[17/08/2011] News

Sammuri (Federparchi) sulla riforma della 394: "Percorso partecipato e approccio propositivo"

La riforma della legge 394 sulle aree protette e parchi è tanto indispensabile quanto materia fortemente delicata, destinata a sanare nodi e problemi che ormai non è più possibile rimandare. In questi anni nel mondo delle Aree Protette si sono confrontate due opinioni: una che riteneva la legge intoccabile e l'altra disponibile - o, meglio, intenzionata - a modificarla. Per questo la lettera che il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri ha inviato a tutti gli associati (vedi link a fondo pagina: http://www.parks.it/news/dettaglio.php?id=14286) disegna un percorso partecipato e condiviso prima di arrivare a un parere ufficiale. 

Al presidente Sammuri chiediamo di spiegarci meglio gli intenti di questo percorso. «La riforma della legge 394 - risponde - è un'occasione importante, anche perché ci sono una serie di emendamenti abbastanza corposi sia del relatore che di altri parlamentari. Federparchi deve dare un parere preciso e circostanziato, per questo mi pareva giusto coinvolgere tutti gli associati, anche perché il mondo che ruota intorno a Federparchi è molto vario e le istanze e i contributi possono essere molto vari».

Qual è l'iter di riforma della legge e qual è il percorso proposto da Federparchi?

«Adesso siamo alla primissima fase, ma la dead-line è necessariamente fissata a mercoledì 7 settembre: nella stessa settimana  verrà convocato il Consiglio, nei giorni precedenti la Giunta. I testi degli emendamenti presentati al Senato e in nostro possesso sono disponibili sul sito, che aggiorneremo non appena verremo a conoscenza di altri. Ben accetti sono tutti i contributi puntuali sui singoli emendamenti. Il termine ultimo ragionevole per questa fase partecipativa è quello di mercoledì 31 agosto. Il testo di riforma dovrà poi essere approvato in commissione Ambiente al Senato e quindi andare in aula, prima al Senato e poi alla Camera».

Quali sono i nodi al centro della riforma?

«Con questa modifica le tematiche poste all'attenzione sono quelle di cui parliamo da tempo: la governance dei parchi, il problema dei finanziamento dei parchi e l'autonomia gestionale degli enti parco. Mi sembrano punti da aggiornare e ritoccare dopo 20 anni di esperienza».

La sua lettera è stata criticata, anche sul nostro giornale, da parte del coordinatore del gruppo di San Rossore Renzo Moschini.

«Non capisco da cosa derivino tali critiche: si dà per scontato che si siano già espresse posizioni, invece quello che ho detto è che serve una grande consultazione con iscritti e associati, solo allora emergerà chiara la posizione di Federparchi».

Il presidente dell'associazione 394, Elio Tompetrini, ha invece evidenziato il rischio contenuto nell'emendamento che integra l'art. 16 sulle entrate degli enti parco, «che apre l'ingresso - sostiene -  ai finanziamenti privati provenienti, tra l'altro, dalle società titolari di concessioni idroelettriche con potenza nominale maggiore di 220 kW, che pongono in essere opere che impattano l'ambiente! Ma gli interventi che impattano l'ambiente delle aree protette, tutelato per legge, - si chiede Tompetrini - non dovrebbero essere vietati a mente dell'art. 11 comma 3 della stessa legge quadro, secondo cui nei parchi sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati?»

«Sinceramente non vedo questo tipo di rischio. Oggi dentro ai parchi italiani - vado a memoria - ci sono oltre 70 impianti idroelettrici e la proposta di legge non interviene sulla facilità o meno di realizzare impianti, semplicemente dice che dove c'è un impianto si dovrà pagare una royalty all'enti parco. E questa novità la riterrei giusta, perché oggi invece le royalties vanno a tanti tranne che ai parchi. Insomma non mi sembra vi sia un rischio di privatizzazione, anche perché ripeto si parla di impianti già esistenti».

Cosa si augura che emerga da questo percorso partecipato che dovrà sfociare nel parere ufficiale di Federparchi?

«Credo sia giusto avere un atteggiamento aperto e propositivo e soprattutto di merito. Quando si presenta un testo di legge bisogna vedere articolo per articolo e quando è necessario intervenire va detto cosa non va e come si vorrebbe sostituire. Mi auguro che questo sia lo spirito con cui affronteremo il percorso».

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