[21/09/2011] News

Il killer silenzioso della desertificazione: gestione sostenibile dei suoli per fermarlo

L'incontro di alto livello sulla desertificazione, organizzato dalla Convention to combat desertification dell'Onu (Unccd) non poteva avvenire in un contesto più drammatico: la siccità che colpisce il Corno d'Africa. Il presidente di turno dell'Assemblea generale dell'Onu, Nassir Adulaziz Al-Nasser, ha definito la siccità «un vero killer silenzioso. La desertificazione non uccide solo gli uomini, uccide anche il nostro svilupo e il nostro avvenbire. Siamo testimoni della fame nel Corno d'Africa. Lasciatemi reiterare il mio appello per un'azione urgente dell'Assemblea generale per proteggere quelle popolazioni».

Al-Nasser presenterà la sintesi delle discussioni sulla desertificazione alla Conferenza delle parti dell'Unccd nei Paesi gravemente colpiti dalla siccità e/o dalla desertificazione, in particolare in Africa, che si terrà dal 10 al 21 ottobre a Changwon, in Corea del sud, e alla Conferenza Onu sullo sviluppo sosteni bile Rio+20 prevista dal 4 al 6 giugno 2012 in Brasile. Ma Il viceministro degli esteri dell'Argentina,  Alberto D'Alotto, si è lamentato che l'Unccd  sia "al traino" delle Conferenze Unfccc di Durban e di Rio+20 ed anche diversi rappresentanti degli Stati più colpiti dalla siccità hanno condiviso le sue perplessità.

Ogni anno spariscono 12 milioni di ettari di terre coltivabili, inghiottite dalla desertificazione, in 10 anni il deserto e la siccità rendono improduttivo un territorio grande co me il Sudafrica e l'Unccd sottolinea che «Questa realtà è ancora più allarmante dato che le capacità globali di produzione alimentare dovranno aumentare del 70%, per nutrire i 9 miliardi di abitanti che dovrebbe contare il pianeta Terra nel 2050».

Nel dibattito all'IOnu è emersa la forte preoccupazione «Per la situazione dei 2,3 miliardi di persone che vivono nelle zone aride, nelle quali i mezzi di sussistenza, essenzialmente tratti dal bestiame e dalla coltivazione della terra, sono minacciati dalla desertificazione».

Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha detto: «Facciamo dell'utilizzo sostenibile dei suoli una svolta della green economy per  l'eradicazione della povertà e lo sviluppo sostenibile. Gli abitanti delle terre aride del pianeta sono tra le popolazioni più povere e più vulnerabili, soprattutto ai rischi di fame. Oggi le zone aride del Corno d'Africa stanno subendo una delle più drammatiche crisi alimentari del mondo. Più di 13 milioni di persone in questo momento hanno bisogno di aiuto umanitario urgente à Gibuti, in Etiopia, in Kenya e in Somalia.  La sopravvivenza di questa gente dipende da suoli degradati, nei quali la produttività è diminuita al di sotto del livello di sussistenza alimentare. Se non viene messo fine al fenomeno della desertificazione, i suoi impatti rischiano di annichilire i nostri sforzi di lotta contro la povertà, così come quelli sviluppati in favore della realizzazione degli obiettivi del Millennio e per lo sviluppo sostenibile. Siamo franchi: la siccità non deve più trasformarsi in fame. Troppo spesso la comunità internazionale ha reagito tropopo tardi» Per questo ha sottolineato «la necessità di mettere l'utilizzo sostenibile delle terre al centro delle politiche pubbliche dei governi».

Il segretari esecutivo dell'Unccd, Luc Gnacadja, ha sottolineato che questo è un probblema globale, non solo dei disperato del Cornoi d'Africa: «La desertificazione fa ciorrere un rischio a ciascuno di noi. Tra la sopravvivenza e l'estinzione della specie umana, ci sono solo una decina di centimetri di suolo fertile».

Ban a chiesto alla comunità internazionale di prendere davvero coscienza del fatto che «le zone aride, cioè il 40% della supoerficie terrestre del pianeta, sonon anche troppo spesso dei deserti in termini di investimenti, perchè sono percepite dai governi e dagli altri protagonisti internazionali come una causa già persa. Niene è però più lontano dalla verità».

Nassir Adulaziz Al-Nasser ha insistito per la messa in campo di strategie gliobali che appoggino le iniziative loicakli in corso «al fine di pervenire ad un tasso di degradazione dei suoli pari a zero». L'esempio da seguire sarebbe quello della "grande muraglia verde" voluta dall'Unione africana che dovrebbe attraversare tutto il Sahel con una nuova foresta di alberi, dal Senegal a Gibuti.

All'incontro di alto livello sulla desertificazione ha partecipato anche il nostro ministrodell'ambiente Stefania Prestigiacomo che ha sottolineato: «Il tema di cui si occuperà l'Assemblea generale è particolarmente importante anche per l'Italia, essendo sia un Paese contribuente nell'ambito della Convenzione che un Paese che in prospettiva potrebbe essere interessato direttamente dalla desertificazione, relativamente ad alcune regioni. Pertanto è necessario mantenere alto il livello di studio, ricerca ed approfondimento su cause ed effetti di tale fenomeno».

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