[14/07/2011] News toscana

Sulla querelle Cina-Regione-Confindustria Prato: un'occasione persa?

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (Nella foto) non è andato in Cina in viaggio di piacere. C'era da dare gambe agli accordi bilaterali con Pechino (si tratta di 3 miliardi di dollari) le cui basi erano state gettate qualche settimana fa a Roma. La Toscana punta molto a questa collaborazione che dovrebbe riguardare la ricerca in vari settori (meccanica, bioteconologie...), l'agricoltura con opportunità per il mercato dei nostri prodotti di qualità (Rossi si è lamentato che non si trovano in Cina), la sanità. E  auspichiamo trasversalmente l'ambiente, dove il know-how che abbiamo a disposizione può essere messo a servizio di una nazione immensa, che ha già capito che la scommessa per il futuro del pianeta si vince se il territorio del "dragone" partecipa attivamente alla creazione di un nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità, ma che ancora è frenata da mille contraddizioni interne.

Negli accordi bilaterali ovviamente c'è un dare e un avere (nessuno, né i cinesi né l'amministrazione regionale toscana pensiamo siano scesi in campo per la gloria) ed il giudizio va espresso complessivamente. La polemica (già oggi su alcuni quotidiani) che si è innescata tra il presidente Rossi come rappresentante della Regione Toscana e gli industriali pratesi ci pare sterile o almeno relegabile ad una querelle di quelle in cui toscani sono specialisti, rispetto ovviamente alla portata delle opportunità.

Confindustria ritiene che le industrie cinesi con cui si vuole stringere un accordo di collaborazione per realizzare un centro di ricerca nel settore tessile non siano all'altezza, non portino nessun valore aggiunto all'esperienza avanzata pratese (quella ad esempio portata avanti del Tecnotessile). Gli industriali pratesi non vogliono svendere o vendere le loro conoscenze figuriamoci senza un tornaconto diretto.

Da un certo punto di vista la posizione è anche legittima e nel merito va vagliata. Ma ci domandiamo se "la missione" in Cina non fosse concordata nei minimi particolari visto che pare sia stato presente anche un rappresentante degli industriali di quell'area. D'altro canto auspichiamo che la Regione prima di muovere passi in Cina abbia chiesto qualche "consiglio" ad un territorio che con gli "affari cinesi" ha una certa dimestichezza da anni. Se così non fosse siamo nel campo del dilettantismo che come qualcuno in passato ci ha insegnato non porta bene alla politica (ma nemmeno all'industria).

Dalle parole del presidente Rossi pare che la Toscana voglia chiudere comunque un accordo per il centro di ricerca che farà magari da un'altra parte. Gli industriali pratesi hanno senza dubbio una voce in capitolo importante ma pare assurdo alzarsi dal tavolo prima che tutto il "menu" sia stata definito e concordato nei dettagli. In ogni modo anche altri, soprattutto le istituzioni locali, pensiamo si debbano pronunciare prima che il territorio, che non è solo quello pratese ma è quello dell'area vasta della Toscana centrale, rinunci ad occasioni che possono essere foriere di ulteriori collaborazioni che greenreport auspica si realizzino nella direzione della sostenibilità.

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