[30/08/2011] News toscana

Il governo vuole chiudere il carcere di Gorgona?

Il ministero della giustizia, lo stesso che nel 2010 voleva riaprire i carceri di Pianosa e dell'Asinara, a pochi mesi di distanza vuole chiudere l'ultimo carcere dell'Arcipelago Toscano perché costa troppo, almeno a leggere il notiziario dell'Alleanza sindacale Polizia penitenziaria, che riporta l'ipotesi venuta fuori qualche giorno fa in un'intervista al regista Paolo Virzì sul Tirreno: «Mentre le carceri italiane scoppiano, alla Gorgona il penitenziario funzione bene, come ha scritto il regista Paolo Virzì sul Tirreno dopo una visita all'isola: i detenuti lavorano all'aperto, coltivano la terra e allevano animali. Eppure è già pronta la pratica di chiusura. Il carcere costa troppo. Ma basterebbe - suggerisce Virzì - vendere i prodotti agroalimentari prodotti sull'isola perché il carcere si mantenesse da solo, creando anche ricchezza».

E' già partito un appello, «il carcere chiude, riprendiamoci Gorgona!»  che non sprizza certo simpatia per l'esperienza carceraria dell'isola, che fa parte interamente parte del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano a terra e per gran parte a mare, salvo un corridoio di accesso.

Nell'appello anti-carcere di "Gorgona libera", che fornisce come riferimento il nome di 'Brindisi Antonio', si legge: «Appello a tutti i gorgonesi di oggi e di allora: forse, finalmente, il carcere di Gorgona chiuderà i battenti. Ma tanti pericoli potrebbero nascondersi dietro questa chiusura, forse maggiori di quelli attuali, per la sopravvivenza del paese e degli abitanti, se non si saprà gestire il dopo carcere. Tante altre esperienze simili lo insegnano. Non si conoscono ancora i dettagli. ma un procedimento ufficiale del ministero di Giustizia dovrebbe essere già in atto. Si metterebbe fine, così, ad anni di sprechi e di falsità, in nome di un "carcere modello"  che non è mai esistito e che ha ucciso la comunità civile. I gorgonesi, però, se non vogliono veder ridurre la loro isola a terra di nessuno, devono mobilitarsi da subito per tornare, abitare, organizzarsi per una vita civile sull'isola. Gli sciacalli e i profittatori non saranno ammessi. Come Comitato Abitanti Isola di Gorgona siamo pronti a raccogliere intorno a noi la possibilità di un primo nucleo che possa iniziare una nuova vita per Gorgona. Serve subito intervenire presso le diverse autorità ed enti affinché venga garantita concretamente la permanenza sull'isola degli abitanti e venga restituito il territorio ai cittadini. Ci vogliono garanzie per luce, acqua e beni di prima necessità». E poi: «Vanno determinati compiti operativi di manutenzione e pulizia, assicurati i collegamenti, individuate le priorità».

Agli infiammati organizzatori del comitato, proprio come successe a Pianosa con la chiusura del carcere nel 1997, non sembra nemmeno passare per la mente che la più piccola isola dell'Arcipelago Toscano è territorio di un Parco nazionale,  che ha un proprio Piano approvato dal Comune di Livorno di cui Gorgona fa parte e che l'isola è protetta anche dalle direttive habitat ed uccelli dell'Unione europea.

Ogni cambio di destinazione d'uso, ogni nuova attività od occupazione dovranno tener conto di quelle regole e di quei vincoli e forzarli, come insegna la storia di isole più grandi, non è proprio possibile se non con la concertazione tra le istituzioni.

Forse le cose sono molto più complicate di come i liberatori di Gorgona credono o vogliono far credere.

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