[09/08/2011] News

Come ti concio i parchi

Che il parlamento non si prenda troppe ferie è giusto, ma lo è anche che se lavora lo faccia al meglio e non per peggiorare le cose e le leggi buone.

 lla Commissione ambiente del Senato non sono andati in ferie, ma stanno facendo polpette della legge 394 sui parchi. Avevano iniziato dalle aree protette marine ma poi l'appetito vien mangiando e così hanno messo mano a tutta la legge. E siccome erano partiti già con il piede sbagliato l'arrivo che si profila non poteva essere peggiore. Il buongiorno come si sa si vede dal mattino.

E lo è ancor più perché sembrano essere tutti d'accordo, sordi anche a quanto ha detto il voto sul referendum e non solo. Alla partenza, in omaggio al ruolo delle Regioni a al federalismo di cui tanto si chiacchiera, i senatori le avevano cortesemente estromesse da qualsiasi ruolo sulle aree protette marine. Estromissione che come vedremo si è poi estesa anche alle altre aree protette. Non solo, ma dopo avere stabilito che i parchi a mare saranno solo nazionali, l'ente parco avrà sì responsabilità amministrativa ma per quanto riguarda il piano del parco all'area marina ci penserà il ministero, in omaggio evidentemente alle politiche di integrazione che raccomanda da tempo la Comunità europea. E perché non potessero esserci dubbi al riguardo la nomina del presidente del parco sarà decisa sentite - e non d'intesa con - le Regioni. Il direttore, per giunta, se lo sceglie il presidente senza terne e concorsi di sorta, magari con una telefonata del ministro a Bisignani.

Insomma partiti per uscire dalla crisi in cui versano dopo anni di cure ministeriali, le aree protette marine sono state ulteriormente ingabbiate in un regime centralistico e ancor più separato dalle altre aree protette. Ma anche questo evidentemente non bastava e perché non ci fossero dubbi sul crescente disimpegno anche sulla gestione effettiva e cioè pianificatoria e non aziendale dei parchi, si sono previste forme varie e pasticciate di ‘tassazione' ora dell'acqua ora delle trivellazioni petrolifere e così via per riparare di fatto i danni derivanti da attività che in un parco vanno vietate e impedite e non 'pagate' e riparate, che comporterebbe peraltro uno snaturamento dell'ente parco come non avviene in nessuna parte del mondo.

E anche qui perché non ci fossero dubbi sulle reali intenzioni del nostro legislatore ferragostano e bipartisan, si prevede un Comitato di programmazione dove non sono rappresentati né le regioni né gli enti locali né i direttori ma il Corpo forestale dello stato e le Capitanerie di porto. Ed è sorprendente che  la Commissione ambiente non si sia presa neppure  la briga di consultare, sentire le regioni, l'Anci, l'Upi mentre non meno sorprendentemente Federparchi trovi questo accettabile magari con qualche emendamento di ritocco. Insomma, questa è una legge che non deve andare avanti perché stravolgerebbe la legge 394. A qualcuno dovrebbero pure fischiare gli orecchi visto che nei vari appuntamenti sull'ambiente in corso finora non mi risulta che qualcuno abbia discusso di questo sbrego.

Torna all'archivio