[05/07/2011] News

Ilva di Taranto, Conferenza dei servizi per la nuova autorizzazione del polo siderurgico

La Conferenza dei servizi convocata oggi per discutere il parere istruttorio conclusivo sull'autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l'Ilva di Taranto è un momento decisivo per conoscere il destino ambientale della città. Come già fatto con le due precedenti versioni del parere, Legambiente ha presentato le sue osservazioni chiedendo di tenerne conto all'atto della concessione dell'Aia da parte del ministero.

Secondo il Cigno Verde la norma che avrebbe dovuto ridurre fortemente i rilevanti impatti ambientali e sanitari del polo siderurgico di Taranto non è efficace, anzi, «il parere della Commissione Ippc, sulla base del quale il ministero dell'Ambiente si appresta a dare la nuova autorizzazione integrata ambientale allo stabilimento Ilva, è un grave passo indietro».

Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, spiega: «Siamo consapevoli che l'Aia sia necessaria affinché l'azienda possa operare in un regime di regole certe e di controlli adeguati, ma non possiamo che ribadire il nostro giudizio fortemente critico sul lavoro della commissione Ippc, sempre pronta ad accogliere le richieste dell'azienda a scapito dei cittadini».

Per Legambiente «anche questa terza versione del parere è davvero negativa visto che ricalca le stesse insufficienze delle precedenti versioni, con alcuni aspetti addirittura peggiorativi. Scompare, infatti, la rete di monitoraggio esterno alla cokeria, importantissima per rilevare le emissioni di Ipa e del pericolosissimo benzo(a)pirene), che pure era presente nella precedente versione; viene ulteriormente depotenziato il sistema di videoregistrazione delle emissioni diffuse e fuggitive, che nel primo parere interessava anche le emissioni convogliate; vengono generalmente aumentati i limiti per i macroinquinanti (tra cui polveri, ossidi di azoto e di zolfo); rimane irrisolto il problema del monitoraggio degli scarichi idrici che viene confermato a valle, cioè allo sbocco in mare, e non a piè d'impianto così come richiesto dall'Arpa Puglia e dalle associazioni ambientaliste. Sui Parchi minerali nella terza stesura del parere viene meno il piano di fattibilità per la loro copertura richiesto all'Ilva nella versione precedente e si lascia al solo barrieramento la risoluzione del problema (sulla cui gravità crediamo non ci possano essere dubbi anche alla luce dei recentissimi avvisi di garanzia in merito all'imbrattamento delle cappelle di proprietà comunale del cimitero). Per quel che riguarda le emissioni derivanti dall'utilizzo di Pet Coke, nulla è previsto se non il ricorso ai sistemi di abbattimento già esistenti (peccato che in Ilva non ve ne siano) e infine non è previsto il monitoraggio in continuo di Ipa, benzene e polveri per le operazioni di caricamento del coke. È poi preoccupante il rilascio dell'Aia su una capacità produttiva di 15 milioni tonnellate annue di acciaio visto che a qualsiasi incremento della produzione corrisponde un aumento delle varie forme di inquinamento».

Ciafani conclude chiedendo al ministro Stefania Prestigiacomo, cui spetta l'ultima parola per la concessione dell'Aia, «di accogliere le richieste di associazioni, enti locali e Arpa, formulate nell'esclusivo interesse dell'ambiente e della salute dei cittadini. Obiettivo prioritario dell'Aia deve essere quello di ridurre, drasticamente e nei tempi più rapidi, l'ammontare annuo e le concentrazioni dei vari inquinanti immessi nell'ambiente, non solo attraverso l'adozione delle Mtd (migliori tecnologie disponibili), ma anche con il ricorso alle migliori tecnologie in assoluto e con prescrizioni che impongano limiti di emissione molto più rigorosi rispetto a quelli previsti dalle legislazioni nazionale e regionale, mirando a ridurre al minimo l'inquinamento».

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