[13/09/2011] News toscana

Toscana: i pendolari sono una "categoria a rischio"?

C'è da lavorare ancora molto in Toscana per migliorare il trasporto pubblico locale su ferro dove pesano le inefficienze di Rfi per la rete e di Trenitalia per il materiale rotabile. La Regione ha alzato più volte la voce ma i risultati ottenuti non sono ancora completamente apprezzabili da chi quotidianamente su brevi o medie tratte prende il treno per studio o lavoro: i cosiddetti pendolari, che pare siano diventati una "categoria a rischio". A testimonianza di ciò ieri si è verificato un episodio paradossale sul treno interregionale Foligno-Firenze: decine di persone sono rimaste chiuse in alcune carrozze che erano "fuori servizio" (l'avviso pare che fosse mimetizzato) ma con sportelli aperti. I passeggeri, ignari di ciò che li aspettava, sono saliti sui convogli e da Figline Valdarno sono rimasti bloccati nelle carrozze fino a Firenze, dove grazie all'intervento della Polfer sono stati liberati. Roba da Far West che testimonia le inefficienze e la superficialità con cui viene gestito questo servizio nel cuore della Toscana, Regione di uno dei più avanzati paesi al mondo.

E questo quando va bene. Quando va male i treni non sono disponibili. Il Comitato pendolari Valdarno-direttissima ha denunciato ulteriori tagli sulla linea lenta Firenze-Arezzo: altre 13 corse cancellate definitivamente e 22 ri-accorpate con cambiamenti di orario. Complessivamente la riorganizzazione (in questo caso sotto accusa è finita la Regione Toscana) colpisce 35 treni nel Valdarno superiore.  Ma anche i pendolari del Mugello denunciano lo spostamento di alcuni convogli, come quello delle 13.40 da Firenze via Vaglia che non trova più la coincidenza del bus sostitutivo che partiva alle 14.30 e che in pochi minuti arrivava a Vicchio. 

«Su queste linee la situazione del servizio di trasporto ha raggiunto da tempo livelli inaccettabili e non più sostenibili dagli utenti a causa di ritardi, disagi, sovraffollamenti e scarso decoro, guasti soppressioni, livelli insufficienti di sicurezza - denunciano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - stiamo parlando di servizi che per pochi minuti possono alterare e condizionare il ritmo tra i tempi di lavoro e di libertà facendo spesso sacrificare quest'ultima in lunghe attese alle stazioni o costringendo all'uso di mezzi privati più costosi e inquinanti». Per avere un modello di sviluppo alternativo, compatibile con l'ambiente, non si può prescindere da un intervento radicale sul trasporto pubblico su ferro di persone e merci che deve diventare non solo accettabile ma competitivo.

Sappiamo che si tratta di una rivoluzione culturale in un paese che ha sempre sostenuto anche con i soldi pubblici il trasporto individuale su gomma. Considerati gli impegni sui temi ambientali che abbiamo assunto come paese rispetto agli scenari globali e la crisi finanziaria in atto, potrebbe essere il momento per un segnale innovativo in questa direzione (si tratterebbe di un sostegno all'economia reale) che però non è in grado di fornire chi attualmente governa il Paese.

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