[03/08/2011] News

Il governo mette definitivamente al bando i sacchetti di plastica. Lo fa anche la Spagna

Legambiente esulta: «Ottima notizia»

Il Consiglio dei ministri oggi ha confermato la messa al bando dei sacchetti di plastica usa e getta non biodegradabili, «che sono responsabili di gravi forme di inquinamento ambientale e marino e che sono non commerciabili nel nostro paese dal primo gennaio di quest'anno - spiega una nota del ministero dell'ambiente - La normativa approvata stamani definisce meglio la portata del divieto, chiarisce i riferimenti normativi europei per la biodegradabilità dei materiali, ed è stata correttamente notificata all'Ue che la sta valutando».

Il ministro  Stefania Prestigiacomo ha sottolineato che «gli italiani hanno dato prova in questi mesi di una straordinaria maturità ambientale, accettando di buon grado il divieto dei sacchetti usa e getta e utilizzando le buste biodegradabili o borse della spesa riutilizzabili. Siamo i primi in Europa ad aver messo "fuori legge" gli shopper inquinanti, con un provvedimento che suscitato molti consensi ed ha aperto la strada ad un ripensamento in sede Ue sull'argomento. Adesso dobbiamo andare avanti promuovendo, come stiamo facendo, la produzione di bio-plastiche che sono parte essenziale di quella filiera della nuova chimica, capace di aiutare l'ambiente e non più di danneggiarlo. Con il provvedimento di oggi sono stati chiariti dubbi ed incertezze che scaturivano dalla legge del 2006 ed è stato definito un quadro normativo chiaro a difesa dell'ambiente e a favore di uno sviluppo produttivo moderno e sostenibile». 

Secondo il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai  cambiamenti climatici, che nel 2007 firmò l'emendamento che ha introdotto la norma nel nostro Paese, «E' da giudicare positivamente la scelta del Ministero dell'Ambiente di portare oggi in Consiglio dei Ministri e fare approvare un ddl che ribadisce il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica chiarendo  alcuni dettagli della norma, rispondendo alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori e alle richieste dell'Unione Europea. Nel percorso  parlamentare del provvedimento, che come opposizione assicuriamo sin da adesso che faremo di tutto per rendere il più rapido possibile, miglioreremo alcuni  aspetti tecnici a partire da quello che stabilisce che  i  sacchetti riutilizzabili conformi alle nuove disposizioni sarebbero quelli  di  spessore superiore ai 400 micron. E' uno spessore eccessivo che può  utilmente ridursi sino a 80 micron,  salvaguardando  le  esigenze dell'ambiente e rispondendo in maniera più coerente alle richieste del mercato. La  messa  al  bando  dei  sacchetti di plastica - continua Ferrante - ha incontrato il grande favore dei  cittadini, tant'è che un recente sondaggio, realizzato dall'Istituto diretto da Mannheimer, ha stabilito che il 93 per cento degli italiani è consapevole del fatto che dal 2011 non è più possibile  commercializzare  gli shoppers  di plastica, e 6 su 10 esprimono un  consenso  convinto. C'è insomma un atteggiamento positivo nei confronti della  normativa in quanto, l'impegno nei confronti dell'ambiente "è giusto e doveroso" e giustifica un'imposizione di legge».

Per Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, si tratta di «un'ottima notizia a cui si aggiunge l'aspetto positivo di aver introdotto modifiche per rafforzare una normativa che è già un fiore all'occhiello per l'Italia, un provvedimento salva ambiente davvero all'avanguardia. Il chiarimento per mettere al bando anche i sacchetti tradizionali con additivi chimici  che sono inquinanti quanto i sacchetti messi al bando dal 1 gennaio scorso e che hanno invaso il mercato del piccolo commercio in tutta Italia, è poi fondamentale, mantenedo come discrimine l'uso di materiale biodegradabile e compostabile secondo la normativa EN 13432 e uno spessore che non superi i 100 micron».

Anche la Spagna mette finalmente al bando le buste non biodegradabili. Lo fa attraverso una norma di legge nazionale (l'art. 56 della legge 2/2011) che prevede la progressiva sostituzione delle buste non biodegradabili, fino alla loro definitiva eliminazione dal territorio spagnolo nel 2018. Questo il calendario previsto per l'eliminazione dal commercio delle buste non biodegradabili in Spagna: il 60 per cento degli shopper non bio attualmente in commercio verrà sostituito con buste realizzate in altri materiali prima del 2013; il 70 per cento verrà sostituito prima del 2015; l'80% prima del 2016; l'eliminazione totale delle buste non biodegradabili avverrà a partire dal 2018.

Assobioplastiche sottolinea che «come parametro per la biodegradabilità la legge iberica sceglie espressamente la norma europea EN 13432:2000, unico standard tecnico come del resto da sempre sostenuto da Assobioplastiche, in grado di certificare la biodegradabilità e/o la compostabilità di un dato materiale».

Il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari, sottolinea che «La Spagna compie un altro importante passo in avanti per la tutela dell'ambiente, sulla scia dell'esperienza pilota italiana, confermando ancora una volta la sensibilità crescente in tutta Europa sui pesanti danni cagionati dall'abbandono delle buste in plastica non biodegradabile. L'auspicio è che anche le Istituzioni europee recepiscano questa lodevole tendenza e si attivino per formulare norme di analogo tenore applicabili a tutti i membri dell'Unione».

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