[13/07/2011] News

Egadi: 3 tonnellate di pesce "poco pregiato" rigettato in mare

Mentre la Commissione europea approva la proposta della riforma della Politica comune della pesca, dalle isole Egadi arriva la notizia di un inaccettabile caso di "discarding", cioè proprio uno degli sprechi della pesca che l'Ue vorrebbe evitare.

A lanciare l'allarme è Legambiente Egadi: «La scorsa settimana si aggiravano nel mare delle Egadi diverse paranze "fattoria" provenienti da porti siciliani e non, alla ricerca dei banchi di sardine che in questo periodo dell'anno lambiscono le nostre coste. Giovedì mattina Marettimo si sveglia con migliaia di pesci morti, che galleggiano sospinti dalle correnti. Lo segnalano alcune persone al Legambiente che si trovano in mare letteralmente circondati da un mare di morte».

Secondi gli ambientalisti si trattava di 4mila cassette di pesce: «Le navi fattoria a grande circuizione hanno sbagliato "specie obiettivo", catturando pesce con più scarso valore commerciale al posto delle più pregiate sardine; quindi dopo che il pesce è stato intrappolato dalle reti e fatto trascinare per parecchio tempo, morendo gran parte schiacciati dal proprio stesso peso, sono stati rigettati in mare. Questa pratica viene utilizzata comunemente dalla grande pesca d'altura, che si differenzia  dalla piccola pesca artigianale, che va salvaguardata dalla estinzione, e che prende tutto quello che il mare dona. Le grandi fattorie escono per un obiettivo ben preciso dettato dal mercato, quindi tutto quello che viene preso in più viene rigettato, in quanto commercialmente non conveniente»

Il Cigno Verde delle Egadi si chiede «in un momento di crisi del comparto pesca, dove si aspetta  solo l'incentivo da parte della comunità europea per il disarmo e la demolizione di questi barconi, causa la mancanza di lavoro; in un periodo ove si parla sempre di più di diminuzione degli stock di pesce, ci possiamo permettere di rigettare in mare 4mila cassette di pesce, più di tre tonnellate di sgombri e sauri? Ormai la comunità internazionale (Europa in testa) è anestetizzata da questa deriva, che tutti conoscono, ma non fa più indignare. Non pensando che se scompaiono gli sgombri forse spariranno anche le sardine e a catena anche il tonno e le specie più pregiate, quelle a cui il mercato dà un valore. Perché non si pensa ad una pesca più a misura d'uomo, una pesca sostenibile?».

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