[23/08/2011] News

Contrabbando di casserite in Congo: coinvolto personale della forza di pace Onu

Le autorità della Repubblica democratica del Congo (Rdc), nella notte tra il 21 e 22 agosto hanno sventato un tentativo di contrabbando di casserite (biossido di stagno) nel quale sarebbe implicato un impiegato della Mission de l'Organisation des Nations Unies pour la stabilisation en République démocratique du Congo (Monusco).

L'imbarazzante episodio è stato confermato dalla stessa Minusco che ha spiegato: «Questo membro del personale nazionale della Missione Onu è stato arrestato a bordo di un veicolo dell'Onu al posto frontaliero tra le città di Goma, in Rdc, e di Gisenyi, in Rwanda. Avrebbe tentato di far passare fraudolentemente circa una tonnellata di casserite, un minerale di stagno. La Monusco ha assicurato le autorità nazionali della sua piena collaborazione. Fornisce tutto il suo sostegno nelle indagini in corso e, da parte sua, ha anche avviato una propria inchiesta su quella che potrebbe essere una violazione grave del suo codice etico, delle sue regole e regolamenti».

La cosa, dopo le accuse alla Monusco di scarsa "combattività", di complicità con gli abusi perpetrati dalle Forze armate regolari, è molto imbarazzante per l'Onu, la cui missione dovrebbe combattere proprio il traffico di minerali rari. Il rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu e generale in capo della Monusco, Roger Meece, ha sottolineato subito che «lo sfruttamento illegale e il contrabbando delle risorse naturali della Rdc sono dei crimini gravi che la Monusco è incaricata di prevenire. Resta inoltre impegnata a sostenere tutti gli sforzi in questo senso».

Il contrabbando organizzato dal personale della Monusco potrebbe essere molto più esteso: tutti I giorni le auto dell'Onu attraversano la frontiera tra Goma e Gisenyi senza essere controllate. Questa volta le guardie di frontiera si sono insospettite solo perché il 4x4 con l'insegne delle Nazioni Unite era visibilmente un po' troppo carico, hanno aperto il cassone ed hanno trovato 1,2 tonnellate di casserite in sacchi da 50 chili. La casserite è un minerale molto ricercato dall'industria dell'elettronica e nella Rdc è saccheggiato dalle miniere illegali che poi lo esportano attraverso il contrabbando.

Secondo l'inchiesta in corso, l'impoiegato congolese della Monusco che guidava il fuoristrada avrebbe tentato di corrompere i poliziotti di frontiera proponendo loro di prendersi metà della casserite, ma stavolta ha trovato agenti onesti che lo hanno arrestato. Ieri sarebbe stato fermato anche un altro complice congolese del contrabbando.

Il contrabbando di minerali rari e preziosi fa spesso parte del finanziamento dei gruppi armati che la missione di pace Onu dovrebbe combattere ed è la vera ragione del conflitto e della guerriglia infiniti che sconvolge da anni la Rdc orientale, prolungando l'insicurezza e la violenza contro i civili in tutta la regione dei Grandi Laghi africani. Per questo Meece ha aggiunto che «tutte le accuse portate contro membri del nostro personale su una loro eventuale implicazione in queste attività illegali, saranno oggetto di un'inchiesta esaustiva e delle misure appropriate verranno prese in piena cooperazione con le autorità congolesi».

Ma le assicurazioni della Monusco non sembrano bastare e l'affaire del contrabbando di casserite è arrivato sul tavolo del governo centrale di Kinshasa che ha emesso un comunicato nel quale si chiede quale sia «la conformità delle pratiche di alcuni protagonisti della missione dell'Onu con le risoluzioni delle Nazioni Unite».

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