[30/08/2011] News

Cina: «Raggiunti i nostri obiettivi di controllo dell'inquinamento», ma mette sotto sorveglianza 15 impianti

Il ministero cinese della protezione dell'ambiente ha annunciato che «la Cina ha raggiunto i suoi due obiettivi di controllo dell'inquinamento per il periodo 2006-2010. Il tasso di emissione di diossido di zolfo (So2), principale indicatore dell'inquinamento dell'aria, è calato del 14,29 per cento nel 2010, in rapporto al livello del 2005. Inoltre il tasso di domanda chimica di ossigeno (Cod), un'importante misura dell'inquinamento dell'acqua, è diminuito del 12,45 per cento, paragonato al livello del 2005. L'undicesimo Piano quinquennale della Cina (2006-2010) aveva come obiettivo la riduzione del 10 per cento delle emissioni di So2 e e del livello del Cod durante questo periodo».

Secondo un comunicato del ministero, «Las Cod ha raggiunto i 12,38 milioni di tonnellate nel 2010, in calo del 3,09 per cento in rapporto all'anno precedente, mentre il volume delle emissioni di So2 si è stabilito a 21,85 milioni di tonnellate, cioè un arretramento dell'1,32 per cento in rapporto al 2009».

Questi tagli sarebbero da attribuire all'installazione di impianti di desolforazione nelle centrali elettriche e nella realizzazione di impianti di depurazione delle acque reflue. Nel 2010 l'82,6 per cento delle centrali elettriche termiche cinesi era dotato di desolforatori, il 12 per centi in più che nel 2005. Tra il 2005 e il 210 la depurazione delle acque reflue in Cina è aumentata del 52 per cento.

Dati confortanti, ma già nel dicembre 2010 il ministro della protezione dell'ambiente, Zhu Shenxian, aveva avvertito che tenere l'inquinamento sotto controllo nel periodo 2011-2015 sarà molto duro «perché il volume delle emissioni inquinanti resta conseguente e sono comparse nuove fonti di inquinamento».

Un esempio di quanto sia fondata questa preoccupazioni viene proprio dall'annuncio dato ieri dallo stesso Zhu  dell'avvio di «una serie di programmi di controllo di 15 società che hanno fallito nel rispondere alle esigenze in materia di riduzione dell'inquinamento stabilite nel Piano nazionale di controllo dell'inqinamento».

Il portavoce del ministro, Tao Detian,  ha spiegato che «quieste società sono state invitate a correggere le loro pratiche prima di una data limite». Si tratta di 7 impianti di trattamento delle acque reflue della municipalità di Tianjin, della regione autonoma della Mongolia interna e delle province  di Jingsu ed Henan, della regione automnoma dello Zhuang del Guangxi e della regione autonoma dello Xinjiang Uigur. In tutti i casi sono stati disattivati i depuratori «senza ragioni accettabili», sversando i reflui ed inquinando l'ambiente.

Tao avverte che «se questi impianti non possono rispettare questo ordine, le autorità ambientali  sospenderranno la revisione e l'approvazione dei nuovi progetti industriali nelle città dove sono localizzati  gli impianti in questione».

Il ministero ha messo sotto sorveglianza, annunciando già pesanti sanzioni, 8 centrali elettriche nella Mongolia Interna, nelle province di Jiangsu, Henan, Hunan, Guangdong, Sichuan e Gansu, «per aver falsificato i dati relativi al controllo delle emissioni degli inquinanti».

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