[31/08/2011] News

La manovra, la bufala dei sindaci scova-evasori e la buona politica che verrą

La manovra lacrime e sangue del governo è la palpabile (ma eterea e fantasmagorica nella sua cangiante natura) dimostrazione di come si sia ridotta la classe dirigente italiana e di quanto il berlusconismo e la politica leaderistica (nazionale e locale) abbiano terremotato l'assetto istituzionale del nostro Paese.

Fa molto discutere l'ultima trovata delle pensioni (rientrata oggi al ritorno a Roma per manifesta impraticabilità di campo), che escludeva gli anni di militare e della laurea, dopo che uno stuolo di  politici e il direttore di Libero Maurizio Belpietro ci avevano detto che non si poteva, per coerenza di galantuomini, rompere il patto indecente dell'impunità dello scudo fiscale per gli evasori che avevano portato i capitali all'estero, evidentemente lo stesso patto lo Stato non deve rispettarlo con i galantuomini che hanno pagato i contributi in Patria...

Ma proprio dalla malattia tutta italiana degli scudi per i furbi, dei condoni fiscali ed edilizi a raffica, dall'amorevole soccorso politico ed amministrativo a chi non rispetta la legge, l'ambiente, il territorio e il patto sociale che tiene in piedi un qualsiasi Stato civile con le tasse, nasce l'impossibilità di attuare alcune delle misure contenute (in attesa di un'altra cena tra leghisti e Berlusconiani che le riscriva) nella manovra tremontiana. A cominciare dalla bufala di far scovare gli evasori fiscali ai comuni.

Ci stanno raccontando, senza nemmeno che gli venga da ridere, che i Comuni che non sono nemmeno in grado di far pagare Tarsu e Tia, Ici e bollette dell'acqua, che si sono stati costretti ad affidarsi ad un levitano come Equitalia per farlo, ora scoveranno gli evasori e riempiranno le loro casse svuotate da anni di manovre di un governo che "non ha mai messo le mani in tasca ai cittadini" solo perché ha delegato il compito ad altri.

Ci vogliono dire che i comuni che non possono assumere, troveranno (con quali mezzi, uomini e risorse?) gli oltre 200 miliardi di evasione fiscale che farebbero istantaneamente dell'Italia un Paese stabile e virtuoso, che i vigili urbani scoveranno i rivoli che formano il Rio delle Amazzoni dell'evasione che prosciuga le tasche ed i servizi degli italiani onesti.

Si tratta (escluso rari, fulgidi e brevi esempi) degli stessi comuni che non si sono accorti degli oltre due milioni di case abusive che infestano il loro territorio, delle centinaia di case fantasma non accatastate, dell'appropriazione indebita del Demanio costiero, dell'economia in nero ma visibilissima... cioè delle metastasi estese che alimentano la rendita, il caporalato, il lavoro clandestino, l'evasione e l'elusione fiscale, la distruzione del territorio con seconde case, alle quali i prossimi cacciatori di evasori hanno già concesso residenze di comodo per non pagare l'Ici....

Si tratta degli stessi amministratori che spesso, soprattutto nei comuni minori, rappresentano, distogliendo lo sguardo, questa economia malata di cemento, abusivismo e furbizia, degli amministratori che vengono proposti ed eletti dal blocco sociale e politico che questa realtà incarna, oppure si tratta degli stessi sindaci che da anni lottano testardamente contro tutto questo, pagando spesso la battaglia con la non rielezione o l'isolamento dai loro stessi partiti perché "non capiscono la gente", non si adattano alla realtà", sono "troppo rigidi", hanno la cattiva attitudine "a far rispettare la legge", anche quando non si tratta solo di scacciare un barbone, allontanare un clandestino o ripulire una scritta sul muro.

In un paese dove il più grande pericolo sembra lo scippatore per strada e gli scippatori fiscali da milioni di euro ancorano i mega-yacht a Porto Cervo, già il federalismo in salsa padana degli iracondi burloni della Lega Nord era una bufala, ma i sindaci travestiti da finanzieri sembrano davvero fantapolitica.

Siamo nell'italietta frammentata ed incanaglita del berlusconismo padano, non nella Francia repubblicana, nella Germania delle regole rispettate, nell'America dove l'evasione fiscale è un reato gravissimo, nei Paesi Scandinavi dove lo Stato sociale funziona e le tasse si pagano sia con i conservatori che con i socialdemocratici. Siamo nell'Italia della depenalizzazione del falso in bilancio che in tutti i Paesi civili significa arresto certo, nell'Italia dove il "diritto" di non pagare le tasse è invocato dallo stesso presidente del Consiglio e dove il commercialista che lavorava per non fargliele pagare, le tasse, è ad anni alterni il superministro dell'economia, che taglia e cuce, rammenda e stiracchia una manovra economica colossale, che è stata presentata in Parlamento in un modo e viene cucinata fra Arcore e Roma in un altro, a richiesta dei soliti privilegiati, come fossero le portate di un menù a la charte.

Che la testa che ha pensato questo informe disastro chieda all'ultima propaggine territoriale, al comune di Roccasecca, di fare quello che lo Stato non ha voluto o saputo fare, che chieda al sindaco o al vigile urbano di sostituirsi al governo, magari nella lotta all'economia criminale che governa almeno 4 regioni italiane, è il sintomo di una malattia acuta e di una poliitica schizofrenica che, abbandonando l'assunzione di responsabilità per il marketing, ha lasciato in altrui mani il governo reale dell'economia e del territorio.

Già li vediamo i piccoli cloni locali di Berlusconi, i propagatori del credo neo-liberista e dello "zero-tasse" e "zero-vincoli", gli entusiasti privatizzatori dei servizi essenziali, delle mani libera da lacci e lacciuoli e dell'urbanistica contrattata, andare a cercare mariuoli ed evasori...
La verità è che questa crisi prima negata con un ottimismo suicida ed ora drammatizzata da questo governo di "ripensatori", sta portando alla luce l'invecchiamento e la fragilità di un sistema istituzionale e di governo del territorio che va completamente rivoluzionato e riscritto e non certo tagliando i piccoli comuni sotto i 1.000 abitanti o facendo finta di eliminare le province, ma mutando paradigma per costruire una nuova architettura di amministrazione e governo che parta dalla difesa del territorio, dell'ambiente, dei beni comuni e delle comunità. Che la faccia finita con il soccorso agli abusivi ed agli evasori, che difenda l'interesse pubblico, le risorse ambientali, il paesaggio e gli ecosistemi dagli speculatori e dalla rendita.

Aspettarsi che questa grande riforma la compia chi ha pervicacemente demolito quel che c'era di senso delle istituzioni e dello Stato, chi ha indebolito, fino a farle scomparire, le tutele con condoni e leggi per i furbi, è pura utopia. Bisogna solo sperare che passi la nottata e che intanto, quel che rimane della buona politica, dei buoni sindaci ed amministratori, proceda a tentoni nella notte per trovare l'uscita dell'Italia da questo incantesimo dei furbi arricchiti trasformatosi nel brutto risveglio dei gabbati.

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