[29/07/2011] News toscana

Vigni (Ecodem) a greenreport.it: l'ecologia della politica va di pari passo con le battaglie ambientali

La festa nazionale degli Ecologisti democratici - che sarà inaugurata domani a San Gimignano - va in scena nel bel mezzo di uno dei picchi coi quali gli attacchi speculativi minacciano l'Italia quanto l'intera Unione; la manovra approvata in fretta e furia per calmare le onde del momento non ha ottenuto i risultati desiderati, e comunque non sembra poter rappresentare altro che un tampone momentaneo. In quest'atmosfera d'incertezza, greenreport.it ha contattato Fabrizio Vigni, il presidente nazionale degli Ecodem.

Qual è l'alternativa proposta dagli Ecodem per un rilancio e uno sviluppo sostenibile del Paese?

«Sullo sfondo c'è una enorme questione globale ancora irrisolta: la finanziarizzazione domina lo scenario globale, la politica e l'economia reale fanno fatica a far valere il proprio ruolo. Gli attacchi speculativi, in questo contesto, hanno ancora più forza. L'Italia sta camminando sull'orlo del baratro, con un  governo  allo sbando. Il punto è che non si esce dalla crisi se non si imbocca la via di un nuovo modello di sviluppo. La costruzione di una nuova economia ecologica e di una green society, orientando produzioni, consumi e stili di vita verso la sostenibilità, può essere anche per l'Italia una nuova frontiera di sviluppo. E' solo una coincidenza che la Germania, il paese che più di altri ha scommesso sull'economia verde, abbia una crescita economica del 4%? Ma questo allora, anche a sinistra, significa non potersi limitare a evocare una generica "crescita" dell'economia: bisogna puntare sulla qualità e sulla innovazione ecologica. Dalla nostra festa vogliamo dire al Pd e al centrosinistra: svegliamoci, acceleriamo la costruzione di una alternativa di governo, un'idea di cambiamento radicale dell'Italia. Servono cultura di governo e visione del futuro. Con il coraggio di scommettere sull'ambiente per un futuro desiderabile».

Con la vittoria dei referendum che ha affermato con forza il desiderio dei cittadini di rendere pubblica la gestione dei beni comuni e dei servizi pubblici locali, la risposta che arriva dai vertici delle istituzioni, sotto la pressione dei mercati, parla di una loro auspicata privatizzazione. Durante la festa nazionale Ecodem sarà dedicata al tema un'intera serata, ma sembra che anche il Pd non abbia fin'ora sottolineato con forza come questi intenti vadano chiaramente contro la volontà dei cittadini, non crede?

«Quello dei referendum è stato un risultato straordinario. E il Pd si è impegnato, ci ha messo la faccia, ha contribuito in maniera determinante a quel risultato. Ora bisogna dare uno sbocco politico a quel voto. Cancellato il nucleare, c'è da dare all'Italia una nuova strategia energetica low carbon, che punti con grandissima forza sull'efficienza energetica e sulle rinnovabili. Noi Ecodem abbiamo presentato la nostra idea di piano energetico per l'Italia. Sui servizi pubblici, battuta la logica di privatizzazione forzata, ora la questione centrale è come rafforzare la programmazione, la regolazione e il controllo pubblico, a cominciare ovviamente dall'acqua - il Pd ha presentato la sua proposta di legge - e al tempo stesso garantire efficienza economica e qualità dei servizi. Governo pubblico, gestione industriale e investimenti possono camminare insieme: è questo il modo migliore per tutelare i beni comuni».

Una discussione seria per sostenere il lancio della green economy non può esimersi da porre in posizione centrale i flussi di materia che attraversano l'economia. La green economy è associata solitamente a temi legati all'energia, pubblicizzando solo in minor misura quelle legate alla materia: al limite si citano dati relativi alla raccolta differenziata, tralasciando il riciclo. Quali iniziative hanno intenzione di portare avanti gli Ecodem per promuovere una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti, che deve presupporre la loro riduzione e la promozione di incentivi per l'espansione del mercato di prodotti riciclati?

«Totalmente d'accordo. La green economy non è appiccicare qualche pannello solare sull'economia tradizionale. E non è neppure solo la rivoluzione energetica. E' un mutamento di paradigma profondo. E' capacità di produrre benessere con meno consumo di materia e di energia, è una nuova rivoluzione industriale fondata sull'innovazione ecologica di processo e di prodotto in tutti i settori manifatturieri. E la questione del riciclo allora diviene sempre più una questione centrale. Va non solo attuata correttamente la direttiva europea sui rifiuti, mettendo al primo posto la riduzione, ma anche sostenuto adeguatamente il mercato dei prodotti riciclati, con politiche industriali e fiscali. Da tempo proponiamo misure di fiscalità ecologica che vadano in questa direzione, anche con proposte di legge».

Una proposta di riduzione dell'incentivo CIP 6 relativo all'incenerimento dei rifiuti potrebbe essere uno stimolo concreto in questa direzione, ha possibilità di essere portata avanti dal partito?

«Il CIP 6 in quella impostazione sbagliata fu cancellato dal governo Prodi nel 2006. Va rispettato ed attuato quanto previsto dall'Unione Europea, e cioè che può essere incentivata la produzione di energia da rifiuti solo per la parte biodegradabile. Se messo nel verso giusto, come si fa nei migliori paesi europei, il recupero di energia dopo la raccolta differenziata serve a chiudere il ciclo dei rifiuti riducendo al minimo la discarica».

Rimanendo in ambito nazionale, il Partito Democratico dovrebbe rappresentare un'alternativa alla politica del centrodestra distinguendosi sicuramente anche in campo etico. La questione morale che smuove la cronaca in questi giorni rinfocola i dubbi sull'effettivo concretizzarsi di questa possibilità. Vista dall'interno delle fila del partito, come crede verrà metabolizzato il problema?

«Non c'è dubbio che la credibilità del Pd e del centrosinistra dipendono anzitutto da questo, dalla capacità di dar voce alla buona politica. E di essere sempre coerente, prendendo di petto ogni possibile degenerazione. I casi che emergono in questi giorni suscitano amarezza e preoccupazione, non possono essere assolutamente sottovalutati. Ma neppure accetto di sentir dire: tutti uguali. E' un offesa a milioni di persone oneste. Legalità, correttezza, sobrietà: a noi piace chiamarla ecologia della politica. Un anno fa veniva ucciso Angelo Vassallo: voglio ricordarlo non solo perché era un esponente Ecodem, ma perché è stato un esempio di come le battaglie per la legalità sono tutt'uno con quelle ambientali, e di amministratori onesti e coraggiosi come lui ce ne sono tanti, in ogni parte d'Italia. Un esempio di ecologia della politica».

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