[20/07/2011] News

Inquinamento petrolifero della Nigeria? Per l’Onu nessun colpevole

La Shell sarebbe "gentile", gli ogoni "mercanti"

Su Radio Nederland Wereldomroep (Rnw, la radio pubblica internazionale olandese), Jannie Schipper ed Heleen Sittig Hilversum rivelano che «nessuno sarà accusato nel prossimo rapporto delle Nazioni Unite  sugli inquinamenti di petrolio in Nigeria. Secondo le conclusioni della stampa, l'Onu avrebbe concluso che la popolazione dell'Ogoniland, e non il gigante petrolifero Shell, è responsabile delle massicce fughe di petrolio. Una questione sensibile, che spiegherebbe perché il rapporto si è fatto tanto attendere».

Infatti la comunità internazionale aspetta da oltre un anno il rapporto Onu (della cui bozza greenreport aveva già riferito) sull'inquinamento petrolifero dell'Ogoniland, una regione del Delta del Niger. «e soprattutto una risposta alla richiesta di sapere chi, nel vero e proprio senso del termine, ha le mani sporche», scrive Rnw.

Nick Nuttall, il portavoce del Programma Onu per l'ambiente (Unep), difende  il lavoro dell'Onu: «fin dall'inizio abbiamo detto chiaramente che non si trattava di designare dei colpevoli o di determinare chi sia o non sia responsabile. Si tratta unicamente di una ricerca scientifica sull'estensione dell'inquinamento petrolifero, su dove si trova, sulle implicazioni per la salute così come per l'ambiente. E, infine, su come riparare ai danni commessi».

Sulla stampa internazionale, ed in particolare su quella olandese, la vicenda è stata ripresa con un certo rilievo, ed in molti dicono che il rapporto non è stato pubblicato a causa del suo «carattere estremamente sensibile». Il rapporto, secondo Rwe, definirebbe la Shell "gentile" e gli ogoni come "mercanti": se fosse reso noto in questi termini, il documento provocherebbe ulteriori disordini nel già turbolento Delta del Niger.

L'Unep ribatte che la pubblicazione del rapporto avverrà più tardi del previsto perché il testo deve essere ancora sottoposto a tutti coloro che hanno partecipato alla ricerca. A quanto pare, l'Unep sta anche negoziando con il nuovo governo nigeriano per concordare una data per la presentazione. Attualmente, la pubblicazione del rapporto è prevista per fine luglio.

Secondo Evert Hassink di Milieudefensie, un'associazione ambientalista olandese, la cosa non è poi così grave: «la pubblicazione di questo rapporto non è un vantaggio per la regione. Il fatto che le Nazioni Unite discolpino la Shell non piace a nessuno, ma questo nuoce anche alla posizione indipendente dell'Unep, ed il rapporto non è preso sul serio. Ma è molto difficile mettere tutti d'accordo nel Delta del Niger: le comunità, le autorità e i governi. Questo rapporto dovrebbe giustamente fornire un contributo importante alla pulizia del Delta, e non bisogna quindi creare delle dispute su tutto quel che si trova nel rapporto».

La Shell nel 1993 ha spostato le sue attività nell'Ogoniland verso altre zone del Delta del Niger, ed assicura  di lavorare col governo della Nigeria per dividere equamente le entrate petrolifere. La multinazionale petrolifera olandese ha aperto un'inchiesta sulle fughe di petrolio, ed ha pubblicato i risultati sul suo sito web. I risultati indicano se uno sversamento sia dovuto ad un problema tecnico, a un sabotaggio o ad un furto di greggio. In caso di sabotaggio le tubazioni vengono spesso completamente distrutte dall'esplosione, provocando grandi falle che sversano il petrolio nell'ambiente. Quando avviene un furto, viene piazzato un "rubinetto" sulla  tubazione per estrarre petrolio. Spesso durante i furti avvengono  incidenti mortali, che a volte hanno distrutto interi villaggi.

Nel 2009, il 98% delle fughe di petrolio sarebbero state causate da sabotaggi o furti. Nel 2010 si era scesi all'80%. Secondo quanto assicura un portavoce della Shell, «la fuga viene sempre riparata e ripulita, anche se ha una causa criminale». La Shell farebbe solo il suo dovere, visto che la legge nigeriana obbliga le compagnie petrolifere a bonificare i danni ambientali, indipendentemente dalla causa. Ma quello che assicura la Shell non corrisponde a quanto denunciano le popolazioni del Delta del Niger, che parlano di un inquinamento endemico da petrolio e gas, accuse confermate dalla prima bozza del rapporto Unep.

Anche se l'obiettivo del rapporto Unep non è quello di indicare i colpevoli, questi andranno pure individuati, anche per definire a chi spetta risarcire finanziariamente i danni all'ambiente ed alla salute.

Akinyinka Akinyoade, del Centro di studi africani di Leyde, in Olanda, ha detto alla Rnw: «è' importante osservare questo sviluppo in un contesto storico: Shell non è stata attiva su vasta scala in queste zone. Quindi, da questo punto di vista, non si può affermare che la Shell sia responsabile. L'ipotesi della  responsabilità dei miliziani è quindi plausibile, in questo caso. Ma se andiamo indietro nel tempo, ci dobbiamo domandare: dove si sono verificate le fughe di petrolio prima che arrivassero i miliziani?».

Le accuse di complicità con le multinazionali petrolifere preoccupano l'Unep, che ha dato a Nick Nuttall il compito di chiarire la vicenda dell'Ogoniland Environmental Assessment Report. «in risposta ai rapporti nei media (soprattutto olandesi) nelle ultime 48 ore, l'United Nations environment  programme (Unep) desidera chiarire diversi punti: il prossimo lancio della suo report indipendente Environmental Assessment of Ogoniland è sulla buona strada, ed il suo rilascio non è stato ritardato a causa di problemi di sicurezza; il rapporto dell'Unep contiene le conclusioni e le raccomandazioni derivanti dai suoi due anni di valutazione degli impatti ambientali e sanitari della contaminazione da petrolio nell'Ogoniland, in Nigeria, condotto su richiesta del governo della Nigeria, ed un'estesa peer review dei risultati è stata effettuata da scienziati esterni.

«Lo studio rappresenta uno sforzo senza precedenti per esaminare l'ubicazione, la natura, la portata e le implicazioni della contaminazione da petrolio nell'Ogoniland; ai primi di luglio 2011, l'Unep ha informato le autorità competenti in Nigeria  che il rapporto sarà pronto per la pubblicazione a partire dall'ultima settimana di luglio, e ha proposto che la presentazione si svolga nella capitale Abuja. Una volta che il rapporto sarà stato presentato, sarà messo a disposizione del pubblico e dei media nazionali ed internazionali tramite il sito web dell'Unep. Sostenere  che il rapporto indipendente esoneri alcuni stakeholders o ne incolpi  altri per le fuoriuscite di petrolio è sbagliato, come è stato già dichiarato pubblicamente. L'Unep spera che il rapporto e le conclusioni catalizzino la cooperazione e una risposta a decenni di sfide ambientali legate al petrolio fornendo al popolo dell'Ogoniland l'opportunità di un futuro sostenibile».

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