[01/07/2011] News

Il Cdr dell’Ue accoglie le proposte di Nichi Vendola: «Misure audaci e innovative per migliorare la gestione sostenibile dell'acqua»

Il Comitato delle regioni dell'Ue (Cdr) ha adottato oggi un parere, elaborato dal presidente della regione Puglia, Nichi Vendola. Nel documento si sottolinea che «l'Europa deve fare di più per garantire un uso sostenibile dell'acqua se non vuole rischiare non soltanto di perdere la battaglia per contrastare i cambiamenti climatici, ma anche di veder aumentare siccità e alluvioni». Il Cdr chiede anche «un approccio multilivello e transfrontaliero per la gestione dei bacini idrografici e propone di estendere l'azione del Patto dei sindaci alla gestione sostenibile dell'acqua».

I 50 punti del parere sul ruolo degli enti regionali e locali nella promozione di una gestione sostenibile dell'acqua, elaborato su richiesta della presidenza di turno ungherese dell'Ue, sono stati adottati dall'Assemblea plenaria del Cdr proprio alla vigilia del passaggio di testimone tra l'Ungheria e la Polonia, che da oggi assume la presidenza del Consiglio dell'Ue. In una nota della Cdr si legge che «per contribuire ad evitare il verificarsi di nuovi fenomeni climatici estremi, siccità o alluvioni, in futuro, il Comitato auspica fortemente che il metodo di gestione dei bacini idrografici proposto nel parere venga ampliato sino a prevedere la cooperazione di tutti i livelli di governo attraverso le frontiere nazionali». La richiesta del Cdr dovrebbe essere accolta dalla Commissione europea, che nel 2012 formulerà una proposta per un piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee.

Secondo Vendola «il diritto all'acqua dovrebbe essere considerato un diritto umano ed è nostro dovere fare in modo di preservare questa preziosa risorsa sia per noi che per le generazioni future. Ciò significa prendere iniziative audaci e innovative, ad esempio, stabilire degli obiettivi in materia di efficienza idrica, e adottare un approccio autenticamente fondato sulla governance multilivello nella gestione dei singoli bacini idrografici, con la partecipazione sia delle autorità europee e nazionali che degli enti regionali e locali. Una funzione cruciale in questo ambito spetta anche a servizi pubblici funzionanti e capaci di garantire l'accesso all'acqua. La salvaguardia delle risorse idriche dovrebbe essere considerata parte integrante e componente essenziale dell'azione dell'Ue per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici - con un cambiamento di rotta, quindi, rispetto al passato».

Nel parere si raccomanda anche «l'adozione di nuove normative europee che impongano a ciascuno Stato membro di definire precisi obiettivi di efficienza, a livello di bacino idrografico, per ogni settore di utilizzo delle risorse idriche (settore domestico, industriale, agricolo, dell'acquacoltura, turistico, idroelettrico, ecc.)» e si propone di «unificare gli obiettivi stabiliti dall'Ue per quanto riguarda l'efficienza energetica e idrica degli edifici, nonché di adattare tali obiettivi di efficienza alle particolari esigenze di ciascun territorio».

Il testo adottato oggi dal Comitato sottolinea il collegamento tra azione per il clima e gestione sostenibile dell'acqua e raccomanda inoltre di fissare degli obiettivi idrici per il 2020 «sul modello di quelli adottati per i consumi energetici, e cioè: un incremento del 20 per cento del risparmio idrico in tutti i settori, un aumento del 20 per cento dei corsi d'acqua rinaturalizzati per ridurre il rischio di alluvioni, e un aumento del 20 per cento del volume di acqua riutilizzato e/o riciclato nell'agricoltura e nell'industria».

Vendola ha chiesto che il Patto dei sindaci, al quale aderiscono oltre 2500 enti regionali e locali che si impegnano a raggiungere e superare gli obiettivi stabiliti dall'Ue per l'energia entro il 2020, «estenda la sua sfera di azione per comprendervi anche il tema dell'acqua».

Una proposta molto simile a quella avanzata dalle relatrice, Daiva Matonienė, consigliere comunale del comune lituano di Šiauliai, nel parere sulle prospettive future dello strumento Life, che dovrebbe essere adottato oggi e nel quale si raccomanda che «i fondi di Life, destinati di solito al sostegno a programmi di protezione della natura e dell'ambiente, possano servire in futuro anche a finanziare l'estensione del concetto del Patto dei sindaci, che passerebbe da città efficienti sotto il profilo energetico a città ecologiche ed efficienti sotto il profilo delle risorse».

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