[10/08/2011] News toscana

Eradicazione di cinghiali dall'Elba. Legambiente e Biowatching ai sindaci: «Diteci se siete d'accordo»

Dopo la proposta (ri)avanzata dal Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano sono cominciati i distinguo che provengono soprattutto dai cacciatori e dagli ex e attuali antiparco che vedono nella insostenibile presenza del cinghiale un modo per tenere sotto scacco l'area protetta. Anche gli amministratori comunali, che si lamentano continuamente per i danni provocati dagli ungulati e chiedono misure drastiche, ora che il parco ha riscoperto le carte e i giochi, sembrano molto tiepidi.

Proprio a loro si rivolgono con una lettera Legambiente Arcipelago Toscano e Biowatching Arcipelago Toscano: «In seguito alla reiterata proposta del Parco nazionale Arcipelago Toscano di eradicare i cinghiali all'isola d'Elba e auspicabilmente anche i mufloni dall'intero Arcipelago Toscano, in quanto specie alloctone immesse tra gli anni 60 e 70 (cinghiale) e tra gli anni 70 e 80 (muflone) dal mondo venatorio, e che attualmente stanno provocando gravissimi danni alla biodiversità, all'agricoltura locale ed alla rete sentieristica, Legambiente Arcipelago Toscano e Biowatching Arcipelago Toscano, ritenendo essenziale un rapido, concertato e condiviso intervento, chiedono alle amministrazioni Comunali dell'Isola d'Elba, dove l'eradicazione del cinghiale sembra sempre più urgente e indifferibile, se condividono o meno la proposta del Parco Nazionale, la cui delibera in tal senso risale ormai a 10 anni fa».

Le due associazioni ambientaliste sottolineano che «Infatti, i cinghiali immessi all'Elba sono di origine centroeuropea e, essendo tra l'altro incrociati con maiali, si riproducono in modo anomalo 2 volte l'anno producendo ogni volta un numero molto elevato di piccoli. Pertanto tutti i tentativi di tenere sotto controllo il loro numero sono destinati fallire in quanto il tasso riproduttivo è superiore ai pur importanti prelievi.

Tutto questo sta costando caro ai cittadini elbani ed italiani, sia in termini di denaro speso dal Parco per catturare i cinghiali e i mufloni, sia in termini di risarcimenti e concessioni di reticolati agli agricoltori e soprattutto per la continua erosione e perdita di specie di fauna e flora spesso rare ed a volte uniche (incluse per questo nelle liste della legge 56/2000 della Regione Toscana e in quelle delle Direttive europee Habitat e Uccelli) per la cui difesa e valorizzazione è stato istituito il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e che hanno portato l'Unione Europea ad istituire, in accordo con Regione Toscana e Governo italiano, le Zone di protezione speciale e i Siti di importanza comunitaria dell'Elba e delle altre isole dell'Arcipelago Toscano».

Ma c'è un problema: la collaborazione con degli enti locali mancata in questi anni: «Al fine di eradicare questa specie "anomala" è fondamentale per vari aspetti: coinvolgere la popolazione locale e gli stessi cacciatori nell'opera di cattura e degli abbattimenti selettivi all'interno del Parco Nazionale; permettere l'utilizzo delle gabbie e di ogni altra attività venatoria consentita dalla legge anche fuori dei confini del Parco, coinvolgere direttamente gli agricoltori nell'opera di riduzione/eradicazione delle popolazioni di cinghiale e muflone; raccordarsi con altri comuni per evitare che l'azione di eradicazione funzioni in un comune ma non in quello limitrofo, vanificando così ogni sforzo. Perché l'operazione abbia successo occorre infatti, soprattutto in relazione al territorio al di fuori dell'Area Protetta, la collaborazione ed il coinvolgimento diretto di tutti gli Enti preposti».

Per questo Legambiente e Biowatching Arcipelago Toscano chiedono alle amministrazioni comunali «Di confermare la disponibilità a procedere all'eradicazione, graduale ma veloce, dei cinghiali e dei mufloni dall'isola d'Elba, seguendo l'esempio di altri progetti del genere che hanno permesso di eliminare specie alloctone in altre isole di tutto il mondo, in modo che possiamo informare, anche coinvolgendoli, i nostri soci e i cittadini che a noi si rivolgono frequentemente per il problema cinghiali/mufloni».

Le due associazioni hanno mandato la lettera a tutti i Comuni dell'Arcipelago e per conoscenza a provincia di Livorno, Regione Toscana, Ente Parco e Ministero dell'ambiente e ora attendono «Una cortese e sollecita risposta per sapere se le amministrazioni comunali sono favorevoli alla eradicazione o meno. Naturalmente, in caso di mancata risposta sarà da intendersi che l'amministrazione comunale è contraria all'eradicazione dei cinghiali e dei mufloni, in tal caso invitiamo i sindaci non favorevoli a proporre misure alternative, concrete ed applicabili, che non violino la legge quadro 394/91 sulle Aree Protette, la legge 15/92 sulla caccia, il decreto istitutivo del Presidente della Repubblica e il Piano del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e le Direttive Habitat e Uccelli dell'Unione Europea».

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