[30/06/2011] News

Rosso, bianco e "green": la "filiera" del vino italiano sempre pił sostenibile e competitiva

Alcuni dati presentati a Montepulciano alla tre giorni di Symbola

Parte dalla produzione vinicola "green" la tre giorni estiva di Symbola (Fondazione per le qualità italiane), in corso a Montepulciano. Il settore del vino italiano è in salute - nel 2010 l'export ha raggiunto il record storico di 3,7 milioni di euro - e da quanto emerso a Montepulciano ora sta imboccando con decisione la via della sostenibilità.

Si utilizzano le energie rinnovabili, si controllano le emissioni di gas serra, si utilizzano bottiglie in vetro leggero, si impiegano biomasse prodotte con gli scarti di potatura, è stato ridotto l'utilizzo della chimica e i consumi idrici, sono stati scelti imballaggi riciclati. «La sfida green è la nuova grande opportunità per il mondo del vino italiano - dichiara Fabio Renzi, segretario generale di Symbola - La scelta di molte imprese e settori produttivi italiani di competere sul terreno della qualità e della sostenibilità è la stessa che fece il settore più di vent'anni fa all' indomani della tragedia del metanolo. Passando così dalla concorrenza al ribasso all'attenzione e alla cura di tutta la filiera: oggi produciamo il 40 per cento in meno di vino rispetto alla metà degli anni 80 ma il valore del suo export è quadruplicato. Una scelta che permette di giocare in anticipo sull'evoluzione delle norme europee e, soprattutto, di andare incontro alle richieste di consumatori sempre più consapevoli ed esigenti».

Per alcuni esperti del settore introdurre un 'bollino verde' a garanzia dell'impegno ecologico della cantina potrebbe rappresentare un motivo in più per acquistare una bottiglia di vino. «Proprio perché parte da una qualità eccellente - aggiunge Renzi - il mondo del vino ha le carte in regola per proporsi come terreno di sperimentazione e innovazione, per delineare un paradigma qualitativo nuovo e più avanzato in cui incorporare anche le variabili di sostenibilità ambientale, ricavandone nuovi vantaggi competitivi».

Durante l'iniziativa di Montepulciano sono stati segnalati alcuni produttori del settore che sono ormai all'avanguardia. Ad esempio l'azienda vinicola Salcheto alla quale appartiene la prima bottiglia "certificata" ambientalmente. Si tratta della certificazione 'ISO 14064-1', la prima Carbon Footprint europea per una bottiglia di vino (2,02 Kg per 750 ml confezionati in vetro). Oppure le cantine del Nobile di Montepulciano, che saranno presto off-grid con una serie di misure per ridurre l'impatto ambientale: dalle biomasse al fotovoltaico, dalla bioedilizia alla riduzione dei consumi idrici, all'attenzione al packaging (cassette di legno ricavate dal legno dei pancali usurati e proveniente da foreste certificate, bottiglie imballate con separatori antiurto realizzati con gli scarti di lavorazione dei pannolini ecologici).

Le cantine Arnaldo Caprai (Montefalco) hanno invece avviato dal 2004 una ricerca per valutare gli effetti del global warming sul vigneto e sulla maturazione dell'uva e dal 2008 hanno iniziato a raccogliere dati per misurare, e contenere, le emissioni di carbonio legate alle loro produzioni. Inoltre con altre aziende umbre, hanno lanciato il progetto 'Montefalco 2015, the new green revolution', per diffondere pratiche di produzione innovative e sostenibili, come la sostituzione dei macchinari tradizionali per la lotta antiparassitaria con strumenti 'a recupero di prodotti', che riducono i consumi e l'impatto sull'ambiente, e aumentano i risparmi.

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