[17/08/2011] News

El Pais: «Gli yacht minacciano uno dei pił grandi tesori del Mediterraneo». Rischia di sparire la posidonia di Formentera

Oggi l'autorevole quotidiano spagnolo El Pais ha pubblicato un articolo intitolato "Los yates amenazan uno de los grandes tesoros del Mediterráneo" che  rilancia l'allarme per la possibile scomparsa della posidonia oceanica dai fondali di Formentera. Secondo El Pais «L'ormeggio incontrollato delle barche b nelle Baleari stà distruggendo la posidonia, una pianta vitale per l'ecosistema. Nessuno vigila perché si rispettino le aree vietate». Infatti la prateria di posidonia di Formentera è in grandissima parte all'interno del Parque Natural de Ses Salines, ed anche un Sito di importanza comunitaria (Sic), protetto da  Rete Natura 2000 dell'Ue, inoltre da febbraio è stata inserita nel Listado de Especies Silvestres en Régimen de Protección Especial.

Il biologo marino Manu San Félix ha detto a El Pais che a Formentera «negli ultimi anni probabilmente si è ridotta tra il 30 e il 40 per cento la superficie di posidonia oceanica nella fascia di mare che separa Punta Pedrera da  S'Espalmador. E in tre o quattro anni al massimo potrebbe essere totalmente distrutta in gran parte del Parque natural».

Da fine luglio dei ricercatori che seguono via satellite gli spostamenti degli yacht che danno fondo nel mare delle coste dell'isola e dicono che «in 24 ore, le loro ancore distruggono circa 10 mila metri quadri di posidonia, una superficie equivalente a un campo di calcio». San Félix sottolinea che «Non solo le grandi imbarcazioni sono eresoponsabili della distruzione del fondo marino: anche le più piccole provocano un danno atroce, perché sono molte di più. Le centinaia di ancore attuano una specie di aratura sottomarina che strappa le piante alla radice».

Se il degrado delle praterie continuerà a questo ritmo, probabilmente Formentera sarà la prima grande isola turistica a subire la scomparsa di questa pianta marina fondamentale per il mantenimento degli ecosistemi costieri.

Negli ultimi giorni il caso posidonia ha prodotto uno scontro tra le istituzioni delle Baleari. El Pais scrive che «il Consell insular de Formentera, per bocca della sua responsabile dell'ambiente, Sílvia Tur, ha ammesso "una situazione caotica"  e ha chiesto che il governo autonomo si metta all'opera "Se non assumono agenti ambientali né mettono imbarcazioni per effettuare ispezioni, è impossibile che il Consell da solo possa arrivare a capo di un lavoro titanico per il quale non abbiamo competenze sanzionatorie"».

La risposta del governo autonomo delle Baleari ha lasciato molti allibiti: il responsabile per il turismo, Biel Company, ha detto che considera il divieto di calare le ancore sulla posidonia «una raccomandazione, chi vuole osservarla la osserva e chi non vuole non lo fa. Vi piacerebbe mettere un vigile dietro ogni barca? Sí, però anche a me piacerebbe giocare nel Barça».

Il Consell di Formentera  ha annunciato più seriamente che a settembre presenterà un nuovo piano per regolare gli ormeggi che comprenderà la messa in opera di 250 punti di attracco ecologici «che avranno un impatto minimo sul fondo marino e che si situeranno a 200 metri dalla costa».

Ma El Pais sottolinea che «Intanto le ancore degli yacht continuano a deteriorare, a marcia forzata, uno dei grandi tesori che restano sotto le acque del Mediterraneo».

Molte associazioni si sono immediatamente mobilitate per difendere le praterie marine di Formentera, attraverso campagne di sensibilizzazione e iniziative in tutto il Mediterraneo, queste c'è anche l'associazione italo-spagnola Posidonia Project Formentera, organizzatrice del Posidonia Festival, la manifestazione internazione di arte, ambiente e sviluppo sostenibile che si tiene dal 2008 proprio a Formentera e che lo scorso luglio si è tenuto anche a Carloforte, isola di San Pietro, in Sardegna. Anche con la partecipazione della Lipu.

Il Posidonia Project, al quale partecipa anche Legambiente, spiega che «Secondo due studiosi spagnoli, la pianta che regola gli ecosistemi costieri del Mediterraneo rischia di scomparire a causa dell'ancoraggio incontrollato delle imbarcazioni» Dopo la manifestazione tenutasi il 15 agosto a San Francesc, capoluogo di Formentera, il biologo marino Manu San Felix e il docente universitario Carlos Duarte, hanno detto che «La Posidonia oceanica di Formentera rischia seriamente di sparire nel giro di tre anni».

Il network internazionale Posidonia Project, al quale partecipa anche il Posidonia Project Formentera, sottolinea che «la pianta marina, come dimostra anche Oceana con i suoi studi, ogni anno genera nelle Isole Baleari un miliardo di Euro fra proventi della pesca, produzione di materia organica, protezione delle coste, beni e servizi, a cominciare da buona parte del turismo attratto dalla bellezza delle spiagge».

L'obiettivo del Posidonia Project è quello di mettere insieme tutte le risorse disponibili «Per raggiungere insieme l'obiettivo di invertire la tendenza alla riduzione della superficie totale di Posidonia oceanica nel Mar Mediterraneo entro il 2014, partendo proprio dalla salvaguardia delle piante di Posidonia di Formentera, fra  le quali si annovera l'essere vivente più antico conosciuto al mondo (con un estensione di 8 chilometri e circa 100mila anni di vita), dichiarate patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1999».

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