[25/07/2011] News

La repubblica russa del Tatarstan lancia un fondo per favorire lo sviluppo della green economy

La Russia prova ad allentare il giogo degli idrocarburi che pesa sul suo sviluppo

L'economia della russia, che rientra di diritto nella lista dei Bric, basa una grande fetta del suo successo sull'utilizzo intensivo delle risorse che il suo sterminato e ricco territorio mette a disposizione, con le esportazioni di materie prime - in particolare gas e petrolio - che costituiscono la parte del leone. È uno dei maggiori esportatori mondiali di greggio e gas, ma la sua politica energetica ufficiale punta ad aumentare fino al 4,5% l'incidenza della produzione da fonti rinnovabili entro la fine di questo decennio.

Questa stretta dipendenza rende il progresso del Paese ancora oggi fortemente legato alle esportazione di tali risorse energetiche e, conseguentemente, alle sempre più frequenti e volubili oscillazioni dei relativi prezzi sui mercati internazionali.

Anche dalle parti del Cremlino sembra si cominci ad immaginare un futuro che si avvicina a grandi passi, caratterizzato dalla progressiva scarsità dei combustibili fossili e comunque segnato dalle battaglie per diminuire gli impatti negativi dovuti al loro utilizzo, per i quali il cambiamento climatico è stato investito del ruolo di vessillo.

Coerentemente con quest'ottica, durante le consultazioni russo-tedesche del 19 luglio è stato firmato un accordo tra il Tatarstan - una repubblica della Federazione Russa, ricca di raffinerie e tra le più prolifiche nell'ambito chimico ed industriale - e la teutonica società Wermuth Asset Management (Wam), che prevede il lancio di un fondo da 200 milioni di euro atto a favorire l'ingresso di imprese che si occupano di green economy nell'orbita dell'economia del Tatarstan (e della Russia).

Il lancio del "Tatarstan Clean Tech Fund" (TCTF) è «in linea con l'obiettivo strategico di cooperazione russo-tedesco per modernizzare l'economia russa, ed il primo nel mondo di stampo "clean tech" a concentrarsi sui bisogni della Federazione Russa, e del Tatarstan in particolare», come si legge sul comunicato emesso dalla Wam, società tedesca attiva in ambito finanziario e specializzata nel mercato della Russia e dell'Europa orientale.

Al momento, il fondo (della durata decennale) è costituito dai 100 milioni di euro messi a disposizione dal Tatarstan, e dai 10 forniti dalla Wam; per gli altri 90 milioni c'è ancora da attendere. Tali risorse saranno stanziate per investimenti concentrati su settori determinati: un migliore trattamento e riciclo dei rifiuti urbani, la produzione di batterie per auto elettriche e l'implementazione di una rete per la diffusione ed un'ottimizzazione dell'utilizzo di tali mezzi, la crescita ed il raffinamento della produzione di biofuel, un'estrazione di petrolio e gas meno impattante, il contenimento delle emissioni di CO2 da parte delle imprese che producono prodotti chimici, ed infine la costruzione di un "villaggio a basso consumo energetico", ispirato al modello offerto da Friburgo.

«Sembra paradossale che una regione come quella del Tatarstan, che produce gas e petrolio olio, voglia sostenere l'efficienza energetica - continua il comunicato della Wam - ma, in realtà, questo fa parte della strategia per estendere la fornitura di petrolio e di gas il più a lungo possibile nel tempo. Poichè la risorsa è scarsa ed il prezzo potrà solo salire, meno si consuma oggi e più si consumerà in seguito, aumentando il valore del petrolio e del gas che questa regione produttrice è in grado di estrarre dalle sue riserve. Questo approccio favorisce anche l'economia Tatarstan, consentendole di reinventarsi come fonte di imprenditorialità per le tecnologie pulite e, per quanto riguarda la produzione, di sostituire la dipendenza dal petrolio e del gas. Da più punti di vista, il Tatarstan è simile ad Abu Dhabi, che pure sta cercando di diventare un leader nelle tecnologie pulite. Il Tatarstan potrà così non solo beneficiare di un ambiente più pulito, ma anche di posti di lavoro per personale altamente qualificato, nonché della capacità di attirare maggiori investimenti esteri».

Come si evince dal comunicato, sono soprattutto logiche prettamente economiche, e non chissà quale velleità su un futuro sostenibile a guidare l'iniziativa promossa dal Tatarstan, ma come sempre più spesso accade ed accadrà in futuro, tale convergenza è destinata a concretizzarsi.

Torna all'archivio