[13/09/2011] News toscana

Il Pdl della Toscana chiede l'eradicazione dei cinghiali dall'Elba. Spiazzati sindaci e cacciatori

Domani all'Elba ci sarà la riunione istituzionale in Prefettura sull'emergenza cinghiali, i sindaci si presenteranno divisi sulla questione dell'eradicazione, ma il vicepresidente del Parco Nazionale Angelo Banfi (vicesindaco Pdl di Porto Azzurro) si era espresso contro, aprendo una crisi istituzionale nell'Ente Parco, spalleggiato dai sindaci Pdl di Marciana Marina, Capoliveri e Rio Marina.

Ma alla vigilia della riunione arriva come uno tsunami politico un'interrogazione del gruppo del Pdl della Regione Toscana che si schiera apertamente con il Parco Nazionale, Legambiente, gli agricoltori e gli albergatori che chiedono l'eradicazione dei cinghiali, non temendo di sconfessare così né i sindaci elbani né i cacciatori che allElba sono in massa fedelissimi elettori del Popolo delle libertà.

«Loro zampettano e grufolano felici per boschi e per valli; un po' meno felici sono gli elbani, costretti a sopportarne danni e devastazioni. Gli imputati? I cinghiali, il cui numero all'Isola d'Elba appare ormai fuori controllo e le cui scorribande danneggiano tutti i cittadini e, in particolare, gli agricoltori e le imprese», scrive il Consigliere regionale Marco Taradash, che in una nota assicura di  aver portato  la questione fin sui tavoli della giunta regionale con un'iniziativa sostenuta anche dai suoi colleghi in Commissione agricoltura Claudio Marignani (vicepresidente) e Roberto Benedetti.

«Ciò che si chiede alla giunta è semplice ma definitivo: "Eradicare il cinghiale dal territorio elbano" - dice Taradash - Sì perché la bestia, lì, non è specie autoctona. Infatti, spiegano Taradash e i suoi colleghi nel loro documento, «il cinghiale maremmano è estinto dall'Elba fin dai primi anni del 1800». Questi cinghiali qui sono stati «importati dall'Europa dell'Est negli anni '60 e poi ibridati con suini domestici per renderli più prolifici e di grandi dimensioni». Operazione perfettamente riuscita, si direbbe. Persino troppo. Tanto che ora, spiegano Taradash ed i suoi colleghi di partito - L'emergenza cinghiali all'Isola d'Elba è ormai un fenomeno fuori controllo che ha reso insufficienti gli oltre 1.700 abbattimenti operati nel 2011 per ridurre il numero degli esemplari che, spinti dalla fame, arrivano fino alla spiaggia, tra le aziende agricole e tra i turisti dei campeggi, devastando ortaggi e vigneti nonché provocando danni a muri a secco e argini oltre che causando incidenti stradali e mettendo anche a rischio l'incolumità delle persone. Roba da far risultare delle dilettanti le locuste delle piaghe d'Egitto».

Il OPdl Toscano è convinto che quello che i suoi sindaci e i cacciatori vorrebbero far durare all'infinito possa durare ancora per poco, «se la Regione darà seguito alle richieste di Taradash e dei suoi colleghi», che chiedono al governatore Enrico Rossi e all'assessore all'agricoltura Gianni Salavadori «di predisporre un piano di eradicazione del cinghiale dal territorio elbano, così dome a gran voce richiesto dai cittadini a vario titolo danneggiati dal fenomeno, in primis dagli operatori agricoli e dalle imprese turistiche e agrituristiche che si stanno costituendo in "Comitato per l'eradicazione del cinghiale dall'Isola d'Elba».

Cacciatori e sindaci trovano invece un forse non inatteso aiuto nell'Ente nazionale protezione animali (Enpa) dell'Elba che, se è vero che in un comunicato scrive «in merito alle recenti vicende riguardanti la popolazione di cinghiali presenti nell'Isola d'Elba, e la prassi dei ripopolamenti, causa di numerosi presunti squilibri faunistico-ambientali, Chiediamo anzitutto il rispetto delle normative nazionali, della legge sulla tutela della fauna selvatica e di quella sui parchi, che escludono ogni coinvolgimento del mondo venatorio dalla gestione faunistica. Infatti proprio con i ripopolamenti, voluti e gestiti dai cacciatori, che sono stati causati grossi squilibri ambientali; danni che possono essere sanati dal mondo scientifico e non certo dalle "doppiette"».  Poi passa a criticare alcune delle misure necessarie all'eradicazione e l'eradicazione stessa: «Uccidere gli animali con la pratica degli abbattimenti selettivi non serve a nulla.  Ma proporre addirittura una eradicazione della specie, che necessariamente comporterebbe uno sterminio,  è assolutamente inaccettabile».

Secondo L'Enpa «l'unica via percorribile é invece quella della sterilizzazione; una pratica incruenta che comporta tuttavia un aggravio di costi, comunque ammortizzabili nel tempo. Ci auguriamo che il Parco non prenda in considerazione abbattimenti e metodi cruenti, avversati dalla maggioranza dei cittadini.  Ogni anno riceviamo infatti numerosissime mail di protesta che riferiscono di spari anche nel pieno della stagione turistica e perfino in prossimità delle case. Ci auguriamo che si possa finalmente cambiare strada imboccando quella che porti al rispetto degli animali e delle nostre leggi».

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