[21/07/2011] News toscana

Arpat: non è stato l'inquinamento ad uccidere i pesci nel fosso Cervia a Piombino

La cosa il 15 luglio era finita sulle pagine del Tirreno, ma il Servizio Subprovinciale di Piombino dell'Arpat il 14 luglio aveva già ricevuto dall'Istituto di biologia marina di Piombino, dalla Società Parchi Val di Cornia e dalla stessa redazione de Il Tirreno, segnalazioni di una moria di pesci nel Fosso Cervia, in località Mortelliccio, nel Comune di Piombino.

Oggi il Servizio Subprovinciale Arpat di Piombino spiega che il fenomeno della moria di pesci nel Fosso Cervia «è ben noto, in quanto puntualmente nella stagione calda, nei fossi di bonifica della zona si creano situazioni anossiche (mancanza di ossigeno) che talvolta determinano la morte per anossia di esemplari di pesci più grandi (in questo caso cefali)» e ricorda che «più volte il Servizio sub provinciale Arpat di Piombino è intervenuto con sopralluoghi e campionamenti, tanto che la situazione di tutto il reticolo di canali costieri ormai a noi ampiamente conosciuta. Sulla base di tali informazioni, allo scopo di escludere problemi legati allo sversamento di liquami per disservizi alle stazioni di sollevamento della fogna nera esistenti in zona, due nostri operatori hanno effettuato nello stesso pomeriggio della segnalazione un sopralluogo da cui non è emerso alcun disservizio e ad una ispezione visiva il corso d'acqua risultava stagnante e di livello molto basso senza però mostrare evidenti segni di anossia. L'assenza di anomalie al sistema fognario è stato confermato dal gestore (Asa)».

L'Arpat ha preso anche contatto con la Federazione italiana pesca sportiva, con la quale la Provincia di Livorno ha sottoscritto una convenzione, per concordare le misure di primo intervento e sottolinea di aver dato tutta la sua disponibilità all'Assessorato alla Pesca della Provincia «per qualsiasi supporto logistico abbiano bisogno per l'intervento di emergenza da loro ritenuto più opportuno».

Ma l'Arpat tranquillizza per un fenomeno che ha cause naturali: «In sostanza il fosso non presenta sintomi acuti, infatti la moria riguarda solo alcune unità di esemplari di cefali, riscontrati nella parte centrale del fosso e concentrati soprattutto fra il terzo e il quarto ponte. Nelle acque, ancora in stato accettabile, sono presenti numerosi esemplari di grossi cefali a rischio di morte in quanto il fosso nel tratto in oggetto non ha sbocchi a mare e potrebbe diventare anossico con rischio di morie più importanti di quella appena accaduta. Il fosso Cervia nella zona di Mortelliccio non comunica direttamente con il mare, drena le acque dolci superficiali della pianura e solo un'idrovora in caso di livelli alti nel fosso interviene pompando le sue acque in mare, ma il passaggio all'indietro è assolutamente impossibile. La popolazione ittica del fosso non potendo uscire, nel periodo estivo è a forte rischio moria a causa delle elevate temperature associate a livelli molto bassi delle acque, specialmente per gli esemplari di grosse dimensioni».  

 

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