[16/08/2011] News

Scompare il Sistri ed entra in vigore il decreto sui reati ambientali

Mentre la manovra finanziaria abroga il sistema di tracciamento digitale dei rifiuti Sistri, proprio oggi entra in vigore il decreto legislativo che introduce nuove fattispecie di reato ambientale e che estende la responsabilità amministrativa degli enti anche a tali tipi di reato (comprese quelle riguardanti il Sistri). A dieci anni dall'entrata in vigore del decreto legislativo 231 con il decreto legislativo recante il recepimento della direttiva in tema di tutela penale dell'ambiente, l'Italia si è adeguata alla legislazione comunitaria.

Il nuovo decreto (dlgs 121/2011 che attua delle direttive 2009/123/Ce e 2005/35/Ce) che modifica il decreto del 2001 sulla responsabilità delle persone giuridiche estende a quest'ultime la responsabilità per una serie di reati contro l'ambiente - previsti dal Testo unico ambientale - come la gestione di rifiuti non autorizzata, il traffico illecito di rifiuti, lo scarichi industriali non autorizzati, l'inquinamento causato da navi. E inoltre, inserisce due nuovi reati nel Codice penale ossia l'uccisione, cattura o possesso di animali o piante protette e danneggiamento di habitat all'interno di un sito protetto.

Già 10 anni fa e per la prima volta, il decreto 231 ha introdotto nel nostro ordinamento il principio della responsabilità dell'impresa per i reati commessi da propri dipendenti - sempre che ne avesse tratto vantaggio o ne avesse un interesse. Da prima tale responsabilità è stata circoscritta agli illeciti commessi nei rapporti tra le aziende e l'amministrazione pubblica, poi è stata estesa gradualmente ai reati societari, a quelli finanziari, alla sicurezza del lavoro fino ai reati ambientali (quest'ultimi due in seguito cancellati a causa del timore di un debutto troppo dirompente delle novità).

Adesso il legislatore da una parte introduce il danneggiamento di habitat all'interno di un sito protetto e l'uccisione o il possesso di specie vegetali o animali protette nel Codice penale, dall'altra allarga l'applicazione del decreto 231.

Per i reati addebitabili alle persone giuridiche il modello di riferimento è stato quello dei reati societari, l'unico che ammette la responsabilità con specifico riferimento alle contravvenzioni. Resta fisso il sistema sanzionatorio articolato in misure pecuniarie per quote, in maniera tale da lasciare un maggiore margine di manovra all'autorità giudiziaria nel modellare la "pena" sulla reale gravità della condotta.

Ad esempio, tenendo fermo che l'importo di una quota può andare da un minimo di 258,23  euro a un massimo di 1.549,37, il traffico illecito di rifiuti è colpito da sanzione fino a 250 quote. Stessa multa per chi trasporta rifiuti senza formulario e per chi viola le disposizioni sulla bonifica dei siti. II reato ex art. 260 del Codice dell'ambiente, che sanziona le attività organizzate per traffico illecito di rifiuti è colpito da sanzione fino a 500 quote. Per le infrazioni al codice dell'ambiente e quelle provocate da navi possono scattare sanzioni interdittive come il blocco dell'attività e lo stop alle autorizzazioni pubbliche per una durata massima di sei mesi.

Però, con la manovra correttiva si perde un po' di valore e un po' significato dell'entrata in vigore delle sanzioni amministrative per i reati ambientali dato che il Sistri viene abrogato tout court  (con i commi c) e d) dell'articolo 6 del decreto 12 agosto 2011). E cade tutta l'impalcatura del progetto di digitalizzazione del comparto rifiuti perché non entrerà in vigore il calendario di ingresso progressivo nel Sistri per oltre 300mila imprese di ogni tipologia. E si torna alle vecchie procedure cartacee (peraltro ancora in vigore nel regime transitorio), ai registri di carico e scarico e agli altri moduli di dichiarazione. E comunque - Sistri o non Sistri - si mantiene un quadro generale normativo ambientale complesso e confuso.

Il quadro legislativo ambientale è poderoso, difficile da legge e da interpretare che presenta stratificazioni e continui rimandi ad altre leggi. Un insieme di leggi che per la maggior parte dei casi è la "traduzione" di direttive comunitarie.

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