[18/08/2011] News

Stoccaggio scorie nucleari: esempio svedese dimostra che č molto pių costoso del previsto

Ma la lobby atomica non vuole pagare

La Strålsäkerhetsmyndigheten (Ssm), l'Autority svedese per la sicurezza radioattiva, ha detto che l'industria nucleare della Svezia dovrebbe pagare di più per un fondo da utilizzare per garantire lo stoccaggio sicuro delle scorie nucleari. Nils Bøhmer (Nella foto), un fisico nucleare e direttore esecutivo di Bellona, l'Ong scientifico/ambientalista norvegese russa, sottolinea che «Gli svedesi sono tra i più esperti per lo stoccaggio sicuro delle scorie nucleari e su quanto costa in realtà. Se dicono che le operazioni sono state stimate al ribasso per il costo dello stoccaggio dei rifiuti nucleari, c'è ragione di sospettare che altre nazioni nucleari stiano facendo la stessa cosa».

In Svezia sono operative tre centrali nucleari, con 10 reattori, che producono il 40% dell'elettricità del Paese. Secondo la  World Nuclear Association, il resto del fabbisogno energetico viene soddisfatto dalle centrali idroelettriche.

Il governo conservatore ha prima bloccato l'uscita dal nucleare avviata dai socialisti e poi rilanciato l'energia atomica, anche se le ripercussioni del disastro nucleare di Fukushima lo hanno consigliato a tenere un basso profilo negli ultimi mesi. 

Ora la Ssm dice che la lobby nucleare svedese deve frugarsi bene le tasche per finanziare la gestione delle scorie radioattive, aumentando il contributo dell'industria nucleare fino al 300%.

Attualmente in Svezia le utilities nucleari pagano il cosiddetto Kärnavfallsfonden, il Fondo per le scorie nucleari, una tassa di circa un öre svedese (circa un terzo di  centesimo di dollaro) per ogni kilowattora prodotto. La Strålsäkerhetsmyndigheten aumenta il Kärnavfallsfonden a 3,7 öre (circa 1 centesimo di dollaro) per ogni kWh. Bohmer è convinto che «Un tale enorme aumento è un chiaro segno che è difficile calcolare tali costi. Nessuno può escludere che i costi potrebbero essere ancora più alti».

Secondo Bellona la ragione di tanta incertezza sui reali costi dello stoccaggio e dello smaltimento del combustibile esaurito e altro materiale radioattivo e che «In larga misura è come voler predire il futuro. Se stoccate, le scorie radioattive e il combustibile esaurito, rimangono radioattivi per centinaia di migliaia di anni a venire e, alla resa dei conti, i costi del loro stoccaggio sicuro in valuta attuale sono destinati ad essere inesatti». Per esempio, è assolutamente imprevedibile il costo aggiuntivo dello sviluppo di metodi di stoccaggio assolutamente sicuri ed adeguati, cosa che nessun Paese al mondo non è mai riuscito a fare e garantire.

Il Kärnavfallsfonden svedese è destinato allo stoccaggio di  scorie nucleari a  breve e a lungo termine e anche ad un progetto di una discarica nucleare pensata per interrare le scorie per 100.000 anni «Senza danni per l'uomo o l'ambiente».

Ma l'industria nucleare svedese, sempre meno "simpatica" all'opinione pubblica dopo Fukushima, è dichiaratamente contro l'aumento dei costi ed accusa la Ssm dio aver rivisto le stime dei costi del settore basandosi sui dati più bassi.

Secondo Swedish Radio, la lobby nucleare non accetta le nuove stime dei costi dello stoccaggio delle scorie. In un'intervista alla radio, Clas Thegerström, di vensk Kärnbränslehandtering, un'impresa di proprietà dell'industria nucleare, ha detto: «Siamo d'accordo  che  sia possibile che possa costare di più di quanto precedentemente supposto, ma non così tanto». Ma Bøhmer ribatte: «Questi nuovi segnali suggeriscono che le nuclear power companies hanno fatto una grossa sottovalutazione  dei costi intorno allo sviluppo ed al funzionamento delle discariche».

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