[03/08/2011] News toscana

Rinasce il Centro di studi e protezione delle tartarughe mediterranee di Massa Marittima

Università di Pisa e Comunità montana al Guardian (e alla Nazione): «Ecco come è andata e cosa faremo»

L'intricata vicenda di Carapax, complicata da vicende giudiziarie, era tornata nei giorni scorsi alla ribalta della cronaca, addirittura internazionale, dopo che l'autorevole giornale britannico Guardian aveva denunciato che Centinaia di animali, soprattutto  tartarughe palustri americane, rischiano di restare senza cibo e di ammalarsi, a causa della solita burocrazia all'italiana, in particolare il sottolineava che buona parte delle tartarughe palustri erano state inviate dalla Gran Bretagna a Massa Marittima dal British Chelonia Group, con una "dote" per ciascuna di loro.

Un pasticcio faunistico internazionale, tanto che il 31 luglio il vicedirettore de "La Nazione"  approfittava della lettera di un lettore per sparare a zero sia sui giornalisti britannici che sui responsabili della vicenda Carapax: «Agli inglesi hanno già offerto la testa dell'ex proprietario del Carapax, al centro di una complicata vicenda giudiziaria. A noi invece dovrebbero spiegare perché abbiamo saputo solo dal Guardian, a distanza di quattro anni, della colonia di tartarughe importate, lautamente sovvenzionate e regolarmente abbandonate. E ancora: quale è stato e qual è il ruolo di Comune, Comunità montana, Università di Pisa, Asl, Forestale che si precipitano a fare riunioni a Ferragosto dopo anni di silenzio. Infine, dove sono gli animalisti. Anche loro complici della burocrazia che chiude i cancelli e affama le ninja?», scriveva Mauro Avellini per poi mischiare tartarughe,  politica e addirittura calcio contro la perfida Albione: «Il Times aveva messo persino in dubbio la ferita di Berlusconi alla bocca, sempre il Guardian ci aveva massacrato per l'organizzazione del G8 a L'Aquila, il Sun aveva ridicolizzato Gattuso per la testata a Jordan, figurarsi se gli potevamo nascondere le tartarughe. Loro, così severi e sospettosi e noi, per l'appunto, così ipocriti».

All'articolo-denuncia del Guardian e indirettamente alla Nazione rispondono l'università di Pisa e la Comunità montana che oggi annunciano il rilancio del sito di conservazione in Maremma: «Tornerà ad essere un luogo d'eccellenza dedicato all'educazione ambientale, alla ricerca e alla conservazione ex situ della fauna l'ex "Carapax" di Massa Marittima, il Centro di studi e protezione delle tartarughe mediterranee nato più di venti anni fa e gestito oggi dal Museo di Storia naturale dell'Università di Pisa e dalla Comunità montana delle Colline Metallifere. Proprio in questi giorni è stata formalizzata una richiesta alla Regione Toscana per costituire in Maremma un centro europeo per la ricerca e la conservazione delle testuggine mediterranee, anche grazie alla collaborazione con varie università che hanno dimostrato il loro interesse».

Roberto Barbuti, vicedirettore del Museo di Storia Naturale e responsabile del progetto, spiega che «Il centro, recuperando quella che era la vocazione iniziale dell'ex Carapax, sarà istituito inizialmente presso la località Malfatto, a Massa Marittima, ampliando le strutture già esistenti. Quando le opere di ristrutturazione saranno terminate, il centro sarà rilocato presso il sito del ex Carapax, luogo più adatto per le sue caratteristiche climatiche e logistiche».

Dopo le complicate vicende giudiziarie e le polemiche che hanno riguardato la precedente gestione del centro e le denunce dello stato di abbandono fatte dal Guardian,  l'università di Pisa e la Comunità montana puntano a un rilancio di tutta l'area: «Nel corso dei procedimenti giudiziari - ricorda Barbuti - dal Centro Carapax sono scomparsi gli esemplari più pregiati e sono rimaste solamente le tartarughe palustri americane che, normalmente vendute come "pet" da piccole diventano, una volta cresciute, un problema per i proprietari che spesso le abbandonano in ambiente naturale con grave danno per gli ecosistemi. Gli esemplari pregiati conservati a Massa Marittima,  recuperati dal Corpo forestale dello Stato,  sono invece le tartarughe terrestri e palustri mediterranee. In particolare le specie terrestri sono la tartaruga di Hermann (Testudo hermanni), di cui sopravvivono ancora popolazioni in Italia, in particolare nell'area delle Colline Metallifere, la tartaruga Greca (Testudo graeca), di cui una sottospecie vive nella Penisola Balcanica e la tartaruga Marginata (Testudo marginata), di cui una popolazione vive in Sardegna, mentre le palustri sono rappresentate dalla Emys orbicularis che sopravvive nelle aree umide, anche della Toscana».

Università e comunità montana ricordano ai giornalisti inglesi ed italiani che «Le tartarughe americane rimaste presso l'ex Centro Carapax sono ancora sotto la custodia del precedente gestore, e non possono essere spostate a causa delle due ordinanze di sequestro sanitario del sindaco di Massa Marittima. Nei laghetti che ospitano le tartarughe era infatti stata riscontrata la presenza di un ceppo di salmonella pericoloso per l'uomo. La Comunità Montana e l'Università di Pisa potranno farsi carico della loro gestione non appena verrà affidata loro la custodia degli animali: è già stato prospettato uno spostamento degli esemplari presso il Centro Ittiogenico del Trasimeno che da alcuni anni funziona come centro di raccolta e mantenimento delle tartarughe americane, grazie a una collaborazione fra la Provincia di Perugia e il Corpo Forestale dello Stato».

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