[01/09/2011] News

Il disastro nucleare di Fukushima fa saltare i programmi dell'Iter

Secondo un comunicato di "Iter Organization" «l'inizio del reattore sperimentale iternazionale "Iter" dovrebbe conoscere un anno di rtitardo, in conseguenza del sisma in Giappone che  ha ritardato la fornitura di alcuni elementi», il Centro di ricerca giapponese sulla fusione  di Naka, a 100 km a nord-est di Tokyo ha subito gravi danni a causa del terremoto. L'impianto per i test e lo sviluppo dei magneti superconduttori è stato perticolarmente danneggiato  e i magneti costituiscono un componente vitale per l'International thermonuclear experimental reactor, dato che permettono all'Iter di mantenere in sospensione il plasma, lo stato della materia senza il quale non si possono produrre le reazioni di fusione  termonucleare. Si tratta di un progetto con una durata di 35 anni che punta a fare della fusione termonucleare una fonte di energia illimitata, producendo temperature altissime, dell'ordine di 100 milioni di gradi, eliminando gran parte delle scorie prodotte dai reattori "tradizionali".

Il direttore generale dell'Iter, il giapponese Osamu Motojima, ha proposto di affidare la realizzazione di questi componenti ad altri Paesi membri dell'Iter Organization, ma la cosa sarà discussa solo in autunno ed è difficile trovare le competenze elevate richieste. Inoltre tutto questo causerà un forte aumento dei costi e l'Ier si è già rivelato un pozzo senza fondo che risucchia finanziamenti pubblici.

Il terremoto/tsunami dell'11 marzo è stato un dramma per il nucleare mondiale ed un disastro per il progetto Iter   che ora è costretto a rivedere tempistica, finanziamenti e realizzazione, cercando di minimizzare i ritardi in un cantiere che è stato avviato solo nell'agosto 2010 a Saint-Paul-Lez-Durance, nel sud-est della Francia, vicino al famigerato Centre de recherches nucléaires de Cadarache.

L'ottenimento del primo plasma ora è previsto prima della fine del 2020, invece che nel 2019, e il nuovo calendario dei lavori  dovrà essere formalizzato dal Consiglio di Iter Organization del 17 e 18 novembre a Saint-Paul-Lez-Durance.

Iter Organization è stata istituita il 24 ottobre 2007, dopo la ratifica dell'accordo Iter  da parte di Euratom (quindi tutti i Paesi Ue, compresa l'Italia), Cina, India, Giappone, Corea del sud, Russia ed Usa. Si tratta di un progetto di cooperazione internazionale per sviluppare la fusione nucleare come d fonte di energia.

L'idea è stata lanciata nel 1985, gli studi di progettazione della fusione erano iniziati già nel 1988, per poi arrivare al progetto  Iter nel 2001, dopo il Joint Implementation Agreement ha definite le fasi di realizzazione, gestione e dismissione dell'impianto sperimentale ed i costi che ogni partner deve sostenere durante i 10 anni previsti per la sua costruzione  e per i 20 anni di gestione e poi per la dismissione. Un costo che l'Iter Organization stima in 10 miliardi di euro per tutta la durata di vita del reattore, ma che in realtà è già arrivato a 15 miliardi, inoltre c'è la fornitura "in natura" dei componenti che devono fornire i Paesi aderenti al progetto. All'Iter Organization lavoravano 450 persone già prima dell'avvio del cantiere francese.

Tutto bene? Non proprio a sentire il Premio Nobel per la fisica Masatoshi Koshiba, «Iter è estremamente pericoloso dal punto di vista della sicurezza e della contaminazione ambientale.(...) Il trizio è altamente tossico con una dose mortale di 1mg. I  2 kg di trizio presenti nell'Iter  potrebbero uccidere 2 milions di persone.(...) Il flusso radioattivo di 2kg di trizio è poco più  dello stesso livello che quello prodotto dall'incidente di Chernobyl». Nei documenti più recenti di Iter Organization si legge che in realtà nell'impianto francese saranno presenti 4 kg di trizio.

Dopo la catastrofe  nucleare di Fukushima Daiichi , su richiesta dello stesso governo francese,  l'Autorité de Sureté Nucléaire (Asn) deve «Rivalutare la sicurezza delle installazioni nucleari» ed anche il centro di  de Cadarache è interessato agli stress test. Iter Organization dovrà presentare un rapporto nell'autunno 2012 sulla sicurezza del sito e dell'impianto, che dopo sarà valutato dall'Asn.

Quest'estate è stata condotta sull'autorizzazione Iter una "enquête publique" ed gli ambientalisti francesi hanno scatenato una cyberaction  con  più di 9.000 firme raccolte sotto una petizione anti-Iter ed oltre 10.000 lettere con osservazioni inv iate alla commissione di inchiesta, sul cui tavolo sono anche arrivate le proteste di diversi parlamentari e amministratori locali francesi e una lettera aperta di scienziati che smonta il progetto Iter. Le decisioni della commissione di inchiesta sono attese entro settembre, ma la cyber azione continua per tenere sotto pressione gli eurodeputati della Commissione bilancio che sembrano molto restii a continuare a finanziare gli enormi sovra-costi  dell'Iter financement de l'énorme surcoût du projet.

La petizione è stata lanciata dal Collectif Stop Iter e sostenuta da Réseau Sortir du Nucléaire, Médiane SdN, Comité de Défense de l'environnement de Jouques et Peyrolles, Agir Santé Environnement, Association pour les Energies renouvelables et l'Ecologie, Association pour la Promotion des Techniques Ecologiques, Attac Sud Luberon, Pays d'Aix Ecologie Apt Initiative Environnement, Confédération Paysanne France, Association Santé Environnement France, Arc Environnement, Bio consom'acteurs Provence, Europe Ecologie-Les Verts, Nouveau Parti Anticapitaliste, Partit Occitan, les Alternatifs e Greenpeace.

Anche l'Asn nel suo "Livre blanc du tritium" pubblicato nel 2010 riconosce la pericolosità del trizio utilizzato dall'Iter come sottostimata sia per gli esseri umani che per gli altri esseri viventi.

Ma anche la promessa di eliminare le scorie non regge: Iter produrrà a fine vita più di 30.000 tonnellate di material altamente radioattivo che rimarrà sul posto per 400-800 anni. Inoltre, verranno utilizzati elementi altamente tossici e cancerogeni: trizio, berillio, piombo, ecc. che in caso di esplosione renderebbero inabitabile una grande area.  

Secondo la coalizione di associazioni anti-Iter, «è totalmente irresponsabile costruire un banco di prova da  15 miliardi di euro, i test avrebbero dovuto essere stati fatti  prima della costruzione della macchina»,  

Inoltre l'International fusion material irradiation facility  previsto in Giappone, che doveva studiare il comportamento dei materiali principali dell'Iter sottoposti ad elevate radiazioni, non è stato ancora realizzato. Gli ambientalisti concludono: «E' aberrante pretendere di costruire l'Iter mentre i materiali che lo costituiscono non sono stati ancora finiti di testare».

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