[18/08/2011] News

Manovra, Inu: «No a taglio indiscriminato degli enti locali, sì alla riorganizzazione»

L'Istituto Nazionale di Urbanistica segue con consapevolezza e preoccupazione le drammatiche vicende del nostro Paese. Già nell'aprile scorso, al nostro XXVII Congresso nazionale, avevamo evidenziato l'emergenza della crisi economica particolarmente acuta, insieme a un evidente peggioramento delle condizioni delle città; dedicando sessioni di approfondimento a risorse, governance e welfare.

Rilevammo come, in Italia, crisi economica e crisi urbana, pur seguendo logiche talvolta contrapposte, si manifestano quale prodotto di uno stesso e più generale declino e di un modello di sviluppo diventato sempre più insostenibile; e come fosse necessario affidare l'obiettivo di contrastare questa dinamica recessiva ad una azione comune, per affrontare congiuntamente le criticità manifestate dal sistema economico e quelle relative al nostro modello insediativo. Dicemmo, e ribadiamo, che per quanto riguarda l'assetto istituzionale, fondamentale per restituire competitività al sistema urbano, la prospettiva è quella di una sua organica riorganizzazione, modellandolo sulle dimensioni della metropolizzazione e dell'area vasta, sull'assetto reale, troppo spesso lontano dalle frammentazioni territoriali indotte dai confini amministrativi. Tuttavia, questa consapevolezza non ci ha portato, e non ci porta, a suggerire, né a sostenere, la banalizzazione delle istituzioni e l'impoverimento dei profondi rapporti fra queste e i territori. Riteniamo improduttivo, ai fini del rilancio delle capacità sociali ed economiche del nostro Paese, ridurre una questione così rilevante al numero degli abitanti o all'estensione territoriale, senza verificare l'adeguatezza e l'autonomia delle singole componenti decisionali del sistema di governo, princìpi che, invece, dovrebbero essere la base di un efficace, certo necessario, progetto di riordino degli assetti istituzionali. Alle ipotesi di cancellazione o di accorpamento degli enti locali, operate in assenza di tali verifiche, ai tagli e alla cancellazione di investimenti ai quali essi saranno soggetti, seguiranno inevitabilmente degradi materiali e immateriali delle comunità locali.

Per questo, rispetto al "taglio sulla carta" di 30 Province e 1.500 Comuni, al quale non è seguita alcuna proposta di riorganizzazione efficiente e aderente alle realtà territoriali, ben più complesse rispetto al solo parametro numerico utilizzato, riteniamo maggiormente congrua l'adozione di un criterio di accorpamenti e aggregazioni in ragione della programmazione dello sviluppo e del mantenimento della democrazia nei territori, e indispensabile un progetto di riassetto che non si fermi alla cancellazione.

Siamo certi che la cultura urbanistica, in primo luogo l'INU, sa analizzare in modo critico -e autocritico- la storia recente e gli scenari futuri, e siamo pronti a dare un contributo rigoroso alle scelte difficili, ma improrogabili, che dovranno riguardare i cambiamenti dell'assetto istituzionale, per consentire un effettivo governo dei territori, per razionalizzare la spesa pubblica, senza intaccare il livello dei servizi, come invece si insiste a fare con tagli generalizzati e indiscriminati. L'INU si mette a disposizione delle forze politiche e istituzionali, pronto a contribuire a quei correttivi che ci paiono indispensabili, a fianco degli Enti che governano i territori e a supporto delle decisioni del nostro Parlamento e del nostro Governo.

Il bagaglio culturale del nostro Istituto, lontano da una riduttiva visione settoriale dei propri interessi disciplinari, ci permette di vedere le profonde connessioni fra la ripresa economica e le capacità politiche, culturali, amministrative e tecniche straordinarie, oggi necessarie, in grado di legittimare costantemente l'impiego di risorse particolarmente scarse a presidio del patrimonio territoriale e delle solidarietà istituzionali. A ciò serve un progetto politico complessivo, per il quale INU è pronto a dare il proprio apporto, che punti a rifondare il patto fra istituzioni e cittadini, a recuperare la serenità del dialogo e pari ruoli decisionali in merito all'assunzione di responsabilità, per incrementare l'efficienza e la trasparenza degli atti amministrativi e permettere la condivisione di scelte che devono mantenersi equamente distribuite.

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