[08/09/2011] News toscana

Urbanistica, Marson: con la legge regionale 40/2011 pił trasparenza e partecipazione

L'assessore regionale all'urbanistica Anna Marson (Nella foto) in un editoriale pubblicato su Tosca Notizie, ha sottolineato i meriti della legge regionale 40/2011 entrata in vigore lo scorso 5 agosto, che a suo avviso scongiura la deregulation edilizia e urbanistica del decreto sviluppo del governo. «La prossima settimana, se la Regione non avesse provveduto a legiferare recependo i contenuti edilizi e urbanistici contenuti nel cosiddetto "decreto sviluppo" varato dal governo nello scorso mese di maggio, successivamente convertito nella legge 106 del 12 luglio 2011, sarebbero scattate automaticamente una serie di deroghe alle previsioni urbanistiche vigenti, consentendo cambi di destinazione d'uso, premialità volumetriche e delocalizzazioni fuori da qualunque regola. La nuova legge regionale, rappresenta un importante avvio del lavoro di semplificazione e chiarificazione nel settore delle procedure edilizie e dà una spinta ai processi di rigenerazione urbana, come alternativa all'ulteriore consumo di territorio agricolo».

L'assessore ha spiegato poi quali sono le caratteristiche principali della nuova norma, e gli ambiti di interesse.  Per quanto riguarda l'edilizia viene in primo luogo articolata e completata la disciplina della Scia (segnalazione certificata di inizio attività, che ha sostituito la Dia) ed è stata introdotta una ulteriore semplificazione, non prevista dalla norma statale, che ammette tre diverse categorie di titoli edilizi (Scia, superDia e permesso a costruire), riducendoli a due (Scia e permesso a costruire) con una conseguente riduzione degli oneri per cittadini e imprese. La legge specifica inoltre gli interventi finalizzati al riutilizzo e recupero degli edifici con destinazione d'uso produttiva (industriale o artigianale). Le premialità volumetriche previste dal decreto sviluppo sono ricondotte al mantenimento della destinazione d'uso produttiva e alle aree definibili come tali, oltre che condizionate a interventi di miglioramento dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale degli edifici.

«L'aspetto più innovativo- ha continuato Marson- è costituito peraltro dalla differenziazione delle procedure impiegabili nel riuso delle aree già urbanizzate rispetto a quelle vigenti in generale (e dunque anche per il consumo di nuovo territorio agricolo), introducendo una nuova procedura per la rigenerazione delle aree urbane degradate qualificata da quattro elementi: concorsi, commissioni di valutazione competenti , discussione pubblica, edilizia sociale.  I comuni infatti possono predisporre, a condizione che abbiano un Piano strutturale approvato e in coerenza con questo, la ricognizione di tali aree accompagnata da specifiche schede sulle condizioni di degrado presenti, sugli obiettivi di riqualificazione che si intendono conseguire, sui parametri di riferimento per gli interventi e sugli incrementi che non potranno comunque superare il 35 per cento della superficie utile lorda esistente o in alternativa la densità delle aree contigue. Una quota non inferiore al 20% della superficie utile lorda complessiva dovrà essere destinata ad interventi di edilizia sociale».

Quando i comuni avranno effettuato la ricognizione delle aree degradate potranno essere presentati piani di intervento comprensivi del progetto preliminare di riqualificazione urbana. «Ma per redigere i progetti, e questa è una novità cui teniamo molto- ha sottolineato Marson- si dovrà ricorrere a concorsi con avviso al pubblico oppure a un invito diretto ad almeno tre progettisti. Per la valutazione degli interventi è prevista l'istituzione di un'apposita commissione giudicatrice i cui componenti tecnico-scientifici sono selezionati mediante procedure di evidenza pubblica. I piani di intervento saranno oggetto di pubblicazione, e dovranno essere discussi in un'assemblea pubblica al fine di favorirne la conoscenza e raccogliere osservazioni e contributi dei cittadini» ha concluso l'assessore.

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