[07/07/2011] News toscana

Presenza, storia recente e cronaca degli squali bianchi nel mare della Toscana

In giorni in cui impazza la polemica e l'isteria sull'avvistamento di uno squalo bianco al largo di Capraia, ci è stato segnalato un dimenticato ma essenziale studio, "Presenza di Carcharodon carcharias nella acque toscane: analisi e revisione delle segnalazione (1839-2004)", pubblicato nel 2005 negli Atti Società toscana di Scienze Naturali, che rimetteva a posto, storicamente e scientificamente, la presenza - sporadica ma non inusuale - di questo predatore nei mari toscani.

Nel documento viene fatta la storia degli avvistamenti dello squalo bianco nelle acque toscane, e spiegano che la sua presenza «è nota fin da tempi remoti, anche se esso è considerato raro in tutto il Bacino del Mediterraneo. L'esistenza della specie nell'area in esame è stata indagata in un arco temporale di almeno 166 anni (1839-2004), ricavandone un totale di 43 casi, provenienti da reperti museali, citazioni bibliografiche, evidenze fotografiche e testimonianze dirette. L'attendibilità delle segnalazioni è stata verificata attraverso i riscontri incrociati delle varie fonti e i vari casi sono stati classificati come «certi» (20), «non certi» (16) e «molto dubbi» (7). Dalle informazioni e dai dati raccolti è stato infine possibile formulare alcune ipotesi e considerazioni sull'ecologia della specie nella zona, in particolare sulle interazioni tra lo squalo bianco e le attività umane».

Dei 20 casi da considerare "segnalazioni certe" ben 8 sono avvenute all'Elba, 3 nel Golfo di Baratti a Piombino (dove si sarebbe avuto l'unico attacco mortale conosciuto di squalo bianco all'uomo in Toscana) e 3 all'Argentario, mentre le altre singole segnalazioni certe di squalo bianco si sono avute nelle acque di Viareggio, Bocca d'Arno, Secche di Vada, Canale di Piombino, Follonica e Montecristo. L'avvistamento di uno squalo bianco al largo di Capraia nei giorni scorsi sarebbe quindi il primo noto in quell'area, benché la presenza dello squalo bianco nei mari di Toscana risulti storicamente accertata dai risultati dello studio.

La presenza di squali bianchi nelle acque toscane è stata accertata «in modo puntiforme, in tutti i mesi dell'anno; la temperatura dell'acqua o il periodo stagionale non parrebbero pertanto influenzare in modo particolare la frequenza di esemplari di squalo bianco in quest'area».

La ricerca sottolinea che «la rarità delle segnalazioni, la tipologia delle stesse, l'analisi del tipo di ambiente e soprattutto delle potenziali fonti trofiche, porterebbero a escludere l'esistenza di una popolazione autoctona stabile di C. carcharias nell'area considerata. La presenza non molto frequente della specie nella zona sembra piuttosto derivare, sia in epoca passata sia in quella attuale, dal transito di esemplari erratici o soggetti a movimenti di tipo migratorio. La dinamica di questo fenomeno al momento attuale appare difficilmente definibile, mentre nel passato essa è stata probabilmente influenzata in modo determinante dalle metodologie tradizionali di pesca al tonno (tonnare), oggi in gran parte abbandonate. È dunque indubbio che l'evoluzione delle tecniche di pesca abbia comportato un mutamento nelle interazioni con questo squalo, forse esercitando addirittura un'influenza diretta sulla presenza della specie nella zona».

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