[14/07/2011] News

Science: l'impatto antropico sui grandi predatori si ritorce sull'uomo

In uno studio internazionale frutto del lavoro di scienziati di 22 diversi istituti di 6 Paesi e pubblicato su Science, si afferma che il lento declino dei grandi predatori alcuni dei quali prossimi all'estinzione si ritorcerà anche sull'uomo.

L'antropizzazione del territorio, l'inquinamento, il bracconaggio, lo sfruttamento del suolo sono tra le cause dell'impatto dell'uomo sui grandi animali ai vertici delle catene alimentari degli ecosistemi acquatici e terrestri, ma secondo il rapporto questo ciclo "vizioso" si chiuderà con conseguenze anche sull'uomo.

«La perdita dei grande predatori è probabilmente l'influenza più profonda degli essere umani sul mondo naturale - hanno spiegato i ricercatori - ma questi animali in definitiva proteggono gli uomini». Nello studio sono esemplificati i primi effetti che sono già visibili. In Africa, il crollo delle popolazioni di leoni e leopardi, massacrati dai bracconieri, ha portato a uno straordinario aumento del numero dei babbuini, responsabili della trasmissione di parassiti intestinali agli abitanti della regione.

Nello stato dello Utah, negli Stati Uniti, si assiste a una "invasione" di cervi, a cui le poche pantere rimaste non riescono a porre freno. Stessa storia per le orche che, non dovendo più competere con i grandi cetacei, duramente colpiti dalla caccia, spadroneggiano mettendo a rischio la sopravvivenza delle colonie di leoni marini, foche e lontre marine, loro prede privilegiate.

Mancanza di antagonismo tra specie ed esplosione incontrollata quindi di altre che creano danni agli ecosistemi e all'uomo. «Questi dati dimostrano - ha concluso James Estes, uno dei principali autori dello studio - come i consumatori al vertice della catena alimentare hanno un enorme influenza su struttura, funzione e biodiversità degli ecosistemi naturali».

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