[12/08/2011] News toscana

Puntando sulla sostenibilità la ripresa non sarà effimera

Innocenzo Cipolletta, durante la presentazione del suo libro "Banchieri, politici e militari. Passato e futuro delle crisi globali", avvenuta ieri a Capalbio Libri 2011, ha dichiarato che «Nonostante la crisi, stiamo vivendo un periodo di crescita altissima. Il continente asiatico sta crescendo del 10-12% e anche l'Africa sta vivendo un periodo di crescita consistente. C'è una redistribuzione rispetto al passato. Chi non cresce siamo noi e gli Stati Uniti, anche se i declini ci mettono tempi lunghissimi a realizzarsi e gli Stati Uniti restano ancora molto importanti. Quello che sta accadendo - ha continuato l'economista - è, quindi, una redistribuzione del reddito. Si stanno creando grandi possibilità nel mondo. Se noi ci agganciassimo a queste crescite potremmo sanare il nostro debito».

Cipolletta quindi vede una prospettiva per il Paese (ma non considera la classe politica dirigente) e sulla sua analisi nulla da eccepire. Nel nostro piccolo lo diciamo da tempo che questa è una crisi dei paesi occidentali e non globale. In sostanza, come per i cambiamenti climatici, bisogna pianificare una strategia di adattamento cosa che per ora i cittadini italiani e toscani (senza grandi colpe) da soli, non sono riusciti a fare.

La Banca d'Italia nei giorni scorsi ha diffuso i dati sul risparmio degli italiani inerenti al periodo 2007- 31 maggio 2011. La nostra regione risulta tra quelle in cui i depositi bancari delle famiglie si sono ridotti di più, 4,1%. Peggio di noi stanno soltanto Calabria, Molise, Marche e Umbria. Il Centro Italia pare non reggere il passo e anzi talvolta per arrivare a fine mese le famiglie erodono il piccolo tesoretto che hanno in banca.

La situazione in questo ultimo periodo non è certo migliorata considerato il riacuirsi della crisi. Del resto questi dati sono la conferma di situazioni di difficoltà magari non continue sul territorio, ma diffuse. Una nuova politica industriale incentrata sulla riqualificazione sostenibile che ancora non decolla (vedi Piombino), la crisi della Eaton che perdura da anni, la Piaggio, che stando a quanto riportato su alcuni quotidiani pare dia qualche segnale di scricchiolio, il settore orafo aretino fermo, non si riesce a far partire in provincia di Firenze nemmeno la Easy green (ex Isi ex Electrolux) che dovrebbe operare nel settore delle rinnovabili, l'unico trainante in questi mesi perfino sul fronte interno. In questo caso le colpe del governo sono note ma anche le istituzioni locali e gli imprenditori che hanno avuto più di un'incertezza non sono avulsi da responsabilità.

La Pmi con il commercio e l'artigianato prova a reggere ma le commesse ormai non sono pagate più a 90 giorni ma quando va bene a 180-360 e chiedere credito alle banche è sempre più difficile e ricorda un po' lo sketch di Benigni.

Un brutto colpo poi è già stato assestato alla Pubblica amministrazione (tremano i polsi in attesa di quello che potrà uscire dal Cdm di stasera) che certo va resa più efficiente e sfoltita dei molti sprechi, ma bisogna stare attenti a non deprimere i servizi che sono destinati ai cittadini. Intorno alla Pa sana (in Toscana complessivamente non ci possiamo lamentare) ha ruotato un indotto, ad esempio nei campi del volontariato cattolico, laico, ambientale che è riuscito a fornire servizi e a mantenere un tessuto connettivo resiliente che ha permesso al sistema Italia di sopportare almeno i primi attacchi della crisi.

Per ora la Toscana ha, tutto sommato, retto anche per questo e confidando su una ripresa dell'export. Ci sono anche piccoli esempi positivi dell'ultimo periodo (da non sottovalutare), come i dati buoni del settore turistico (almeno per le città d'arte), e semplici iniziative (speriamo che nessuno si offenda) che hanno importanti effetti su filiere locali e sull'indotto.

La Richard Ginori di Sesto Fiorentino, grazie alla campagna di collezionamento della Unicoop Firenze (con i bollini accumulati con la spesa più un piccolo contributo in denaro, si possono acquistare quattro pezzi di porcellana bianca Richard Ginori), sarà in piena produzione per tutta l'estate. Con un po' di ingegno, iniziative del genere potrebbero essere messe in moto dove è più evidente anche il ritorno in sostenibilità ambientale.

Forse il bicchiere è più vuoto che pieno ma si tratta di un puzzle complesso fatto di molti tasselli che solo la buona politica, quella con la P maiuscola, può riuscire a mettere insieme. Senza scorciatoie e senza spallate, puntando sulla qualità, sull'innovazione di processo e di prodotto, sui settori trainanti come quello della green economy, sul risparmio di materia e di energia ma non di cultura, forse si può agganciare una ripresa fondata sulla sostenibilità per poi cercare di mantenerla in modo stabile e duraturo. Percorrendo invece le vecchie strade che hanno caratterizzato questo modello di sviluppo che ha portato alla crisi, si produce solo una crescita effimera.

Torna all'archivio