[11/08/2011] News toscana

Parco Eolico Poggio Tre Vescovi, prosegue la querelle tutta interna a Italia Nostra

A proposito della drastica smentita di Italia Nostra a livello nazionale (http://www.italianostra.org/?p=13482) riguardo a "quelle notizie apparse su vari siti secondo le quali l'associazione avrebbe dato il via libera all'impianto eolico di Poggio Tre Vescovi - Comune di Badia Tedalda. Nelle sue varie articolazioni territoriali Italia Nostra ha presentato una serie di controdeduzioni  al progetto di GEO Italia (...)", preso atto che una collega (signora) membro del CD e della Giunta Nazionale ha ritenuto di dover immediatamente esternare detta smentita "chiarificatrice" a mezzo stampa e non contattando preliminarmente il diretto interessato e la Sezione toscana di competenza, così come lo stile, il buon gusto e l'autentico (non di facciata) rispetto delle norme che statutariamente dovrebbero regolare i reciproci cordiali rapporti tra soci dell'associazione di comune appartenenza ed animare e valorizzare  lo spirito di collaborazione tra tutte le sue articolazioni territoriali, il sottoscritto Gabriele Cevasco, a nome e per conto della Sezione Italia Nostra di Sestino, della quale è legale Presidente, a tutela dell'immagine e del buon nome della stessa, nonché, in forma indiretta sia pure, dell'Associazione di cui fa parte, intende precisare quanto segue: 

 

 

 

 

 

La sezione Italia Nostra Sestino ribadisce che la dialettica e il rispetto delle posizioni reciproche rappresentano l'essenza e la forza di ogni associazione onlus, soprattutto se blasonata seria ed autorevole qual è Italia Nostra. Nella "smentita" ufficiale apparsa prontamente sul sito web Italia Nostra.org si legge: "nelle sue varie articolazioni territoriali Italia Nostra ha presentato una serie di controdeduzioni  al progetto di GEO Italia (...)".

La Sezione Italia Nostra di Sestino, articolazione territoriale con competenza sui comuni di Sestino (AR), Badia Tedalda (AR) e Casteldelci (RN), non è mai stata coinvolta nella stesura di queste controdeduzioni da Italia Nostra nazionale. Le controdeduzioni sono state firmate da un membro della Giunta e del Consiglio Nazionale Italia Nostra su carta intestata della Sezione di Firenze, citando esplicitamente il Consiglio Direttivo regionale, senza aver coinvolto né lo stesso, né la Sezione territorialmente competente.

Questo spiacevole episodio ha palesato la scarsa sensibilità da parte di qualcuno in alto loco nei confronti delle Sezioni locali, specie se piccole e anagraficamente giovani, e la mancanza almeno di iniziale doverosa tolleranza rispetto a posizioni difformi da quelle dominanti, sebbene supportate da un serio approfondimento delle carte progettuali. Ciò nonostante, la Sezione Italia Nostra di Sestino, nel caso in cui non venisse "sciolta" prima, per le ragioni ipotizzate ed esplicitate sopra (tutto è possibile!), rinnova la propria disponibilità a collaborare fattivamente all'organizzazione di un convegno a Sestino, lembo periferico della Regione Toscana, sulle energie rinnovabili in generale, e in particolar modo sull'eolico, che dia spazio a tutte le possibili diversificate posizioni rispetto a un argomento di così grande importanza per il futuro del nostro Paese.

Tutto quanto sopra premesso, il sottoscritto intende ora sviluppare alcune puntuali ulteriori precisazioni sul piano tecnico a riguardo delle controdeduzioni presentate all'ufficio VIA della Regione Toscana, da MariaRita Signorini ed altri, ribadendo ancora una volta, criticamente e non acriticamente, il suo parere positivo sul progetto del Parco eolico di Poggio Tre Vescovi. Sin dall'atto della sua costituzione, Italia Nostra si pone a livello nazionale quale Associazione di primario livello nella tutela del territorio e dell'assetto paesaggistico dei luoghi e, di fatto, proprio in questo settore ha maturato la propria non comune esperienza ed inequivocabile competenza. Non può, quindi, non notarsi come elemento per lo meno "atipico" e "alieno" alla missione propria dell'Associazione una copiosa, minuziosa e dettagliata lista di osservazioni incentrate quasi esclusivamente su aspetti di carattere prettamente floristico e faunistico, nei confronti dei quali l'Associazione, sebbene supportata dall'utile contributo del WWF, non può certo che porsi con responsabile senso civile, ma con più limitate e contenute competenze.

A sommesso avviso del sottoscritto al contempo, le osservazioni mosse sotto il profilo paesaggistico e percettivo appaiono, esse sì, superficiali e generali, e in quanto tali non rappresentano e concretizzano quell'approfondita competenza, qualifica, esperienza e professionalità che contraddistingue Italia Nostra fino a renderla nel tempo e a tutto campo  un valido e obiettivo interlocutore nell'ambito dei processi valutativi di tutti i progetti previsti sul territorio nazionale.

Certamente "atipico", infine, il fatto che una valutazione critica di un progetto volto alla produzione di energia di fonte rinnovabile  ometta  in toto una puntuale analisi delle condizioni anemologiche dell'area di progetto, dell'effettiva produttività elettrica, del modello di azionariato diffuso proposto, degli ingenti e mirati interventi di compensazione e della oggettiva constatazione di un modello progettuale tipico più del contesto mitteleuropeo che non della tradizione italiana incentrata più che altro sulle speculazioni e sullo sfruttamento degli incentivi, ancorché dell'energia.

Un'obiettiva analisi del progetto non può, quindi, trascurare quegli elementi positivi e non comuni nel panorama nazionale quali: il processo partecipativo che da tempo il proponente ha avviato con tutti i soggetti competenti in materia ambientale (prova ne è l'avvio del tutto volontario della precedente fase di scooping); la copiosa disponibilità di dati ambientali misurati direttamente sul campo;  l'approfondito e complesso livello dei monitoraggi condotti su tutte le componenti faunistiche e vegetazionali; l'attenzione riposta per la verifica di dettaglio delle condizioni geologico-tecniche, morfologiche e sismiche del territorio, le oculate e ponderate scelte progettuali che hanno sempre privilegiato la tutela dell'ambiente nei confronti della convenienza economica dell'investimento.

E proprio le risultanze delle analisi paesaggistiche, delle analisi geotecniche, dei censimenti vegetazionali, faunistici e ornitologici, oltre che  delle verifiche fonometriche, hanno avviato quel processo di evoluzione, approfondimento e trasformazione del progetto preliminare inizialmente presentato volto proprio a concretizzare più elevati livelli di inserimento paesaggistico e salvaguardia ambientale, che la sezione Italia Nostra di Sestino ha colto e apprezzato.

Nella acredine della "smentita" è stata anche fatta balenare il fatto che il sottoscritto trattasse gli aspetti significativi del progetto in questione senza aver il necessario bagaglio di conoscenze dirette del sito e dei siti interessati.

Al contrario è proprio la conoscenza profonda e diretta del territorio, delle peculiarità locali e delle caratteristiche paesaggistiche dei luoghi che hanno reso possibile alla locale Sezione di Italia Nostra quell'imprescindibile contestualizzazione del progetto senza la quale qualsiasi giudizio generico sul paesaggio e sull'ambiente, quale purtroppo si evince dalle controdeduzioni depositate all'Ufficio VIA da altri, può apparire preconcetto, aprioristico e scarsamente supportato da obiettivi elementi tecnici. 

Aspetti paesaggistici

Si rileva che le osservazioni presentate muovono a partire dalla condivisibile constatazione del fatto che l'area di progetto è posta in continuità geografica, seppur non in contiguità, con altre aree appenniniche aventi elevati valori di pregio naturalistico tali da aver comportato, negli anni, l'istituzione di specifici vincoli e livelli di protezione di tipo naturalistico (riserve naturali, parchi, SIC e ZPS).

Non si comprende, tuttavia, come a partire da detta condivisibile affermazione non si sia posta la necessaria attenzione sul fatto che ciò che differenzia in modo sostanziale il sito di progetto rispetto alle altre zone di area vasta appenninica citate sia proprio la totale assenza di elementi di particolare pregio o criticità di naturalità, biodiversità e pregio ecologico che, certamente non per semplice caso, hanno indotto gli Enti e tutti i soggetti competenti a non apporre sull'area particolari livelli di tutela e protezione, né specifici vincoli. Ovviamente solo una matura e pluriennale conoscenza del territorio, che i soci della sezione di Italia Nostra Sestino possono vantare, può consentire una valutazione critica comparativa delle specificità paesistiche e ambientali di detti ambiti territoriali.

La stessa area, infatti, proprio in conseguenza dell'assenza di specifici livelli di attenzione naturalistico-paesaggistica, e dei rispettivi vincoli, risulta inserita fra i siti potenzialmente idonei alla realizzazione di impianti eolici dagli strumenti della pianificazione energetica condivisi a livello locale e regionale.

Né, d'altro canto, in alcun modo la presenza, a solo livello di area vasta, di altre zone di protezione può indurre a ritenere soggetta a protezione totale anche l'area di progetto del parco eolico e a considerare aprioristicamente molto impattante e non compatibile con l'ambiente il progetto di parco eolico che, seppur inevitabilmente caratterizzato da un certo livello di impatto come ogni altra attività antropica, certamente realizza il più che condivisibile obiettivo di impiego delle risorse rinnovabili, senza alcun utilizzo dei "mastodontici bulldozer" erroneamente e strumentalmente citati nelle osservazioni - si ricorda che non si tratta della costruzione di un impianto nucleare, di un'autostrada o di una diga, ma di un impianto eolico, seppur di dimensioni non trascurabili!

Se tutti gli Enti competenti e responsabili della tutela del territorio, del paesaggio, della biodiversità e della naturalità dei luoghi non hanno mai ritenuto di apporre sull'area di progetto specifici vincoli di protezione, se non quelli legati alla sola presenza di aree boscate (e per di più in massima parte a ceduo) che caratterizza l'intero sviluppo della dorsale appenninica nazionale, ciò certamente non può non essere preso in esame nell'ambito di una valutazione globale del progetto. Né, infine, alcuna normativa nazionale contempla l'immobilismo progettuale in ambito appenninico.

Se l'area di progetto è caratterizzata da aspetti complessivamente non incompatibili con la prevista realizzazione del progetto, nondimeno gli aspetti percettivi dello stesso debbono ritenersi tali da rendere inconciliabile la presenza dell'impianto col contesto territoriale di inserimento. La sola percezione, talvolta anche parziale, dell'impianto dalle aree appenniniche naturalisticamente tutelate non ne inficia in alcun modo il livello di tutela e salvaguardia, né la visuale di lungo raggio risulta tale da risentire in maniera irreversibile e inaccettabile delle variazioni di skyline apportate dal progetto.

L'intervisibilità dell'impianto fornisce, infatti, un'utile informazione in merito al livello di potenziale alterazione dell'assetto percettivo dei luoghi, ma all'interno del processo valutativo del progetto deve necessariamente intendersi riferita all'AIP (ovvero all'Area vasta di Potenziale Impatto) e certamente non all'AIL (Area di Impatto Locale, di estensione estremamente limitata e non idonea alla formulazione di analisi di tipo paesistico-paesaggistico).

Da quanto evidenziato nella specifica Tavola grafica del SIA, il massimo livello di intervisibilità dell'impianto appare significativamente contenuto, grazie soprattutto alla complessa morfologia del contesto orografico che caratterizza l'area di progetto e alla corretta disposizione plano-altimetrica degli aerogeneratori che, interessando non solo il crinale ma anche le vallecole laterali (predisposizione non in linea, ma a cluster), configurano un layout "a grappolo" difficilmente percettibile nella sua interezza. Sono infatti estremamente limitate le porzioni di territorio dalla quali risultano contemporaneamente percettibili più di 28 aerogeneratori, e comunque queste interessano per massima parte porzioni di territorio scarsamente abitate e assai poco rappresentative dei punti di "pubblica visibilità".

Oltre a ciò si rileva come il SIA evidenzi che per l'analisi dell'intervisibilità dell'impianto non si sono presi in considerazione gli ostacoli fisici (quali ad esempio la presenza di alberature o barriere vegetali) e si è assunta come "totale" anche la visibilità di una sola porzione dell'aerogeneratore (quale ad esempio la semplice rotazione di una porzione del rotore).

Nel ribadire, quindi, che la sola visibilità dell'impianto, per di più da aree scarsamente abitate, frequentate e spesso tutelate sotto il profilo naturalistico non può in alcun modo costituire un fattore ostativo alla realizzazione dell'impianto, si ricorda invece come la stessa Repubblica di San Marino, elemento di imprescindibile valenza turistica ed economica a livello internazionale, pur avendo piena visibilità e percezione del parco eolico nella sua interezza sebbene in dimensioni ridotte, non ha in alcun modo ritenuto di dover tutelare la propria visuale, dando di fatto il proprio nulla osta al progetto.

Non appare, infine, tecnicamente corretto non riconoscere al progetto un'insolita attenzione per gli aspetti paesaggistici, considerati non solo nella definizione del layout planoaltimetrico dell'impianto, ma anche nella scelta di realizzare numerosi tratti di viabilità in trincea (senza inserimento di incompatibili ostacoli legati a rilevati), nella volontà di far ricorso a tecniche di ingegneria naturalistica per gli interventi di stabilizzazione e consolidamento delle scarpate, nella previsione di piazzole "temporanee" da impiegarsi nel corso della fase di realizzazione del progetto ma successivamente da rinverdire e integrare col territorio.

Apprezzabile, inoltre, la proposta di compensazioni di tipo paesaggistico previste per le Soprintendenze territorialmente competenti che, in tal modo, potranno disporre di ingenti risorse finanziarie per l'esecuzione di mirati interventi di restauro o ripristino di luoghi e beni comuni da rilanciare anche a livello economico e turistico. Certamente nessun esame istruttorio di altri progetti similari aveva mai rilevato una simile attenzione a tali aspetti. E certamente un'associazione come Italia Nostra, che all'art.3 prevede, tra le attività istituzionali, "suscitare il più vivo interesse e promuovere azioni per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, dell'ambiente, del paesaggio urbano, rurale e naturale, dei monumenti, dei centri storici e della qualità della vita".

Aspetti idrogeologici

La fragilità geomorfologica della zona appare adeguatamente studiata a livello progettuale e ben nota al proponente e agli Enti fin dalla fase di scooping che lo stesso proponente ha volontariamente attivato nel 2010. Le indagini e le verifiche di campo effettuate appaiono ad una prima analisi esaustive e di portata non comune, e le modifiche apportate nel passaggio fra il progetto preliminare e quello definitivo ben rappresentano l'attenzione da tutti posta sull'argomento.

Si ritiene quindi che il progetto e il SIA abbiano adeguatamente analizzato le problematiche, pur nella consapevolezza che una seria valutazione del progetto da parte dell'Associazione non può che limitarsi alla segnalazione di alcune criticità territoriali, lasciando agli organi tecnici competenti ogni valutazione di dettaglio in merito alla correttezza delle formulazioni geotecniche ed ingegneristiche.

Certamente non può non evidenziarsi il fatto che l'intera viabilità, così come le piazzole temporanee, sono previste dal progetto in materiale drenante, tale da non inficiare (ma al contrario migliorare) le caratteristiche di permeabilità dei suoli.

Aspetti naturalistici

Il progetto e lo Studio di Impatto Ambientale appaiono adeguatamente supportati da analisi, censimenti e indagini di tipo naturalistico, sia sulle componenti vegetazionali che su quelle faunistiche.

Le attività di campo effettuate dal proponente coprono un lungo periodo di oltre 18 mesi in corrispondenza dei quali l'intero ambito di progetto è stato interessato da studi che hanno approfonditamente coinvolto la flora, la vegetazione, l'erpetofauna, la teriofauna, l'ornitofauna e la chirotterofauna, svolti secondo le indicazioni già formulate dagli Enti competenti durante la fase di scooping.

Tutti gli studi condotti evidenziano la presenza di alcuni fattori ed elementi di attenzione, ma una condizione di globale assenza di elementi ostativi alla realizzazione del progetto. L'analisi effettuata sul progetto ha valutato, infatti, positivamente le attenzioni rivolte all'argomento e, in particolare, la totale ridefinizione del layout impiantistico conseguente alle risultanze degli avvistamenti ornitologici, la previsione di numerosissimi sottopassi faunistici volti al mantenimento della continuità delle connessioni ecologiche, il mantenimento e la valorizzazione delle aree umide (stagni e abbeveratoi) rilevate, le azioni di mitigazione previste a tutela della chirotterofauna, gli interventi di rimboschimento compensativo e di valorizzazione dell'ecomosaico delle aree aperte.

Il progetto risulta, infatti, ovunque permeato dalla sensibilità dei tecnici ambientali e certamente raggiunge livelli di sostenibilità e integrazione con le componenti biotiche assolutamente non tipici nell'ambito della progettazione di impianti similari.

Con ciò, ovviamente, non si vuole sostenere che la realizzazione del progetto non comporterà alcun impatto a carico degli ecosistemi, ma si vuole obiettivamente evidenziare che lo stato attuale dell'ambiente risulta essere stato studiato e analizzato con criterio e che tutte le soluzioni progettuali proposte muovono nella direzione della massima tutela e rispetto della naturalità dei luoghi.

Il numero di giornate di campo dedicate all'avvistamento dell'avifauna, l'attenzione per tutte le specie animali (anfibi, rettili, micro e macro-mammiferi, chirotteri, ecc.), le soluzioni progettuali individuate, le compensazioni tecniche ed economiche previste, definiscono un'impostazione che -si continua a ritenere - debba essere presa ad esempio nella progettazione dei parchi eolici e non citata come generico e superficiale elemento a sostegno dell'immutabilità delle cose (come nel caso delle controdeduzioni presentate all'Ufficio VIA). Certamente ogni ambito territoriale è caratterizzato da elementi di pregio naturalistico che è bene tutelare, preservare e salvaguardare, ma si ritiene che i progettisti abbiano preso piena coscienza delle problematiche presenti ed abbiano formulato ipotesi apprezzabili e condivisibili.

Se, ad esempio, è pur innegabile la presenza, all'interno del sito di progetto, di specie floristiche quali le Orchidee, una oggettiva valutazione del progetto non può non riscontrare che la percentuale di habitat impattato risulta del tutto trascurabile rispetto alla totalità dell'habitat delle praterie.

Ragionamento analogo può svilupparsi in merito alle specie faunistiche del lupo e del gatto selvatico, opportunamente studiate all'interno del SIA e per le quali non si può non rilevare come il sito riproduttivo del lupo sia del tutto esterno all'area di progetto e come il disturbo arrecato al gatto selvatico sia ben mitigato dall'ipotesi di sviluppo dei cantieri per macro-aree distanti fra loro, tali da consentire agevoli spostamenti a dette specie per il solo e limitato periodo di disturbo.

Si rileva, infine, come all'interno dell'areale di progetto insistano ben quattro aziende faunistico-venatorie e da qui la palese strumentalizzazione dell'osservazione inerente il blocco dei ripopolamenti di Lepre. A tal proposito si puntualizza, inoltre, che il sito riproduttivo dell'aquila è posto a 7,5 km dal parco eolico, e non a 2,5 km come erroneamente riportato nelle osservazioni (prova ne è il contenuto della pubblicazione citata proprio dall'Associazione).

Strumentali appaiono anche i riferimenti alla presenza del Lanario, certamente provata e accertata in corrispondenza dell'ambito territoriale entro il quale verrà realizzato il parco eolico della Biancarda, ma non presso il sito che interessa questo progetto.

La professionalità e il livello dei tecnici che hanno contribuito alla redazione del SIA appare, infine, del tutto evidente e condivisa dall'Associazione stessa e dallo stesso WWF che più volte, nella disquisizione degli aspetti naturalistici, citano riferimenti bibliografici redatti proprio dai medesimi tecnici.

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