[09/08/2011] News toscana

Corno d'Africa: la provincia di Pisa risponde all'emergenza umanitaria e ambientale

Accolti altri 15 profughi

Dai profughi di guerra a quelli ambientali la provincia di Pisa è in prima linea nella risposta all'emergenza umanitaria. Con l'arrivo di altri 15 profughi dal Corno d'Africa, dove è in corso una grave siccità e carestia che sta provocando migliaia di morti, è stata superata la quota di 200 persone accolte dai primi di aprile, quando si sono registrati gli ingressi iniziali di ragazzi tunisini (a seguito dei tumulti che hanno caratterizzato l'inizio anno in quel paese).

Da allora in provincia di Pisa sono stati attivati quattro grandi centri di accoglienza (San Piero e San Rossore a Pisa; Santa Croce e Montopoli) e si è passati poi gradualmente alla formula dell'ospitalità diffusa, ossia piccoli gruppi di rifugiati in ogni comune, in genere in relazione al numero di abitanti, un sistema assunto ufficialmente come "modello toscano", con l'accordo tra Regione, province e Anci del 31 maggio scorso.

Nel territorio pisano ad oggi sono 15 i comuni coinvolti in vario modo nell'accoglienza e coordinati dalla provincia attraverso l'istituzione Centro Nord-Sud, i cui operatori sono al lavoro dal 5 aprile con un impegno che, oltre al ruolo fondamentale di rapporto diretto con la Regione e ai compiti di organizzazione delle presenze sul territorio, vede anche un collaboratore fisso messo a disposizione di comuni e organismi di volontariato, che vengono supportati nella predisposizione e gestione del percorso che ciascun rifugiato deve sostenere fino al riconoscimento definitivo di questo status.

«Il lavoro di accoglienza e accompagnamento svolto, con gli altri soggetti coinvolti, dal Nord-Sud è praticamente senza interruzione- hanno spiegato dalla provincia di Pisa- Improprio parlare di "emergenza profughi", si tratta di un'urgenza destinata a durare ancora a lungo. Enti locali a associazioni hanno mostrato davvero grande sensibilità e forte capacità di far fronte alle difficoltà del caso, che cadono oltretutto in una situazione per tutti già particolarmente critica: e ciò in virtù di un'alta interpretazione del concetto di solidarietà e partecipazione.  Anche i comuni  ancora "mancanti all'appello" (alcuni dei quali hanno peraltro già segnalato la propria disponibilità), presto riusciranno ad attrezzarsi per convalidare un modo di operare che mette avanti i valori basilari e l'attenzione alle persone».

In effetti ci sarà bisogno ancora di supporto perché, secondo la Fao, la situazione di crisi umanitaria nel Corno d'Africa dove siccità e conflitti armati minacciano la vita di circa 12,4 milioni di persone tra Somalia, Gibuti, Etiopia e Kenya, persisterà almeno fino al dicembre 2011.

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