[31/08/2011] News

Confartigianato: per alleggerire la bolletta occorre puntare su efficienza energetica e rinnovabili

Le imprese italiane risultano fortemente penalizzate sul piano dell'energia rispetto alle concorrenti europee, alle quali l'approvvigionamento elettrico costa in media il 31,7% in meno. Questi i risultati dell'ultimo studio di Confartigianato sul tema, che ribadisce criticità ormai note.

Il rapporto sottolinea inoltre le disparità presenti a livello nazionale dell'incidenza dei costi energetici, che pesano soprattutto sulle più industrializzate regioni del nord, seguite - in ordine - da quelle del del sud e quelle del centro. Complessivamente, nel 2010 le imprese del nord Italia hanno pagato nel corso dell'anno passato una maggiorazione delle tariffe sull'energia elettrica rispetto alla media dell'Unione europea pari a 4615 milioni di euro, quelle del centro 1392 milioni, mentre quelle del sud 1932 milioni; la regione maggiormente penalizzata risulta la Lombardia, con 1808 milioni di euro pagati in più.

Cercando di individuare i principali motivi di un tale ed ingente sovrapprezzo, l'ufficio studi di Confartigianato pone come handicap più pregnante quello della pressione fiscale, che incide per il 22,7% sul prezzo finale dell'energia, per delle imposte pari ad un totale di 31750 milioni di euro.

Sebbene quest'analisi tutto sommato non faccia altro che ribadire problemi noti, sono comunque degne di nota le dichiarazioni in merito del presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini che, come riportato dall'Ansa, per ridurre il costo dell'energia auspica ‹‹riforme strutturali che aprano alla vera concorrenza i settori dell'elettricità e del gas, puntino sull'efficienza energetica e sull'uso di fonti rinnovabili, consentano di ridurre e riequilibrare la pressione fiscale sul prezzo dell'energia che grava soprattutto sulle piccole imprese››.

Non si può non notare come, tramontata una volta per tutti la scellerata ipotesi di un ritorno dell'Italia all'energia nucleare per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, tornino sulla cresta dell'onda anche opzioni che fino a qualche mese fa sembravano costituire piuttosto una sorta di ruota di scorta: energie rinnovabili ed efficienza energetica. Dopo la presa di coscienza definitiva da parte del mondo industriale, non resta dunque da aspettare che anche l'esecutivo decida di ingranare la retromarcia e dirigersi con decisione verso una governance dell'energia più sostenibile; d'altronde, si sa, è proprio la speranza l'ultima a morire.

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