[31/08/2011] News

Trecento milioni dall'Ue per la pace e la sicurezza in Africa

La guerra in Libia, le rivoluzioni e le turbolenze in Nord Africa, l'instabilità endemica dei Paesi saheliani, le guerre e guerriglie inestinguibili dell'Africa nera e la tragedia della fame e della siccità nel Corno d'africa, preoccupano sempre di più l'Unione europea, memore delle responsabilità che le derivano dal suo passato coloniale e dall'egemonia che ha esercitato su praticamente tutto il continente, fino all'arrivo dei russi e degli americani prima ed ora dell'invasione politica-commerciale cinese, indiana, araba e brasiliana.

Anche per questo probabilmente la Commissione europea ha deciso oggi di incrementare l'African Peace Facility (Fondo per la pace in Africa-Apf) con 300 milioni di euro «per sostenere iniziative a favore della pace e della sicurezza in Africa a livello sia regionale che continentale».  

Istituito nel 2003 su richiesta dell'Unione africana, l'Apf è uno strumento con il quale l'Ue sostiene il programma Africa Peace and Security. Nel corso degli anni ha finanziato operazioni di pace condotte dall'Africa (607 milioni di euro) e ha fornito contributi sostanziali per il rafforzamento delle capacità istituzionali africane in materia di pace e sicurezza a livello continentale e regionale (100 milioni di euro), oltre ad appoggiare numerose attività di mediazione (15 milioni di euro). Il Fondo è anche un importante strumento di finanziamento della strategia comune Africa-Ue, in particolare del partenariato per la pace e la sicurezza adottato a Lisbona nel dicembre 2007.

Oltre alle operazioni di pace, l'Apf sostiene la struttura africana di pace e di sicurezza, che dovrebbe essere basata sulla prevenzione, gestione e soluzione dei conflitti. Dal 2004 sono stati stanziati 100 milioni di euro per finanziare attività dirette a potenziare le capacità delle istituzioni africane a livello continentale e regionale.

Il nuovo finanziamento riguarda il periodo 2011-2013 ed è rivolto all'Unione africana (orfana dei cospicui fondi di Gheddafi) e di organizzazioni regionali africane «è destinato a sostenere iniziative mirate, regionali e continentali, nei settori della prevenzione, della gestione e della soluzione dei conflitti e della costruzione della pace.

Il commissario Ue per lo sviluppo, Andris Piebalgs, ha detto che «si calcola che in Africa più di 200 milioni di persone vivano tuttora in zone di conflitto, il che vanifica gli sforzi per alleviare la povertà. Per gettare le fondamenta di uno sviluppo sostenibile in Africa, occorre garantire sicurezza e stabilità. Negli ultimi anni il Fondo per la pace ha favorito numerose operazioni africane di sostegno alla pace. La decisione di oggi conferma il saldo appoggio dell'Unione europea alle organizzazioni africane nelle loro iniziative volte a prevenire i conflitti e a mantenere la pace nelle zone critiche».

L'alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri, Catherine Ashton, ha detto che «l'Unione europea non risparmia i suoi sforzi per sostenere il lavoro svolto dall'Unione africana per pacificare il continente, come dimostra questo contributo supplementare. Plaudiamo ai Paesi che hanno mobilitato le loro truppe per missioni di sostegno alla pace, quale l'Amisom in Somalia. Tuttavia, occorre impegnarsi di più. Incoraggiamo quindi gli altri paesi africani a farsi avanti e sostenere l'Unione africana in questo sforzo. Invito inoltre l'intera comunità internazionale a incrementare il suo contributo alla costruzione della pace e della stabilità in Africa».

Attualmente l'Afp finanzia la missione dell'Economic community of Central African States (Eccas) ) per il consolidamento della pace nella Repubblica Centrafricana (Micopax) e la missione dell'Unione africana in Somalia (Amisom).

L'Amisom appoggia le istituzioni federali transitorie somale nella stabilizzazione e nel proseguimento del dialogo politico e della riconciliazione ed ha anche il compito di facilitare la consegna di aiuti umanitari e di creare le condizioni necessarie per la ricostruzione, la riconciliazione e lo sviluppo sostenibile in Somalia. Compiti che non sembrano aver avuto grande successo e l'Amisom è stata spesso accusata di aver favorito la presenza di truppe dell'Etiopia, il nemico storico della Somalia.  

L'Ue comunque rivendica il fatto dei essere «Uno dei principali finanziatori dell'Amisom fin dallo spiegamento della missione, sia tramite l' l'African Peace Facility , sia tramite contributi bilaterali da parte dei suoi Stati membri. Il contributo complessivo dell'Apf all'operazione ammonta a 208,4 milioni di euro e copre costi quali indennità, assistenza sanitaria, alloggio, carburante e apparecchiature di comunicazione».

Un altro esempio di iniziative finanziate con l'Apf di cui l'Ue va fiera è il sostegno all'High Level Implementation Panel dell'Unione Africana (Auhip) per il Sudan, che secondo la Commissione europea «Ha favorito il processo di mediazione nel Paese e ha consentito di far partecipare ai negoziati la società civile. Il lavoro del gruppo ha permesso di contribuire a risolvere il conflitto nel Darfur (per la verità ancora in atto seppure a "bassa intensità", ndr). Con un finanziamento di 305 milioni di euro, la missione dell'Unione africana in Sudan è quella che finora ha ricevuto la quota maggiore dei fondi dell'Ue.

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