[26/07/2011] News
Probabilmente ieri, condannando la strage di giovani socialdemocratici norvegesi perpetrata dall'estremista cristiano/fascista/massone/anti-islamico Anders Behring Breivik siamo stati troppo teneri con i suoi maestri italiani. Littorio Feltri, maître à penser dell'incanaglita destra populista italiana, ieri - sulle pagine del Giornale della famiglia del presidente del Consiglio - dava la colpa ai ragazzi se le vittime erano state così tante.
La abominevole teoria di questo giornalista, che in realtà è il capo di una fazione politica estremista che colleziona fascicoli sul fascismo, è che se i giovani laburisti non fossero stati egoisti, se avessero affrontato a mani nude e tutti insieme il mostro, ne sarebbero morti meno. Auguriamo a Feltri di non trovarsi mai di fronte ad un assassino che spara all'impazzata con un'arma automatica su un gruppo di persone e poi le finisce con un colpo alla testa.
La destra populista italiana, liberale a parole e fascista nel cuore, sembra non poter ammettere che uno che viene dalle loro confuse idee piene di odio razziale, politico e religioso, abbia davvero commesso quella strage. Lo stesso Giornale, prima con la sua prima pagina anti-islamica a 9 colonne sulla strage norvegese e poi con l'imbarazzante nuova prima pagina che correggeva senza scusarsi, è l'evidenza visiva di tutto ciò: un bianco, biondo, vichingo, cristiano, massone e conservatore non può sbagliare.
Chi ha il coraggio di spiegare quali siano i legami che legano la strage norvegese e la schifosa paccottiglia del proclama di Anders Behring Breivik alla teorie della fortezza Europa care alla destra comunitaria e delle piccole nazioni, è l'eurodeputato leghista Mario Borghezio: «Sono posizioni sicuramente condivisibili», ha detto intervenendo alla trasmissione La zanzara, su Radio24 .
Borghezio oltre a disinfettare i treni sui quali viaggiano i "negri", a bruciare i pagliericci dei barboni e a fare corsi semi-segreti ai movimenti neo-fascisti per insegnare come infiltrarsi nei partiti e nelle istituzioni, porta alle estreme conseguenze il leghismo in tutte le sue declinazioni più anti-internazionaliste e da piccola patria celtico-cristiana, dicendo che è necessaria e sacrosanta quella crociata contro musulmani, infedeli e amici del multiculturalismo che il cavaliere nero norvegese ha iniziato sull'isoletta di Utǿya, massacrando un gruppo di adolescenti in vacanza che Feltri, nel suo nostalgico vaneggiamento senile da superomismo da ventennio, vorrebbe kamikaze coraggiosi.
Per Borghezio sono «buone alcune delle idee espresse da Breivik, al netto della violenza, in qualche caso ottime. Certo, l'opposizione all'Islam l'accusa all'Europa di essersi già arresa prima di combattere, sono cose che pensiamo in molti». Per questo tristo individuo che gli elettori padani hanno mandato a rappresentarci in Europa, Breivik è «magari in buona fede. Ho paura che questo personaggio sicuramente esaltato sia stato strumentalizzato».
Ed è vero, una pazzia omicida del genere, la convinzione di essere nel giusto mentre si trucidano freddamente inermi ragazzine bionde accusate di essere immorali e senza Dio, nasce dalla strumentalizzazione di demagoghi e provocatori come Borghezio che hanno fatto dell'intolleranza e della paura del diverso e del povero lo sgabello per salire sulle comode poltrone parlamentari dalle quali continuano a spandere xenofobia, paura e vergognose menzogne.
Secondo il persecutore padano di barboni e/o extracomunitari, quelle del pluriomicida norvegese «sono posizioni che collimano al 100 per cento con molte delle posizioni che sono state prese da questi movimenti che ormai vincono le elezioni tutte le volte che si vota in Europa. Prendono sempre il 20 per cento. Il che vuol dire che in Europa un 100 milioni di persone la pensano così. Perciò, sostenere una necessità di una forte risposta cristiana, anche in termini di crociata contro questa deriva islamista, terrorista e fondamentalista della religione islamica e di questo progetto di conquista dell'Europa e del califfato in Europa è sacrosanto».
Ributtante ma vero: il provlama di Anders Behring Breivik non è altro che un copia-incolla delle più strampalate, feroci, criminali teorie politiche della nuova destra populista e nostalgica che ha fatto irruzione nei parlamenti europei, ben finanziata e sostenuta e con la quale la destra "perbene" non disdegna di fare alleanze. D'altronde anche fascisti e nazisti erano stati eletti in parlamento, prima di realizzare gli Stati totalitari, imprigionare gli oppositori e i diversi e poi dare il via, insieme, alla più grande tragedia della storia dell'umanità, che si basava sulla purificazione razziale dell'Europa, a cominciare dalla soluzione finale per ebrei e zingari. Vi ricorda qualcosa?
Ecco perché hanno fatto bene Pd ed Idv a chiedere le dimissioni di Borghezio da europarlamentare, ma anche perché non basta che un ministro della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza come Calderoli dica semplicemente: «Borghezio? Sono farneticazioni personali». Quelle farneticazioni sono costate la vita a decine di ragazzi norvegesi, sono costate la vita a centinaia di italiani con lo stragismo nero, sono costate la vita a decine di milioni di ebrei, russi, cinesi, europei, asiatici, americani, tedeschi ed italiani prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per parole come queste un partito serio e democratico butta fuori con disonore uno che si auto dichiara complice morale di una strage, non lo fa salire sul palco di Pontida a sputacchiare ballonzolante accuse e insulti, minacce e dichiarazioni di guerra agli immigrati ed agli omosessuali. In un Paese normale e democratico gente simile si mette al bando, non la si porta al governo.
Ma anche l'opposizione e i democratici italiani, di fronte al risorgere della bestia nazista e dei suoi corifei, non può pensare che quello che è accaduto in Norvegia non rappresenti uno spartiacque tra la sottovalutazione del pericolo reale per la democrazia e la nascita di un nuovo ed unitario antifascismo.