[15/09/2011] News

Sarkozy, Cameron (e gli americani) fanno rotta sul petrolio della Libia. I francesi "scoprono" la terza via araba: la democrazia

Il presidente francese Nicolas Sarkozy e il primo ministro britannico David Cameron, accompagnati dal filosofo Bernard-Henri Lévy (l'ispiratore dell'avventura francese in Libia) sono in visita  «a sorpresa» in Libia, dove visiteranno un ospedale a Tripoli, incontreranno il dirigenti del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Mustapha Abdel Jalil e Mahmoud Jibril e, dopo una conferenza stampa, andranno a ricevere i ringraziamenti di Bengazi, la capitale della ribellione che hanno difeso ed armato contro le truppe di Gheddafi.

Secondo la radio Europe 1, «due aerei  con le insegne République française sono decollati poco prima delle 6,30 di giovedi mattina dall'aeroporto di Villacoublay (Yvelines), nella banlieue parigina» a bordo c'è anche il ministro degli esteri francese Alain Juppé.

Le Monde spioega che «la visita cade mentre si accumulano le scoperte per Sarkozy: coinvolgimento nell'affaire di Karachi, messa in causa dei contratti firmati il leader Gheddafi  (oggi introvabile) all'inizio del quinquennato e rivelazioni di Dominique de Villepin nell'affaire Clearstream».

Sarkozy (e Cameron) vanno all'estero per rifarsi un'immagine in patria, ripresi dalle televisioni mentre parlano alla folla adorante ed acclamante di Bengazi che li ringrazia per aver voluto l'intervento Nato in Libia. Sarkozy dal 28 giugno, quando Martine Aubry si è candidata alle primarie del Partito socialista per le presidenziali, ha saturato ogni spazio mediatico: è dappertutto con conferenze stampa, visite in campagna e il colpaccio della nomina di Christine Lagarde a capo del Fondo monetario internazionale. Tutte cose che gli hanno fatto recuperare puinti nei sondaggi. Ma la vera ragione della spedizione libica di oggi (e della guerra) è il petrolio e Sarkozy e Cameron sembrano averla decisa dopo che hanno saputo che in Libia c'era già il sottosegretario di Stato Usa, Jeff Feltman, «per valutare la situazione sul terreno», come ha detto ieri il portavoce del Dipartimento di Stato Mark Toner.

Feltman ha incontrato un «largo ventaglio di libici» compresi  il presidente del Cnt Jalil e rappresentanti della società civile ed ha assicurato che gli Usa rispetteranno la sovranità della Libia ed ha aggiunto che «gli Stati Uniti cercheranno una relazione opiù ampia con la Libia, basata sul mutuo rispetto degli interessi comuni» che poi sono quelli petroliferi e geopolitici nell'area Mediterraneo-Sahara-Sahel.

Le stesse preoccupazioni/tentazioni di Sarkozy e Cameron che, secondo quanto scrive l'Afp, citando fonti del Cnt, a Tripoli parleranno anche dell'invio di circa 160 poliziotti francesi che dovrebbero partecipare alla messa in sicurezza di una città ancora in preda a faide, vendette, caccia al "nero" e saccheggi.

La visita sembra circondata da un forte riserbo, la presidenza francese non ha rilasciato nessuna dichiarazione o comunicato stampa. Ma l'esaltazione delle opere del capo guerriero è stata delegata ad alcuni volenterosi ministri francesi che hanno detto che ò la visita in Libia di Sarkozy e Cameron sarà un «momento storico che testimonia il sostegno dell'Europa alla democrazia in questo Paese sbarazzatosi di Mouammar Gheddafi».

Pensando probabilmente agli accordi segreti già stipulati con il Cnt per mettere le mani su almeno un terzo del petrolio libico, il ministro dell'economia francese, François Baroin, non sta più nella pelle ed  ha detto infiammato di grandeur patriottica e neocoloniale a radio France Info : «E' un successo diplomatico, è un successo militare, è un successo di una certa idea di libertà, del ruolo e del posto della Francia nel mondo. E' un gesto forte, è un momento storico,  così come è stato un momento storico vedere i primi aerei sorvolare si le forze di Gheddafi che le forze ribelli. E' un momento storico quel che avverrà oggi in LIbia».

Il Ministro francese agli affari europei, Jean Leonetti, non è stato da meno su I-Télé: «L'Europa appoggia la democrazaia, è la ragione della visita di David Cameron e di Nicolas Sarkozy. E' una svolta storica nella politica francese ed europea di fronte ai Paesi arabi. E' la prima volta che delle truppe europee permettono ad un popolo arabo di liberarsi di una dittature». E questo è indubitabilmente vero, visto che fino ad ora le truppe francesi avevano appoggiato tutti i dittatori arabi e africani fedeli a Parigi e in diversi posti continuano a farlo...

Ma per Leonetti questi sono dettagli: «Diciamo semplicemente  la politica è cambiata. Prima dicevamo «in un Paese arabo o c'è una dittatura, o c'è il fanatismo islamico». Bene, c'è una terza via, la democrazia, e l'Europa appoggia questa democrazia, con le armi per liberare i popoli, con l'appoggio democratico e questa è la ragione della visita. L'Europa appoggia anche questo Paese perchè le ha detto: dovete aiutarci ad evolverci verso uno Stato democratico».

A parte l'incredibile scoperta che esiste anche una via democratica araba, peccato che le armi in possesso dei dittatori dei quali si sono sbarazzati tunisini, egiziani e libici e dei quali vorrebbero sbarazzarsi gli yemeniti, i siriani e il popolo del Bahrein siano state foirnite da francesi, inglesi, americani, italiani, russi, cinesi, ora tutti seduti al banchetto post-Gheddafi imbandito dal Cnt, dimentichi ed affratellati dal petrolio.

Intanto, mentre in Libia si cerca di eliminare le ultime sacche di resistenza e gli occidentali tentano il lavacro petrolifero dell'appoggio neocoloniale alle dittature, l'Unione Africana (Ua) torna a chiedere, da Pretoria, in Sudafrica, un governo di unità nazionale.  

Diversi Paesi africani hanno riconosciuto iol Cnt, ma l'Ua continua a rispettare la sua road map per la Libia che non riconosce vera legittimità al Cnt e chiede un governo che comprenda le forze fedeli a Gheddafi.

Il Cnt ha inviato una lettera all'Ua nella quale si dice disposto ad un governo di unità nazionale che unisca tutti i gruppi e le tribù del Paese, con una cessazione immediata delle ostilità.

Forse la via per la democrazia in Libia sarà molto più complicata e difficile di quanto vogliono far credere i liberatori Sarkozy e Cameron.

 

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