[09/08/2011] News

Le cozze della California, l'acidificazione degli oceani, il global warming e gli eco-scettici

Uno studio pubblicato su "The Journal of Experimental Biology" evidenzia come l'acidificazione degli oceani potrebbe portare ad una forte riduzione delle cozze in tutto il nord-est del Pacifico e che la cosa potrebbe avere una forte ripercussione sulla catena della vita marina. Uno degli autori, Eric Sanford, del dipartimento evoluzione ed ecologia dell'University of California Davis (Uc Davis) spiega che «le cozze sono una specie fondamentale. Vivono sull'outer coast della California e creano l'habitat per gli altri piccoli organismi, come una barriera corallina».

L'ecologo Brian Gaylord, anche lui dell'Uc Davis, che ha guidato il gruppo di ricercatori del Bodega Marine Lab che hanno testato igli effetti dell'acidificazione sui mitili, sottolinea che «quell'area rappresenta una cospicua fascia di organismi viventi sulle rocce. Alcuni organismi  consumano le cozze, ma più piccoli organismi strisciare all'interno del letto delle popolazioni di cozze per trovare riparo. Questi animali che dipendono cozze per la loro casa e per il cibo sono granchi, vermi e lumache,  una complessa rete che oggi è minacciata a causa della crescente quantità di anidride carbonica nell'atmosfera».

Il rapporto sostiene che la CO2 assorbita dal mare provoca livelli di pH che producono la perdita di ioni di carbonato. Questo cambiamento chimico degli oceani  può «compromettere la capacità degli organismi marini di costruire gusci e scheletri di carbonato di calcio, lasciandoli vulnerabili alla predazione».

Le larve dei mitili trascorrono tra una settimana a sei mesi nuotando nell'acqua libera, ma devono aumentare la resistenza del loro guscio prima di stabilirsi su una superficie rocciosa a crescere fino ad diventare adulti. I ricercatori hanno utilizzati larve allevate in acqua con livelli di CO2 come quelli previsti per la fine di questo secolo, poi hanno misurato la resistenza delle conchiglie a  metà del periodo larvale, mentre la seconda misura è stata presa prima della completa formazione degli organismi.

Secondo il rapporto non c'è da essere ottimisti: l'acidificazione del mare influenza fortemente la formazione dei gusci dei mitili: «L'area di misurazione delle conchiglie è stata scoraggiante, in quanto l'ambiente acido ha provocato un sottile cambiamento nella zona della conchiglia».

Gli scienziati californiani ha misurato lo spessore del guscio, dove potrebbe prodursi l'effetto più devastante dell'acidificazione degli oceani e il rapporto osserva che «sottoposto all'acidificazione dell'oceano, lo spessore del guscio è risultato significativamente alterato, portando a gusci di larve che erano  di circa il 15 per cento più sottili con anidride carbonica elevata».

Secondo il rapporto le conseguenze dello studio sui mitili californiani sarebbero vaste: «Sebbene gran parte della ricerca del cambiamento climatico in passato si sia concentrata sul riscaldamento globale, gli scienziati sono ora di fronte alla consapevolezza che drastici cambiamenti simili saranno provocati dall'assorbimento di anidride carbonica nell'acqua di mare. Tra il 25 e il 40 per cento o delle emissioni di anidride carbonica sono penetrate nel regno marino dopo l'avvento dell'era industriale».

Ancora più sconsolante è la risposta che Gaylord dà su The California Aggie  alla domanda su quali iniziative a breve termine possono essere adottate per prevenire questo fenomeno: «Niente. E' una risposta pessimista. Ora ci stiamo impegnando sui  cambiamenti climatici e chimici dell'acqua di mare a livello globale,  ma non c'è soluzione rapida ed è giusto che le persone siano consapevoli della situazione. Esistono gli scettici del cambiamento climatico, ma le loro argomentazioni sono errate».

Anche Sanford è d'accordo: «Esiste un consenso pressoché unanime nella comunità scientifica che i cambiamenti climatici siano molto reali e tutti sono d'accordo che tutto questo sia causato dalle attività umane».

Torna all'archivio