[07/07/2011] News toscana

Sversamenti di marmettola sul torrente Giardino: le precisazioni dell'Arpat di Lucca

Il dipartimento Arpat di Lucca ha fornito chiarimenti in merito alle colorazioni anomale delle acque del torrente Giardino dovute a sversamenti di marmettola. «Si premette che i ravaneti del Giardino e della Cabina Nera sono a servizio della cava Cervaiole, gestita dalla Henraux - hanno introdotto da Arpat - Il territorio rientra nel Parco delle Apuane, pertanto ogni progetto relativo ad attività estrattiva è sottoposto a procedura di Via, preventivamente all'autorizzazione comunale ai sensi della LR 78/89».

I fenomeni di intorbidamento del canale Giardino informano dall'Agenzia sono conosciuti fin dagli anni Ottanta e dalla fine degli anni Novanta fino al 2007, anche su incarico della Procura di Lucca, Arpat ha accertato attraverso vari interventi la correlazione tra i residui fangosi trovati nel corso d'acqua e le attività estrattive del ravaneto del Giardino.

Oltre alle soluzioni di mitigazione, Arpat ha individuato nella sospensione dell'alimentazione del ravaneto una conseguente riduzione dei fenomeni di dilavamento (nel lungo periodo) fino alla risoluzione con ripristino ambientale. In base a questa indicazione il Parco delle Apuane ha progressivamente ridotto la possibilità di scaricare nei ravaneti, che di fatto non sono più alimentati. «L'ultima autorizzazione della cava Cervaiole rilasciata dal Parco è del 2010 - hanno continuato dal Dipartimento Arpat di Lucca - Tra le prescrizioni era presente la richiesta di presentazione di un piano di gestione delle acque meteoriche e l'effettuazione di un monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee. Il Comune ha convocato una Conferenza di servizi tenutasi il 22.06.2010 nella quale Arpat ha ribadito la necessità che la ditta presentasse il piano di gestione delle acque meteoriche dilavanti. Per quanto risulta all'Agenzia la conferenza non si è conclusa ed il procedimento è ancora in corso».

In sintesi: il problema è noto, le cause individuate, ma le misure di mitigazione del trasporto di solidi sospesi evocate dalla società Henraux (che ha presentato anche un piano per la gestione delle Amd nel marzo 2010) non sembrano al momento realizzate.

«Il problema - spiegano da Arpat - è da ricondurre, per quanto riguarda la coltivazione della cava, ad una accurata gestione delle acque meteoriche dilavanti, per cui è in corso la valutazione presso la provincia di Lucca. Si rileva che il ravaneto è comunque soggetto al fenomeno del dilavamento della frazione fine da parte delle acque piovane, sopratutto in casi di eventi meteorici eccezionali, anche in assenza di alimentazione od asportazione, aumentando notevolmente il carico di solidi sospesi nel torrente. Anche in caso di progetti di asportazione, al ravaneto, per la sua natura e collocazione, risultano comunque molto difficilmente applicabili piani di gestione del dilavamento mentre l'utilizzo di mezzi di mitigazione quali briglie ecc. se correttamente gestite e mantenute potrebbe ridurre gli effetti sul corso d'acqua».

Poi dall'Agenzia hanno precisato: «L'attività condotta da Arpat sul problema ha ormai descritto e analizzato quanto serve per disporne le soluzioni. Si tratta quindi di concludere positivamente i percorsi autorizzativi avviati nelle diverse sedi istituzionali e dare seguito agli interventi strutturali già individuati».

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