[11/07/2011] News

«Carbone: preistoria della tecnologia»: a Rovigo manifestazione contro la centrale di Porto Tolle

Comitato "Cittadini Liberi" di Porto Tolle, Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente e Wwf, insieme alle categorie economiche dell'agricoltura e del turismo, si battono contro la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Polesine Camerini giudicando "preistoria della tecnologia" la produzione di energia elettrica da carbone.

«Non è il nostro l' "ambientalismo del No", come comodamente viene indicato dai sostenitori del carbone e così come fino al 13 giugno avevano fatto i nuclearisti - dicono le associazioni - Uno sviluppo realmente sostenibile è capace di assicurare forniture energetiche, occupazione e mantenere buoni livelli di benessere utilizzando prevalentemente fonti rinnovabili». Per questo hanno organizzato per il 12 luglio alle 17, all'Auditorium Venezze a Rovigo, un incontro sul tema "Carbone: preistoria della tecnologia inquinanti nell'aria, scarsa occupazione, aumento di CO2: questi i rischi del carbone", moderato dal giornalista de "Il Resto del Carlino" Nicola Cappello e al quale parteciperanno Matteo Ceruti, legale delle associazioni ambientaliste, Italia Nostra; Massimo Scalia, docente di fisica matematica all'università La Sapienza Roma; Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente; Eddy Boschetti, presidente Wwf Rovigo; Alessandro Giannì, coordinatore campagne Greenpeace.

«Di fronte al ricatto di Enel "o carbone o niente", di fronte alla resa a tale ricatto da parte di tanti in Polesine - dichiarano gli organizzatori - intendiamo mostrare la fattibilità tecnica ed economica delle alternative. Invitiamo il mondo politico, sindacale e civile ad un incontro finalizzato a ristabilire alcune verità sul progetto di riconversione della centrale di Polesine Camerini ed esporre le proposte del mondo ambientalista riguardo nuove strategie di sviluppo, esponendo l'analisi dei diversi scenari possibili».

Maria Pia Guermandi, di Italia Nostra, sottolinea che «il progetto di trasformazione della centrale termoelettrica di Porto Tolle da olio combustibile a carbone sta vivendo fasi concitate degne di un thriller giudiziario ad altissima tensione. In questo caso, però, la posta in gioco non è virtuale, ma è la salute dei cittadini e la qualità ambientale di una delle zone di maggior rilievo naturalistico d'Europa. Parliamo del Parco del delta del Po, che già aveva dovuto subire, a partire dagli anni Settanta, un disastroso impatto ambientale per la costruzione della centrale tuttora esistente».

«Incuranti delle normative - continua Guermandi - che prescrivono, per le centrali ubicate nei territori dei Comuni del Parco l'uso del metano o di altro combustile a minore impatto e per superare la sentenza del Consiglio di Stato che, su ricorso di Italia Nostra e di altre associazioni, ha recentemente (il 23 maggio) annullato una scandalosa valutazione di impatto ambientale sottoscritta dal ministero dell'Ambiente e favorevole alla trasformazione, Enel e Regione Veneto propugnano ora un disegno di legge che dovrebbe modificare la legge istitutiva del Parco. Ma non solo: da una verifica sul recentissimo testo del Decreto legge "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria" risultano, all'articolo 35, due provvidenziali commi studiati appositamente per rendere possibile il progetto di trasformazione: siamo alla versione energetica delle leggi ad aziendam

Italia Nostra dice di schierarsi contro questo progetto «per difendere un'area ambientale preziosissima e fragile, riaffermare le ragioni di una politica energetica che si fondi su studi scientifici chiari e rigorosi e non sui pressapochismi ossimorici del carbone "pulito" e ribadire, con forza, la necessità di un ripristino della legalità. Come ormai troppo spesso succede anche in altre situazioni analoghe, infatti, questa vicenda è accompagnata da palesi abusi normativi, da omissioni e da ripetuti tentativi di addomesticamento delle leggi: ogni attentato alla legalità è una ferita alla democrazia. Ferita ribadita, peraltro, dalle distorsioni informative di questi mesi e, in particolare, di queste ultime settimane, operate da chi, per coprire gli interessi economici in gioco, non ha esitato ad oscurare le ragioni di chi come Italia Nostra si oppone al progetto e ad usare tutta la panoplia ricattatoria relativa alla perdita dei posti di lavoro in caso di annullamento della riconversione a carbone».

«Eppure - conclude l'associazione ambientalista - a fianco di Italia Nostra si sono schierati, da subito, gli operatori turistici, i pescatori, gli agricoltori, tutti i cittadini consapevoli che esistono modelli di sviluppo alternativi ed ecosostenibili in grado di garantire un grado di benessere e di qualità della vita e dell'ambiente incomparabilmente superiore e duraturo nel tempo rispetto a quello arcaico, ecologicamente e tecnologicamente, proposto da Enel».

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