[15/09/2011] News

Comitato referendario "2 Sė per l'Acqua Bene Comune": Sacconi deve dimettersi

Il governo (e non solo) non ha digerito gli esiti del referendum sull'acqua. Era chiamato a varare una nuova norme in materia (in particolare a portare chiarezza sulla questione tariffaria dopo l'abolizione della remunerazione del capitale investito), invocata dalle stesse aziende che vedono bloccati gli investimenti e non lo ha fatto.

Mezze dichiarazioni, in questo periodo, sono arrivate da vari esponenti del governo per screditare o ridurre la portata dell'esito referendario ma il segno lo ha passato il ministro del Lavoro Sacconi al Convegno del Centro studi di Confindustria, dove ha detto: «Mi auguro che troveremo presto il modo di mettere in discussione il referendum sull'acqua nei prossimi mesi».

La frase infelice (probabilmente seguirà rettifica) ha fatto andare su tutte le furie il Comitato referendario "2 Sì per l'Acqua Bene Comune": «Si tratta di una dichiarazione che rappresenta di fatto un "golpe" contro la volontà chiaramente espressa il 12 e il 13 giugno 2011 di 27 milioni di cittadini e garantita dalla nostra Costituzione, la stessa alla quale il ministro Sacconi deve attenersi. La maggioranza dei cittadini italiani, con un voto chiaro e democratico ha, di fatto, sfiduciato Sacconi che invitiamo al più presto a rassegnare le dimissioni da ministro della Repubblica Italiana».

La manovra fatta di tagli e tasse, che deprime il lavoro, deve aver scombussolato il ministro che alterna barzellette (forse imparate dal premier) a frasi sconcertanti. «Il Ministro Sacconi e tutti coloro che vorranno mettere in atto scempi alla democrazia contro referendum si troveranno davanti alla netta opposizione dei cittadini e delle cittadine italiane che la scorsa primavera hanno votato 2 Sì per l'Acqua Bene Comune» hanno concluso dal Comitato referendario.

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