[01/07/2011] News

Raee, meno sostanze pericolose nei nuovi apparecchi elettrici ed elettronici

L'Ue armonizza le legislazioni degli Stati membri sulle restrizione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee). E lo fa per contribuire alla protezione della salute umana, al recupero e allo smaltimento ecologicamente corretto dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). Ma lo fa anche per evitare che le disparità tra le leggi o le disposizioni amministrative adottate dagli Stati membri creino ostacoli agli scambi e provochino distorsioni della concorrenza nella Comunità, con un impatto diretto quindi sull'istituzione e sul funzionamento del mercato interno.

Con direttiva pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi l'Ue, per motivi di chiarezza, provvede alla rifusione della direttiva del 2002 apportandone alcune modifiche sostanziali.
Include, quindi, un certo numero di definizioni al fine di precisarne l'ambito di applicazione della stessa direttiva (da 2 passano a 28) e integra la definizione di Aee mediante quella di «apparecchiatura dipendente».

Ossia definisce l'Aee, come "le apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento, da correnti elettriche o campi elettromagnetici e le apparecchiature di generazione, trasferimento e misura di tali correnti e campi e progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1 000 volt per la corrente alternata e a 1 500 volt per la corrente continua".

E si preoccupa di precisare cosa si intenda con la dicitura «che dipendono»: "che le apparecchiature necessitano di correnti elettriche o di campi elettromagnetici per espletare almeno una delle funzioni previste". Una dicitura introdotta per coprire il carattere polivalente di alcuni prodotti, quando le funzioni previste delle Aee devono essere determinate sulla base delle caratteristiche oggettive, come ad esempio il design del prodotto e la sua commercializzazione.

La direttiva inoltre prevede che la marcatura Ce, ossia quella indicante la conformità applicabile ai prodotti a livello dell'Unione, si applichi anche alle Aee (che rientrano nell'ambito della presente direttiva).

La direttiva comunque, cerca di non impedire lo sviluppo di tecnologie energetiche rinnovabili che non hanno incidenze negative sulla salute e sull 'ambiente e che sono sostenibili ed economicamente valide.
Del resto - tenendo conto della fattibilità tecnica ed economica - la maniera più efficace di garantire una riduzione significativa dei rischi per la salute e l'ambiente legati a queste sostanze in modo da raggiungere il livello prescelto di protezione nella Comunità è la sostituzione delle sostanze pericolose nelle Aee con materie sicure o più sicure.

La restrizione dell'uso di tali sostanze pericolose inoltre potrà avere l'effetto di aumentare le possibilità e la convenienza economica del riciclaggio di Raee diminuendo l'impatto negativo sulla salute dei lavoratori degli impianti di riciclaggio.

Dunque, il legislatore europeo non esclude il riesame e l'evebntuale mutamento dell'elenco delle sostanze con restrizioni d'uso, sulla base delle prove scentifiche e tenendo conto del principio di precauzione.
L'Ue si prefigge, infatti, di esaminare la restrizione di altre sostanze pericolose, tra cui sostanze di piccolissime dimensioni o con una struttura interna o di superficie molto ridotta (nanomateriali) potenzialmente pericolose al fine di sostituirle con alternative più rispettose dell'ambiente che assicurino almeno lo stesso livello di protezione dei consumatori.

L'Ue non esclude, però la possibilità di concedere esenzioni dall'obbligo di sostituzione se la sostituzione non è possibile dal punto di vista scientifico e tecnico, tenendo conto in particolare della situazione delle Pmi, oppure se gli impatti negativi per l'ambiente, la salute e la sicurezza dei consumatori causati dalla sostituzione possono superare i benefici per l 'ambiente, la salute e la sicurezza dei consumatori legati alla sostituzione o se i sostituti non sono affidabili.

A tale fine dunque è opportuno che la decisione sulle esenzioni e sulla durata di eventuali esenzioni tenga conto della disponibilità di sostituti e dell'impatto socioeconomico della sostituzione. Così come è opportuna una riflessione improntata al ciclo di vita in merito agli effetti complessivi delle esenzioni.

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