[08/08/2011] News

I Parchi a 20 anni dalla legge quadro

Legambiente propone il rilancio mentre il Parlamento discute le modifiche

Nell'interessante dibattito sul presente e il futuro delle aree protette e che a Festambiente  ha visto protagonisti  il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza (Nella foto), il responsabile aree protette e biodiversità dell'associazione Antonio Nicoletti, il direttore generale per la protezione della Natura e del mare del ministero dell'ambiente Renato Grimaldi, il direttore di Federparchi Giampiero Sammuri, il responsabile nazionale area ambiente Coldiretti  Stefano Masini e altri esponenti delle istituzioni locali, sono emerse luci ed ombre di una normativa che praticamente tutti hanno detto che ha bisogno di una "manutenzione".

Secondo  Nicoletti è «la Legge quadro 394/91 è una norma che ha dato buoni frutti, che ha istituito il sistema dei Parchi in Italia ma che oggi, a vent'anni dalla sua emanazione, ha bisogno di essere rivista e adattata alle esigenze della società attuale e di superare gli evidenti limiti che in questi anni ha mostrato di avere. Tra i buoni frutti che la legge quadro ha prodotto c'è l'intero sistema delle Aree Protette Italiane che nel tempo è cresciuto dal 3% all'11% coinvolgendo quasi 3 mila comuni che oggi hanno nel loro territorio un'area protetta. Tra i meriti anche quello di aver coinvolto nella strategia di protezione e conservazione della natura le associazioni, la cittadinanza attiva e gli enti locali, di aver dotato il sistema di enti di gestione autonomi come gli Enti parco e di aver creato una comunione d'intenti tra Stato e Regioni per la creazione di un sistema integrato di aree protette».

Intanto in Parlamento a quanto pare si sta mettendo mano a questa manutenzione e dalle indiscrezioni che circolano, e trapelate anche durante il dibattito a Rispescia (Gr), sia gli emendamenti del relatore di centro-destra che i subemendamenti del  Pd d le proposte  sarebbero migliorativi, in particolare con uno snellimento della governance dei parchi, ad iniziare dai Consigli direttivi, ma nessuno metterebbe in dubbio il valore dell'aree protette o addirittura la loro esistenza, come qualcuno aveva paventato.

«E' certamente un bene che questa legge sia stata fatta - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - perché ha permesso al nostro Paese di tutelare, valorizzare e in molti casi sviluppare una risorsa di grande valore come l'immenso patrimonio naturale italiano. Dopo tanto tempo però è diventato necessario rivedere i meccanismi della parte gestionale dei Parchi per eliminare quelle chiusure che in diversi casi non hanno favorito la sinergia necessaria tra gestori, enti locali, associazioni e comunità, perché il sistema funzioni. Oggi la crisi economica impone di aggiornare la missione dei parchi, precisarla e coinvolgere di più i cittadini nel perseguimento degli obiettivi».

Il direttore Grimaldi ha detto che anche i bilanci dei parchi, dopo le notizie di possibili tagli, sono ormai in salvo e che anzi nel 2011/2012 arriverà una boccata di ossigeno per gli Enti parco, visto che i finanziamenti sono stati inseriti tra le spese obbligatorie e quindi non più sottoposti a questa o quella contingenza in finanziaria e, aggiungiamo noi, alle manie sforbiciatrici di Tremonti o di questo o quel ministro di turno (l'ultimo il leghista Calderoli, che considera la difesa dell'ambiente inutile) che in questi anni nelle finanziarie si sono particolarmente accaniti nei tagli per la protezione dell'ambiente, anche se rappresenta una frazione ininfluente delle spese o dei cosiddetti "sprechi" che è veramente difficile trovare in Enti ormai ridotti all'osso.

Secondo Legambiente questa realtà che finalmente sembra avere un momento di tranquillità e percorrere un dibattito di modifica segnato sull'insostituibilità della salvaguardia del nostro patrimonio di biodiversità e bellezza,  deve però adeguarsi alle molte cose cambiante dall'ormai lontano 1991, «La Legge sui Parchi ha bisogno anche di essere aggiornata attraverso il contributo di direttive europee come quelle Habitat e la Rete Natura 2000 e degli accordi internazionali sulla biodiversità come quello di Nagoya che in questi vent'anni hanno messo in risalto l'importanza della conservazione della biodiversità molto di più rispetto ai presupposti che diedero vita alla legge italiana nel 1991 - ha detto Nicoletti - E' fondamentale partire dalla trasparenza per ristabilire un rapporto di fiducia con i cittadini che in alcuni casi è venuto a mancare perché tornino a condividere obiettivi e risorse. Le comunità del Parco, ad esempio, in tutto questo tempo non hanno contribuito, se non in minima parte, a rendere il progetto del parco dinamico. Auspichiamo, insomma, che la legge continui ad avere un'impronta d'integrazione fra le politiche e gli attori  e che consenta ai parchi di rispondere pienamente alla loro missione di conservazione della biodiversità e di essere gli esempi più virtuosi in tema di politiche di sostenibilità, cosa che oggi non avviene in modo uniforme».

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