf.

Sata viene dalle fila del Mmd, per il quale è stato anche ministro per il governo locale, lavoro, previdenza e salute prima di uscirne nel 2001. E' soprannominato "King Cobra", per la sua lingua velenosa che prende di mira soprattutto le imprese minerarie straniere, in particolare quelle cinesi, accusate di derubare lo Zambia dei suoi tesori e di sfruttare i lavoratori. La vittoria di Sata è un forte segnale di allarme per Pechino e per cercare di impedire l'elezione di "King Cobra"  le imprese cinesi avrebbero pesantemente finanziato la campagna elettorale di Banda, in Zambia il Mmd viene ormai comunemente chiamato partito dei "lollipops", dei lecca lecca, dei cinesi e gli osservatori internazionali hanno accusato Banda di aver abusato delle risorse statali durante la sua campagna elettorale e di aver monopolizzato ed intimidito i media e la televisione di stato. Ma non è bastato, le promesse del Pf, più posti di lavoro e migliore educazione, fine del dominio cinese e straniero, sembrano aver conquistato l'elettorato.

Forse i cinesi in Zambia hanno esagerato, trasformando la loro penetrazione in Africa in un'asfissiante presenza, anche politica. Lusaka è la prima città africana ad offrire servizi bancari in valuta cinese e la  filiale s della Bank of China gestisce la cassa depositi e prelievi in ​​yuan. Si pensa che a lungo termine le Imprese  cinesi in Zambia inizieranno ad utilizzare la moneta locale, il Kwacha, per fare transazioni in dollari Usa, ma la vittoria dell'opposizione potrebbe cambiare tutto molto rapidamente, anche perché la banca cinese è apertamente accusata di aver finanziato il Mmd.

In un'intervista alla Bbc, Neo Simuntanyi, direttore del Centre for policy dialogue, un think tank di sinistra di Lusaka, spiega che la cosa non riguarda solo il Mmd: «Il finanziamento ai partiti dello Zambia è stato completamente opaco ed in realtà è difficile sapere da dove provenga il denaro. Anche se non c'è modo di dimostrarlo, ci sono un sacco di sospetti che quelli del Mmd abbiano beneficiato del sostegno cinese, proprio a causa della vastità della loro campagna. L'Mmd non ha mai avuto tanti soldi prima e lo si è potuto vedere dal modo in cui è stata ben oliata la macchina della loro campagna è quanto è stata grande la loro presenza, ovunque, in tutto il Paese».

Sempre sulla Bbc, Muhabi Lungu, un candidato del Mmd al parlamento ed ex capo della Zambia development agency, (Zda) l'agenzia che si occupa degli investimenti all'estero dello Zambia, minimizza e sostiene che il suo partito non ha ricevuto finanziamenti cinesi: «Non credo che sia  vero. Abbiamo ottenuto i nostri soldi dalle donazioni dei cittadini dello Zambia e dalla gente del business, entrambi sono felici delle nostre performance di governo e vogliono che continuiamo». Le elezioni hanno detto che non era vero, con una schiacciante maggioranza che ha votato per l'opposizione del Pf di "King Cobra" nelle aree urbane e più "ricche".

L'arrivo dei cinesi in Zambia risale agli anni '70 quando costruirono la ferrovia che collega il Paese alla Tanzania. Negli ultimi 10 anni il commercio sino-zambiano è esploso dai 100 milioni di dollari del 2000 ai 2,8 miliardi di dollari del 2010, una montagna di affari che hanno trasformato il Mmd di Banda "RB" nel partito dei cinesi.  Secondo Simuntanyi  La Cina aveva tutto l'interesse a mantenere il Mmd al potere, per garantirsi un clima favorevole, anzi preferenziale, come quello del quale hanno goduto gli investimenti cinesi in Zambia negli ultimi anni, soprattutto per l'acquisto a buon mercato di diverse miniere di rame, cobalto e nichel, che erano state abbandonate dagli investitori occidentali quando i prezzi delle materie prime erano crollati. Ora Pechino con quei minerali ridiventati preziosi ci alimenta un pezzo della sua crescita.

Ma non sono solo le attività minerarie e le pessime condizioni di lavoro alla "cinese" alle quali sono costretti i lavoratori a far arrabbiare gli zambiani, c'è anche la crescente presenza cinese nel settore della distribuzione: dai prodotti tessili importati all'elettronica, fino agli allevamenti di polli gestiti da cinesi  che hanno invaso i  mercati cittadini. Inoltre in Zambia sono state realizzate 2 delle 6 Special economic zones (Sez) che la Cina ha costruito in Africa:  una a Chambishi vicino Kitwe nel Copperbelt, e l'altra alla periferia di Lusaka. Zone dove i "comunisti" cinesi applicano le politiche liberiste più sfrenate e ottengono dal governo incentivi fiscali favolosi. Le accuse ai cinesi di gestire fabbriche e miniere (spesso inaccessibili ai controlli) con pessime condizioni di lavoro e bassi salari fioccano, ma il governo di Banda ha sempre difeso gli amici cinesi, vantando una crescita del Pil senza precedenti, intanto reprimeva scioperi e rivolte dei minatori: La vittoria del Pf di Michael Sata potrebbe mettere fine all'impunità delle imprese cinesi e dei loro complici zambiani, e rendere loro molto più difficile la strada per aggiudicarsi appalti e commesse.

Quello che è chiaro è che la gente dello Zambia, soprattutto i giovani, i poveri, gli operai  e la classe media delle città, vuole cambiare e che questo potrebbe essere il primo segnale della rivolta democratica africana contro il nuovo colonialismo con gli occhi a mandorla.  

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